Siamo noi, non il lavoro, a dover cambiare

Il 2021 è stato un anno di cambiamenti e nuove strategie nell’organizzazione del lavoro. Il nuovo numero di Changes Magazine porta la riflessione al Premio Ischia Internazionale di Giornalismo.
Il 2021 è stato un anno di cambiamenti e nuove strategie nell’organizzazione del lavoro. Il nuovo numero di Changes Magazine porta la riflessione al Premio Ischia Internazionale di Giornalismo.
Nuove competenze, empatia, riqualificazione, gap di genere. Dopo un anno di pandemia, quali sono gli strumenti a nostra disposizione per i prossimi 5 anni?
Non basta essere gentili e formali. Facciamoci aiutare dalla linguistica per creare stili di dialogo che aiutano a lavorare meglio. Anche quando impostiamo l’out of office.
Cosa voglio fare davvero da grande? E soprattutto, chi voglio essere? Le domande da farsi per trovare il proprio scopo, esattamente come fa un’azienda.
A guardare la storia dell’imprenditoria non si hanno dubbi: è la “perspiration” o sudore a fare la differenza. Partiamo dall’esperienza di Thomas Edison per riflettere su come imparare dagli errori e su come adattarsi al cambiamento continuo.
Una delle lezioni della pandemia è la consapevolezza che le macchine non si ammalano, diversamente dagli umani. Le nostre fabbriche si riempiranno di robot?
La tecnologia cambia il lavoro e l’atmosfera che passa dalla rassegnazione del film vincitore del premio Oscar all’innovazione precaria dei giovani pionieri delle nuove occupazioni.
L’esercizio più difficile cha abbiamo fatto nell’ultimo anno e mezzo è stato gestire le ore della giornata. Tra prove ed errori la scienza ci aiuta a cambiare prospettiva.
La storia di Paolo Raineri che studiando i comportamenti degli elefanti marini ha fondato Yumi che dà un valore agli elementi intangibili.
Anche le macchine possono avere un cuore. Ne sono convinti gli studiosi dell’Affective Computing che indaga le emozioni umane e le sue manifestazioni per migliorare in senso collaborativo l’interazione uomo-automi.
Il tempo della ricreazione in rete è finito: la crisi del mondo del lavoro morde. Quando possiamo lasciare tracce di noi su Internet, facciamolo seminando delle “molliche” professionali.
Il vocabolario definisce lo stare bene come una condizione di buona salute, forze fisiche e morali. Oggi, con due lockdown alle spalle, questa accezione è ancora valida?
Avete iniziato l’anno un po' stancamente e cercate nuove motivazioni? Il goal gradient effect è la soluzione per un download della voglia di fare senza intoppi. Anche in tempo di pandemia.
L’impatto sull’occupazione è dieci volte superiore alla crisi del 2008. Italia la più colpita. Le evidenze dell’Employment Outlook 2020 di OECD al centro di un incontro del Think Tank “Welfare Italia” e The European House–Ambrosetti.
Ha perso la sua accezione di fatica e dolore che deriva dalla cultura cristiana per diventare sinonimo di forza, vigore, motore capace di muovere tutto. La nuova veste di una delle parole più gettonate dell’anno. Anche in azienda : passione.