La società dei poli opposti
L’inondazione di Valencia ha ben evidenziato i pericoli di una gestione territoriale in cui pochissimi erano decisori e concentrati su altri obbiettivi, mentre i molti, e veri co
L’esercizio più difficile cha abbiamo fatto nell’ultimo anno e mezzo è stato gestire le ore della giornata. Tra prove ed errori la scienza ci aiuta a cambiare prospettiva.
Il tempo è una dimensione che spesso ci sfugge di mano, benché noi esseri umani cerchiamo di imbrigliarlo, misurarlo, prevederlo e ottimizzarlo. Il tempo è difficile da gestire. E se nell’ultimo anno sono proliferati articoli e pubblicazioni su come gestirlo al meglio con regoline magiche, tattiche vincenti e liste di cose da rispettare, molto spesso oggi ci troviamo ancora a fine giornata con una to do list che non è stata totalmente depennata e la sensazione che avremmo potuto e dovuto fare di più.
Proviamo quindi ad affrontare il tema da un altro punto di vista. Adottiamo la prospettiva dello scienziato che nel suo laboratorio fa diverse prove per arrivare alla formula magica nella gestione delle proprie ore. Uso la metafora dello scienziato perché la trovo calzante per passare da una prospettiva di pianificazione e previsione ad una invece di sperimentazione e continuo adattamento. La pianificazione vede il tempo come una misura lineare, una retta su cui si inseriscono eventi, impegni e imprevisti. La sperimentazione vede il tempo come un ciclo attraverso il quale si fanno delle prove, si valuta, si aggiusta e poi si riparte.
La scienza questo fa: procede per prove ed errori, ipotesi da confermare e confutare. E in questo processo fatto di sperimentazione possiamo scoprire come funzioniamo e come trovare le nostre strategie, adatte per oggi e magari non per domani.
La proposta che faccio qui è di istituire dei momenti di check nella giornata in cui farsi delle domande che aiutino a stare sempre di più nella modalità circolare dello scienziato e meno in quella lineare del pianificatore. Semplicemente perché abbiamo capito che pianificare non sempre funziona. Propongo tre momenti di check, adattabili alla propria routine giornaliera ovviamente.
Partire chiedendosi “Cosa mi può aiutare per iniziare la giornata con il livello di energia di cui ho bisogno oggi?”. La risposta potrà cambiare a seconda di ciò che si deve fare nelle ore successive e dello stato attuale al risveglio. Il punto è settare la propria mente verso un atteggiamento efficace che aiuti a trovare la strategia migliore in quel momento per attivarsi e quindi trarre il meglio dal tempo che si ha di fronte a sé.
Fare una pausa chiedendosi “Cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato stamattina nella gestione del mio tempo?”. La risposta è un’autoanalisi rispetto alle ore precedenti e al come si sono sfruttate. Osservarsi è il primo passo da fare per poter aggiustare il tiro verso la direzione desiderata. Ciò orienta la mente verso un aggiustamento per la seconda parte della giornata.
Concludere chiedendosi “Quali sono le attività che ho fatto oggi e le questioni che ho gestito?”. La risposta orienta la propria mente all’evidenziare ciò che si è ottenuto nelle ore precedenti e questo provoca una sensazione di appagamento. Sentirsi soddisfatti e in controllo è fondamentale per aumentare il proprio livello di efficacia nella gestione del tempo. Al contrario chiudere la giornata pensando “Oggi ho perso un sacco di tempo” porta solo a frustrazione.
Infine, ricordiamoci di avere anche un pizzico di auto-compassione e di mettere da parte il giudizio verso noi stessi. Carlo Rovelli, fisico e autore di L’ordine del tempo scrive “Se non si perde tempo non si arriva da nessuna parte.”