Eco ansia: cos’è e cosa fare
Come gli eventi estremi sempre più frequenti mettono alla prova la resilienza di cittadini e imprese. Serve una strategia integrata che unisca prevenzione, informazione e protezione assicurativa.
- 1 Ago | di Stefania Petruzzelli
Come gli eventi estremi sempre più frequenti mettono alla prova la resilienza di cittadini e imprese. Serve una strategia integrata che unisca prevenzione, informazione e protezione assicurativa.
Perché nel percorso evolutivo della sanità e della salute, in cui la tecnologia sta cambiando i rapporti tra aziende e pazienti, l’informazione è decisiva.
Non è un semplice ringraziamento per le cose buone che ci accadono, ma è uno stato mentale profondo che può trasformare radicalmente la nostra prospettiva sulla vita.
Cosa ben diversa dalla resilienza è un invito ad allenarsi ogni giorno al cambiamento, a coltivare la flessibilità mentale, a lasciare spazio al caso e all’evoluzione positiva che segue una crisi.
Sempre online, sempre connessi? Il digital detox aiuta a ritrovare equilibrio mentale: ecco 10 suggerimenti per disintossicarsi dal telefono.
C'è una stanchezza che non si risolve con una notte di sonno. Una fatica che si annida sotto la pelle, silenziosa, e che resiste anche quando ci sforziamo di essere efficienti, performanti, presenti (almeno online). Deriva dal nostro rapporto con la tecnologia e, spesso, la ignoriamo.
L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha approvato il primo Accordo pandemico della sua storia. Qual è lo scopo e quali sono i prossimi passi.
Flessibilità, adattamento e disponibilità a imparare aiutano a rispondere in modo efficace agli stimoli esterni. Per fare un passo in più e andare oltre la resilienza.
C'era una volta ELIZA, il primo software di analisi del linguaggio umano che segnò l'inizio di un'avventura tecnologica nel mondo cambiando il modo di relazionarci. Dove potremo arrivare adesso?
Da una cannuccia di plastica a una realtà globale di contaminazione: le micro e nanoplastiche sono ormai ovunque, dai ghiacciai alpini al cervello umano. Le evidenze scientifiche mostrano correlazioni con patologie gravi e alterazioni biologiche.




