Giovani e politica: cresce l’interesse, non per quella italiana

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Giovani e politica: cresce l’interesse, non per quella italiana

Ragazzi sempre più interessati alla politica e a quello che succede nel mondo. Con maggiore fiducia nella democrazia e senso di appartenenza nei confronti dell’Europa. Poca fiducia, invece, per la politica italiana. I risultati della ricerca Generationship 2025 di Unipol Changes realizzata da Kkienn su un campione di Millennials e Generazione Z.

Giovani poco interessati alla politica e a quello che succede lontano da casa loro? Non è così, secondo i risultati dell’ultima ricerca GenerationShip 2025 di Unipol Changes, realizzata da Kkienn. Le numerose crisi internazionali degli ultimi anni hanno infatti acceso l’interesse dei ragazzi per l’attualità: quasi un giovane su due (45%) si dice molto o abbastanza interessato alla politica, nel 2022 era solo uno su tre.

Scarsa fiducia nella politica italiana

Lo scontro politico fra le parti ha rilanciato la distinzione concettuale destra-sinistra, che aveva perso significato negli ultimi anni, omologando tra loro le forze politiche (“sono tutti uguali”). Mentre nel 2022 solo un terzo dei giovani riteneva la distinzione destra-sinistra ancora valida, nel 2025 la maggioranza degli under 35 (59%) ha riconosciuto che la distinzione è attuale. Una percentuale simile (58%) si riconosce in uno dei due schieramenti.  

Nonostante la maggiore chiarezza sulle forze in campo, la fiducia nella politica italiana resta gravemente insufficiente. Nel 2022 il voto medio era di 3,9 (scala 1:10), ora si è passati a 4,3, con solo il 21% dei giovani che dice di avere molta o abbastanza fiducia nella politica italiana.

Cresce la fiducia nella democrazia

Dopo il crollo di sette punti verificatosi tra il 2022 e il 2023 (dal 56% al 49%), l’emergere di leadership autocratiche e di politiche antidemocratiche in tutto il mondo ha stimolato una ripresa di fiducia dei giovani anche nei confronti della democrazia. Come nel 2022, più di un ragazzo su due dichiara di aver fiducia nei confronti di questa forma di governo, ma resta preoccupante la quota di sfiduciati: 30%. Tra gli under 35 cresce leggermente la fiducia nell’efficacia della democrazia come strumento di libertà, progresso e pace fra i popoli.

Sotto lo choc delle crisi, aumenta la domanda di Europa

Dopo la crisi di consenso registrata nella fase post-pandemica, nel 2025 l’Europa recupera terreno agli occhi dei giovani italiani. Nelle interviste migliora l’associazione con i concetti di opportunità (opposta a zavorra), di unione (opposta a divisione) e di somiglianze (opposte a differenze). Un’ipotesi per provare a spiegare questo recupero inatteso è che si tratti di un effetto della crisi dell’Occidente, determinata dal ciclone Trump, dalle politiche non amichevoli dell’amministrazione americana verso il Vecchio Continente e dalle minacce belliche russe.

In altre parole, l’apparire di minacce esterne rafforza il bisogno di solidarietà fra gli europei. Analogamente, il manifestarsi di forte differenze all’interno dello schieramento occidentale ha reso più evidenti le somiglianze tra i vari paesi della vecchia Europa. E’ un fenomeno che si osserva fra i giovani, mentre gli adulti sono più tiepidi.

Allo stesso modo, si registra un rafforzamento dell’identità territoriale europea. Dopo anni di indebolimento, sono aumentati sensibilmente i giovani che si sentono anche europei, raggiungendo i due terzi del totale. Un senso di appartenenza che supera quello nei confronti del proprio Comune o della propria città di residenza. È probabilmente il riflesso identitario della cambiata percezione dell’Europa, ritenuta una risorsa per gli europei nella nuova fase storica.

Il secondo effetto è un vivace aumento della multi-appartenenza, con la parziale eccezione della principale, l’italianità. I giovani sentono di appartenere a territori diversi e non accettano di schierarsi in un mondo diviso e in lotta.

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Primo laureato in Italia in data analysis applicata alle scienze umane, ha insegnato Tecniche di ricerca psicologica e analisi dei dati presso l’Università di Torino. Ha fondato e attualmente dirige Kkienn Connecting People and Companies, azienda specializzata nella ricerca e consulenza sul cliente. Come direttore di istituti di ricerca, vicepresidente di società di consulenza internazionali (Cap Gemini) e ricercatore ha collaborato con molte delle maggiori imprese del Paese. Scrive per il Corriere della Sera. Per il Gruppo Unipol cura la realizzazione di GenerationShip, l’osservatorio sulle nuove generazioni.