Overtourism: cos’è e perché ci riguarda da vicino

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Overtourism: cos’è e perché ci riguarda da vicino

Dall’eccesso di alloggi privati ad uso turistico fino alle destinazioni a numero chiuso, perché il turismo deve cambiare e cosa possiamo fare.

Il turismo rappresenta una delle industrie più importanti al mondo, capace di generare ricchezza e promuovere lo scambio culturale. Tuttavia, quando il flusso di visitatori supera la capacità di accoglienza di una destinazione, si innescano meccanismi distruttivi per l’ambiente, la società e l’economia locale. È in questo contesto che si parla di overtourism, un fenomeno sempre più diffuso che riguarda non solo le mete turistiche più famose ma anche luoghi una volta considerati “nascosti”. In questo articolo analizzeremo il significato dell’overtourism, le sue cause, i suoi effetti e le possibili soluzioni per un turismo più sostenibile.

Overtourism: definizione e significato

Il termine overtourism, o sovra-turismo, indica la situazione in cui una località turistica riceve un numero di visitatori superiore alla propria capacità di sostenere tale presenza in modo equilibrato e sostenibile. Questo squilibrio provoca conseguenze negative a vari livelli: ambientale, economico, sociale e culturale.

Tra i principali impatti dell’overtourism troviamo:

  • Erosione dell’ambiente naturale e del patrimonio culturale.
  • Aumento del costo della vita, in particolare dei prezzi degli alloggi.
  • Perdita dell’identità locale e omologazione culturale.
  • Saturazione dei servizi pubblici e infrastrutture.
  • Insoddisfazione crescente tra i residenti, spesso costretti a lasciare il proprio quartiere o città.

Luoghi come Venezia, Barcellona o Dubrovnik sono diventati emblemi di questo fenomeno, attirando milioni di visitatori ogni anno e vedendo compromessa la qualità della vita degli abitanti.

Come siamo arrivati a questo punto?

Le cause dell’overtourism sono molteplici e si intrecciano con fattori economici, tecnologici e culturali:

  • Maggiore accessibilità ai viaggi internazionali, grazie a voli low cost e pacchetti turistici economici.
  • Espansione della classe media a livello globale, in particolare in paesi come Cina e India.
  • Sviluppo di piattaforme online che facilitano la prenotazione di alloggi privati, trasformando appartamenti residenziali in strutture ricettive.
  • Influenza dei social media, che promuovono mete “instagrammabili” spingendo migliaia di turisti verso le stesse destinazioni.
  • Mancanza di pianificazione e gestione sostenibile dei flussi turistici, soprattutto in contesti urbani delicati.

L’effetto combinato di questi fattori ha portato a una crescita esplosiva del turismo in città che non erano pronte a gestire una tale pressione. Venezia, ad esempio, ha raggiunto un impressionante rapporto di 73,8 turisti per abitante tra centro storico e terraferma.

Gli effetti dell’overtourism sulle città e sulla vita quotidiana

L’overtourism genera impatti tangibili sulla vita quotidiana dei residenti e sull’integrità delle città e un impatto sulla crisi climatica:

  • Congestione urbana: traffico, code, affollamento nei mezzi pubblici e nei servizi essenziali.
  • Inquinamento: aumento della produzione di rifiuti, maggiore impronta ecologica, consumo eccessivo di risorse naturali.
  • Affitti alle stelle: la conversione di abitazioni in alloggi turistici fa aumentare i prezzi, rendendo difficile per i residenti trovare casa.
  • Perdita dell’identità culturale: le città si trasformano in vetrine artificiali, snaturando la propria autenticità per adattarsi alle esigenze dei turisti.

Perché è un problema collettivo, non solo turistico

L’overtourism non è un problema che riguarda solo il settore turistico. Ha ricadute significative anche su:

  • Economia locale: i benefici economici non sono distribuiti equamente e molti piccoli esercenti vengono penalizzati.
  • Ambiente: l’eccessivo sfruttamento del territorio e la pressione sulle risorse naturali danneggiano ecosistemi fragili.
  • Qualità della vita dei residenti: rumore, affollamento e disservizi rendono molte città invivibili nei periodi di alta stagione.

Affrontare il problema significa ripensare l’intero modello di sviluppo urbano e turistico, ponendo al centro le comunità locali e la sostenibilità a lungo termine.

Ripensare il turismo: soluzioni e approcci sostenibili

Fermare o invertire la tendenza dell’overtourism è una sfida complessa, ma non impossibile. Servono interventi coordinati a più livelli:

  1. Controllo dei flussi

Molte città stanno introducendo limiti al numero di visitatori, biglietti d’ingresso o prenotazioni obbligatorie per regolare gli accessi nei periodi più critici. Esempio emblematico è Venezia, che ha introdotto un sistema di ticketing per i turisti giornalieri.

  1. Regolamentazione degli alloggi turistici

Diversi comuni stanno intervenendo per limitare l’uso residenziale trasformato in turistico, come nel caso di New York, Firenze o Amsterdam, imponendo vincoli e registrazioni obbligatorie per gli affitti brevi.

  1. Diversificazione delle destinazioni

Promuovere mete alternative e meno conosciute può alleggerire la pressione sulle località più affollate. Incentivare il turismo nelle basse stagioni aiuta a distribuire meglio il flusso di visitatori.

  1. Turismo lento ed esperienziale

Valorizzare esperienze autentiche, rispettose del territorio e delle persone, significa proporre un modello di turismo responsabile che favorisca la qualità rispetto alla quantità.

  1. Educazione del viaggiatore

I turisti devono essere consapevoli dell’impatto delle proprie scelte. Campagne informative e una maggiore sensibilizzazione possono favorire comportamenti più etici e sostenibili.

  1. Coinvolgimento delle comunità locali

Le decisioni devono essere prese in collaborazione con i residenti, garantendo che il turismo non intacchi i servizi essenziali e porti benefici reali a chi vive nel territorio.

L’overtourism è una sfida urgente che richiede una visione lungimirante e un impegno condiviso tra istituzioni, operatori turistici e cittadini. Solo attraverso un turismo più equilibrato, sostenibile e rispettoso potremo continuare a viaggiare senza distruggere ciò che rende un luogo speciale: la sua autenticità, la sua gente, il suo ecosistema.

*Articolo pubblicato il 18 dicembre 2023 e sottoposto a successive revisioni

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Specializzata su temi ambientali e sui new media. Co-ideatrice del premio Top Green Influencer. È co-fondatrice della FIMA e fa parte del comitato organizzatore del Festival del Giornalismo Ambientale. Nel comitato promotore del Green Drop Award, premio collaterale alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2018 ha vinto il prestigioso Macchianera Internet Awards per l'impegno nella divulgazione dei temi legati all'economia circolare. Moderatrice e speaker in molteplici eventi, svolge, inoltre, attività di formazione e docenza sulle materie legate al web 2.0 e sulla comunicazione ambientale.