Perché l’on demand tv è generalista
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Pneumatici, lattine, bottiglie di vetro diventano mattoni per costruire abitazioni. Ideate nel secolo scorso da Michael Reynolds sono un esempio riuscito di bioarchitettura ed economia circolare.
Immaginate di vivere in una casa che sembra uscita da un film di fantascienza e dove, grazie ad una tecnologia amica dell’ambiente, è possibile gestire, in modo sapiente, il problema dei rifiuti e affrontare le sfide legate al cambiamento climatico. Stiamo parlando di abitazioni straordinarie, costruite utilizzando materiali che, solitamente, finiscono in discarica, capaci, al contempo, di trasformare l’energia del sole e del vento in luce e calore e di raccogliere l’acqua piovana che potrà quindi essere usata per le necessità quotidiane (dalla doccia all’irrigazione delle piante). Il loro nome Earthship le fa apparire delle abitazioni futuribili, ma, in realtà, già esistono in ogni continente.
Queste strutture – realizzate senza il consumo di materie prime vergini e progettate per essere completamente autonome dal punto di vista energetico e idrico – sono state ideate negli anni ’70 da Michael Reynolds, un visionario architetto americano che ha cercato di rispondere alle crescenti preoccupazioni ambientali attraverso soluzioni innovative e sostenibili.
La prima Earthship, chiamata Thumb House, venne costruita nello stato del Nuovo Messico, ma il format si è diffuso in molti altri Paesi arrivando a fine ‘900 in Sud Africa, nei primi anni 2000 in Europa, per l’esattezza in Belgio, e poco dopo in Australia. Tuttavia, qualora, per ipotesi, avessimo di fronte a noi una cartina geografica del mondo, le bandierine per geolocalizzare le Earthship sarebbero davvero molte di più. Queste abitazioni possono essere rintracciate sia in contesti rurali sia in aree urbane tra loro diverse e ciò dimostra la loro versatilità ed adattabilità ad ambienti e climi diversi.
Queste particolari abitazioni sono pronte ad affrontare le sfide del domani grazie all’impiego di oggetti del passato. L’utilizzo di pneumatici usati, bottiglie di vetro e lattine è una delle caratteristiche distintive delle Earthship. Gli pneumatici sono riempiti con terra battuta ed utilizzati come mattoni per costruire le pareti portanti. Questi “laterizi” hanno infatti eccellenti proprietà isolanti e termiche grazie alla massa termica che accumulano. Le bottiglie e le lattine, inserite nelle mura non solo riducono la necessità di utilizzare altri materiali da costruzione, ma permettono anche di creare pareti artistiche e colorate che sfruttano la luce naturale, riducendo la necessità di illuminazione artificiale.
L’aspetto incredibile per chi non ha una approfondita conoscenza della bioarchitettura è che, in questo caso, non si tratta solamente del riutilizzo di materiali, della possibilità di disassemblare le strutture create e della riduzione al minimo del consumo di nuove risorse: le Earthship sono progettate per essere autosufficienti.