Giovani adulti e giovanissimi sono il futuro. E le differenze sono notevoli probabilmente più marcate rispetto a quelle tra Millennials e Generazione Y
La Generazione Z è ormai diventata sinonimo di “nuovi giovani”, ma in realtà molti dei suoi membri sono già adulti o alle soglie della maggiore età. Oggi, per comprendere davvero i cambiamenti socioculturali in atto, è fondamentale ampliare lo sguardo e includere anche la Generazione Alpha. Spesso confuse tra loro, la Gen Z e la Gen Alpha presentano in realtà differenze profonde, influenzate da eventi storici, dinamiche familiari e soprattutto dall’evoluzione tecnologica. In questo articolo vedremo chi sono le generazioni Z e Alpha, quali sono le loro caratteristiche e cosa cambia davvero tra una e l’altra.
Chi è la Generazione Alpha
Quando si parla di Generazione Alpha, ci si riferisce ai nati dal 2013 in poi. Secondo il demografo australiano Mark McCrindle, che ha coniato il termine nel suo libro The ABC of XYZ, si è voluto iniziare un nuovo ciclo di lettere dopo la Z, proprio a simboleggiare un nuovo inizio. Dunque, la generazione Alpha da che anno parte? Dal 2013, e continuerà indicativamente fino al 2025, seguendo il principio che una generazione dura circa 15 anni.
Si tratta quindi dei più giovani tra noi: bambini e preadolescenti che stanno crescendo in un mondo dove l’online è la normalità. L’arrivo della pandemia di Covid-19 ha poi segnato in modo particolare i loro primi anni di vita, rendendoli testimoni di un cambiamento epocale.
Caratteristiche della Generazione Alpha
Parlare di caratteristiche della Generazione Alpha significa parlare di digitalizzazione totale. Questi bambini e ragazzi sono nativi digitali puri, cresciuti con smartphone, tablet e assistenti vocali fin dalla culla. Ma non si tratta solo di tecnologia: il loro stile di vita è influenzato anche da nuove abitudini familiari, da genitori più consapevoli (ma anche più protettivi), da una natalità in calo e da dinamiche sociali completamente diverse da quelle delle generazioni precedenti.
Tra i valori più evidenti troviamo:
- Autonomia digitale precoce
- Individualismo spiccato
- Sensibilità per temi ambientali e sociali
- Attenzione all’identità e all’espressione personale
Tuttavia, questo eccesso di esposizione al digitale può comportare anche svantaggi: difficoltà a gestire le emozioni, bisogno costante di stimoli, e rischi legati alla salute mentale. In questo senso, è utile leggere anche l’approfondimento su transilienza e gestione dell’incertezza, una competenza chiave per queste nuove generazioni.
Gen Z e Alpha
A prima vista, Gen Z e Alpha possono sembrare molto simili. In realtà, hanno vissuto esperienze e contesti molto diversi. La Generazione Z, che include i nati tra 1997 e il 2012, ha assistito al passaggio dal mondo analogico a quello digitale, ed è stata protagonista dell’ascesa dei social network. Chi è nato nel 1996 o nel 1997 è spesso considerato uno “Zillennial”, a metà tra Millennials e Z.
La Generazione Alpha, invece, è nata direttamente dentro il digitale: per loro, il concetto di “prima dei social” è qualcosa che non hanno mai vissuto.
Nel confronto tra le due:
- La Gen Z ha imparato ad adattarsi al digitale
- Gli Alpha ci sono cresciuti dentro, e saranno i veri protagonisti dell’alfabetizzazione digitale futura
- La pandemia ha inciso in modo molto più profondo sugli Alpha, sia dal punto di vista relazionale che educativo
In sostanza, le generazioni dopo la Z non rappresentano una semplice evoluzione, ma un vero e proprio cambio di paradigma. Per un confronto generazionale più ampio, ti consigliamo anche questo articolo: Boomers contro Millennials.
Individualismo o consapevolezza?
Una delle domande più interessanti che sorgono osservando la Generazione Alpha riguarda il loro modo di stare nel mondo. Da un lato, sono figli di genitori più informati e attenti, spesso consapevoli dei rischi dell’online. Dall’altro, sono anche molto più soli: le famiglie con più figli sono sempre più rare, e la digitalizzazione ha reso il rapporto con gli altri più virtuale che fisico.
Tutto ciò si traduce in una generazione apparentemente individualista, ma che in realtà potrebbe sviluppare una nuova forma di consapevolezza personale. Il rischio? Un analfabetismo emotivo crescente, già segnalato all’interno della stessa Generazione Z, e potenzialmente ancora più marcato negli Alpha. In questo contesto, diventa attuale il dibattito sulla scienza della perfezione, spesso imposta da modelli irraggiungibili su social e media.
Un futuro personalizzato ma fragile
Una cosa è certa: la Generazione Alpha crescerà con aspettative alte, plasmate da un mondo fatto su misura. Contenuti personalizzati, percorsi educativi flessibili, videogiochi interattivi: tutto sarà costruito intorno ai loro gusti e alle loro esigenze. Piattaforme come Roblox sono già oggi il simbolo di questo approccio: ambienti che uniscono social network e videogame, creando mondi “su misura”.
Ma questa iper-personalizzazione può generare anche fragilità. Le nuove generazioni potrebbero diventare ancora più sensibili alla frustrazione, al fallimento, alla mancanza di controllo. Non a caso, su TikTok viene spesso usato il termine “snowflakes” per indicare giovani facilmente urtabili e poco resilienti.
Tuttavia, c’è anche un’altra possibilità: nascere nell’era digitale può permettere agli Alpha di comprendere più a fondo le dinamiche tecnologiche e imparare a gestirle con maggiore intelligenza e responsabilità.
Non sappiamo con certezza come sarà il mondo guidato dalla Generazione Alpha. Ma sappiamo che, per prepararlo al meglio, è fondamentale investire in educazione, supportare i genitori di oggi e di domani, e promuovere un uso consapevole della tecnologia. Perché il futuro non va solo costruito, va anche capito. E possibilmente, guardato anche lontano dallo schermo di uno smartphone.
*Articolo pubblicato ad agosto 2024 e sottoposto a successive revisioni