Comunità energetiche: come funzionano

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Comunità energetiche: come funzionano

Con il decreto sulle Comunità energetiche rinnovabili (CER), i consumatori finali di energia elettrica potranno associarsi costituendo un soggetto autonomo che può produrre localmente da fonti rinnovabili e condividere l’energia con ricadute positive a livello impatto sociale, ambientale ed economico.

La sfida climatica oggi non può più essere vinta da pochi. Ripensare le città, ridurre le emissioni e prepararsi agli impatti dei cambiamenti climatici richiede il coinvolgimento attivo di tutti. Un passo concreto in questa direzione è rappresentato dalle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), ufficialmente riconosciute dal decreto attuativo pubblicato il 24 gennaio 2024 dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). Un provvedimento che cambia le regole del gioco: i cittadini diventano protagonisti della produzione e condivisione dell’energia rinnovabile.

Comunità Energetiche Rinnovabili: cosa sono e perché sono importanti

Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono associazioni tra cittadini, imprese, enti locali e altri soggetti, che si uniscono per produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili a livello locale. Il loro obiettivo è favorire l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia pulita, riducendo le emissioni, alleggerendo la rete elettrica, abbattendo i costi e combattendo la povertà energetica.

Non si tratta solo di una misura tecnica, ma di una trasformazione culturale: le CER promuovono un nuovo modello di energia partecipata e solidale, con benefici diffusi per l’intera comunità.

Il coinvolgimento attivo dei cittadini nella transizione energetica

Il cuore delle CER è il principio dell’autoconsumo condiviso. Come sottolineato anche dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), l’autoconsumo consiste nell’utilizzare l’energia prodotta da fonti rinnovabili nello stesso momento in cui viene generata, all’interno della comunità.
Chi partecipa a una CER non è più solo un consumatore passivo, ma un prosumer (produttore + consumatore): produce energia, la usa, e quella che non consuma viene condivisa con gli altri membri della comunità, creando un “paniere virtuale di energia”. Così, si diventa attori della transizione energetica e dello sviluppo sostenibile.

I benefici delle CER: ambientali, economici e sociali

I vantaggi delle CER sono molteplici:

  • Riduzione della bolletta elettrica per i prosumer, grazie alla diminuzione del prelievo dalla rete.
  • Incentivi economici del GSE calcolati sull’energia condivisa virtualmente all’interno della comunità, anche se non fisicamente scambiata.
  • Inclusione sociale e lotta alla povertà energetica: anche chi non possiede un impianto può partecipare e beneficiare del modello condiviso.
  • Crescita della coesione sociale: il paniere energetico comune rafforza i legami tra cittadini, imprese e territori.

Un esempio pratico chiarisce il meccanismo: se un produttore genera 15 kWh e ne consuma 5, i 10 kWh residui immessi in rete possono essere “prelevati” virtualmente dagli altri membri. Il GSE calcola l’incentivo in base all’energia effettivamente condivisa all’interno della comunità (in questo caso, fino a 10 kWh), incentivando così la collaborazione e l’efficienza.

Chi può partecipare a una comunità energetica

Possono far parte di una CER:

  • Persone fisiche
  • Piccole e medie imprese
  • Enti locali e territoriali
  • Amministrazioni comunali
  • Artigiani e commercianti
  • Associazioni e parrocchie

È necessario che tutti i membri abbiano una fornitura di energia (POD) collegata alla stessa cabina primaria di trasformazione. Sono escluse le grandi imprese (oltre 250 dipendenti o 50 milioni di fatturato annuo), che però possono fungere da produttori terzi. La composizione minima di una CER è di due membri, uno dei quali deve possedere un impianto da fonte rinnovabile.

CER e nuovi spazi abitativi: una rivoluzione urbana

Le CER rappresentano una grande opportunità per rigenerare le città. Non solo tetti fotovoltaici: interi quartieri, condomini, centri commerciali e aree industriali possono diventare nodi energetici locali, basati sulla collaborazione e sull’autoproduzione.

Anche in contesti urbani con spazi limitati è possibile costituire CER: ad esempio, un centro commerciale può riunire i propri negozianti e consumatori in una configurazione di autoconsumo collettivo. Stesso discorso per i condomìni, dove i pannelli installati sul tetto possono servire più famiglie. In questo modo, le CER valorizzano il tessuto urbano, incentivano la nascita di reti solidali e attraggono investimenti sul territorio.

Regole e incentivi per le CER

L’energia condivisa all’interno della CER può provenire da impianti fotovoltaici, idroelettrici, eolici, a biogas e altre fonti rinnovabili. L’unico vincolo è la prossimità geografica: produttori e consumatori devono trovarsi nella stessa area di competenza della cabina primaria.

Gli incentivi del GSE saranno erogati sull’energia virtualmente scambiata nella comunità, calcolata su base oraria, in base ai flussi di produzione e consumo.

Entro il 23 febbraio 2024, il GSE pubblicherà le regole operative definitive. Successivamente, tra fine marzo e inizio aprile, saranno attivati:

  • Il portale per l’accesso agli incentivi
  • Il portale di verifica documentale (facoltativo), utile per controllare la completezza delle domande

Gli strumenti in arrivo per le CER

Per agevolare la nascita delle CER e orientare cittadini e imprese, il GSE ha già messo online una sezione dedicata, con FAQ dettagliate e informazioni pratiche.

È inoltre in fase di realizzazione un simulatore per le utenze, che consentirà di:

  • Calcolare i consumi aggregati dei futuri membri della CER
  • Simulare l’energia condivisa e gli incentivi ottenibili
  • Stimare tempi di rientro degli investimenti

Strumenti fondamentali per favorire trasparenza, partecipazione e consapevolezza, contrastando la sfiducia e la burocrazia che spesso ostacolano l’innovazione.

*Articolo pubblicato il 14 marzo 2024 e sottoposto a successive revisioni

Storica, saggista e specialista in comunicazione ambientale. Parte sempre dalla catalogazione di fonti autorevoli per ottenere dati e informazioni attuali che poi rielabora per offrire contenuti divulgativi a prevalente valenza sociale e ambientale. Catalogare e selezionare per lei sono la premessa essenziale per il riconoscimento di un valore che è il fondamento della conoscenza. Ha competenza più che trentennale nella ideazione di progetti formativi, divulgazione e disseminazione di progetti scientifici. Conta su un ampio raggio di relazioni maturate in ambito scientifico, tecnico e istituzionale che avallano i suoi contenuti e forniscono spunti per ulteriori approfondimenti. Crede nell'importanza della conoscenza e nella condivisione di esperienze e saperi. Ama la montagna e passeggiare nei boschi.