Pubblicità: perché l’IA non fa paura
I creativi non si sentono minacciati dall’intelligenza artificiale che sta rivoluzionando il settore dell’advertising. La ragione? Guarda al passato e non può empatizzare con il contesto presente.
I creativi non si sentono minacciati dall’intelligenza artificiale che sta rivoluzionando il settore dell’advertising. La ragione? Guarda al passato e non può empatizzare con il contesto presente.
Dopo l’Antropocene siamo entrati nell’era in cui l’intelligenza naturale dialoga e collabora con quella artificiale. Come affrontarla con il cuore e con il cervello, sposando il pensiero complesso.
Tutte le piattaforme social stanno creando tool di intelligenza artificiale per i creator. L’obiettivo è aumentare l’engagement e spingere sul marketing. I dati danno ragione a questa strategia.
Domande semplici per avere risposte immediate. Così funziona l’intelligenza artificiale. Ma siamo proprio sicuri che sia sufficiente per conoscere il mondo che cambia? Il libro Allenarsi alla complessità mette in fila rischi e opportunità.
L’approvazione dell’AI Act europeo apre scenari di cambiamento epocali. Al di là delle conseguenze di politica economica, sono tanti i temi aperti: dalla protezione dei diritti fondamentali alla democrazia, fino alla sostenibilità ambientale dei sistemi di Intelligenza artificiale e alla valutazione di rischi e opportunità con cui già oggi dobbiamo fare i conti. Ne parliamo nel nuovo numero del magazine Changes Generative IA.
Tutti parlano di intelligenza artificiale, ma sono ancora in pochi ad utilizzarla. In questo scenario, analizzare le differenze di utilizzo e di opinioni in merito ci aiuta a individuare le principali sfide per il nostro futuro.
I veicoli saranno sempre più dotati di soluzioni tecnologiche per proteggersi dagli attacchi cyber che l’intelligenza artificiale può moltiplicare. Saremo spettatori, inconsapevoli e, si spera, non coinvolti, di una competizione che vede da una parte gli attacchi ai sistemi informatici e dall’altra la nascita di software sempre più sensibili nel rilevarli e difenderci.
Che ne è stato del progetto a cui nel 2013 l’Unione Europea destinava oltre 1 miliardo di euro? L’obiettivo di costruire una mappa digitale del cervello non è stato pienamente raggiunto, ma l’impegno della ricerca prosegue.
Il modo di produrre, consumare, distribuire la musica si è trasformato radicalmente, e persino Sanremo si è adeguato. Se l’algoritmo cerca di prevedere il vincitore l’uso del device di correzione automatica espone al rischio di appiattimento musicale
Quando si parla di intelligenza artificiale ci si riferisce principalmente ad algoritmi che hanno cambiato i paradigmi economici e sociali. Spesso ci si dimentica che i confini etici sono stati sconvolti. Come possiamo cambiarli?
C'era una volta ELIZA, il primo software di analisi del linguaggio umano che segnò l'inizio di un'avventura tecnologica nel mondo cambiando il modo di relazionarci. Dove potremo arrivare adesso?
Cosa potrebbe succedere se l’IA super-potente fosse in grado di realizzare robot super-umanoidi? Smetteremo di lavorare?
Il nostro smartphone o il nostro navigatore satellitare per sapere dove ci troviamo non deve comunicare con nessuno. Legge solo i segnali che riceve dai satelliti GNSS, al limite li integra con il segnale EGNOS per avere la massima precisione. Ecco come funziona.
Molta produzione musicale è già, se non direttamente creata, quanto meno modellata dal pugno di ferro degli algoritmi. Dobbiamo rassegnarci a una creatività artistica ridotta a una serie di parole di chiave?
Il chatbot di intelligenza artificiale lanciato da OpenAI è il fenomeno dell’anno. Ecco come funzionano e quali algoritmi stanno dietro questi software multimediali che ragionano quasi come gli umani.