Sei consigli per difenderci dalla plastica
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Burger a base di larve e pasta alla farina di grillo. Gli insetti edibili sono la nuova frontiera del cibo "il novel food" che l’Unione europea ha liberalizzato da gennaio 2018. E secondo la Fao sfameranno il mondo in modo sostenibile e salutare.
Burger a base di larve e pasta alla farina di grillo. Gli insetti edibili sono la nuova frontiera il “novel food” che l’Unione europea ha liberalizzato da gennaio 2018. E secondo la Fao sfameranno il mondo in modo sostenibile e salutare.
Dalla fine di agosto entrando in una qualsiasi Coop svizzera si possono trovare burger e polpette a base di larve. La rivoluzione degli insetti edibili venduti attraverso la grande distribuzione è già cominciata a pochi chilometri dai confini italiani. A produrli è la start up elvetica Essento, che si è specializzata nella ricerca e nell’innovazione di cibo a base di insetti e nella diffusione della cultura alimentare di questi prodotti. Prima della Svizzera, a fare da apripista è stato il Belgio, il Paese europeo più aperto a questi cibi, dove sono già autorizzati 10 tipi di insetti (grillo e grillo tropicale, locusta africana e americana, tenebrione, tenebrione gigante, il buffalo worm, tarma della cera, tarma minore della cera e baco da seta), a patto che siano stati allevati in Europa e presso strutture autorizzate; e l’Olanda dove si possono acquistare la camola della farina, il buffalo worm e le cavallette.
Da gennaio 2018 con l’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo sul Novel food, ovvero i nuovi alimenti, che vuole rendere più facile l’allevamento e la circolazione di cibi innovativi sia per uso umano, sia per uso animale, il mercato è destinato ad allargarsi. Il Novel food, insetti compresi, è disciplinato in Europa fin dal 1997 tramite il Regolamento 258, e ha una definizione semplice: è novel foods qualsiasi prodotto alimentare che “non sia stato utilizzato in misura significativa per il consumo umano nella Comunità prima del 15 maggio 1997”.
Con l’entrata in vigore del nuovo regolamento, l’allevamento e la vendita di insetti sarà più facile, anche in Italia. «Non dobbiamo aspettarci che dal primo gennaio 2018 i nostri supermercati siano invasi da prodotti a base di insetti perché l’entrata in vigore del regolamento non porta automaticamente alla commercializzazione», ha detto Marco Gualtieri, ideatore e Presidente di Seeds&Chips, il forum globale sull’innovazione del cibo. «Non c’è dubbio, però, che questo dia una spinta decisiva per le aziende, molte delle quali italiane, che da anni sono attive nella ricerca». A mancare ancora in Europa, Italia in testa, è la cultura alimentare verso insetti, e i prodotti da loro derivati, che sono già cibo quotidiano per due miliardi di persone nel mondo. «Si pensa che a finire nel piatto sia l’insetto intero, invece, bisogna guardare a grilli e larve come materia prima che tecnologicamente lavorata finirà nei mangimi per animali e poi come ingrediente in cucina, per fare burger ma anche pasta e così via», ha detto Gualtieri. Ricchi di proteine, gli insetti sono considerati un cibo sostenibile, perché si allevano con poca acqua ed energia. Secondo recenti stime delle Nazioni Unite, entro il 2050 la popolazione mondiale passerà dagli attuali 7 ai 9,7 miliardi, circa 2,5 miliardi di persone in più, che popoleranno la Terra e che bisognerà sfamare raddoppiando la produzione di cibo, riducendo al massimo gli sprechi e, in particolare, sperimentando generi alimentari alternativi. Per questo secondo la Fao gli insetti sono il cibo del futuro e sono oltre 1900 le specie che potrebbero arrivare in commercio. «Siamo di fronte a una sfida che riguarda la sostenibilità di tutta la filiera alimentare, che già oggi incide in maniera pesante sul cambiamento climatico», ha detto Gualtieri.
La sfida alla sostenibilità alimentare è un’opportunità per il sistema italiano delle imprese che hanno puntato sull’innovazione. Tra queste c’è Italbugs fondata da Marco Ceriani, inizialmente sviluppata dalla Fondazione Parco Tecnologico Padano (Ptp Science Park) e co-finanziato dal Comune di Milano, ed ora attiva in Olanda dove alleva e trasforma grilli, bachi da seta e larve e lavora a stretto contatto con l’università di Wageningen, la prima al mondo per l’agrifood. Fino ad oggi in Italia la legislazione non consente di allevare insetti per uso alimentare, non consente di venderli, ma consente, invece, che possano diventare cibo per animali.
Il made in Italy degli insetti è già in movimento con start up come Addento, nata dall’idea di Andrea Di Nardo, Edoardo Imparato e Francesco Majno, che propongono snack, pane e cracker impastati con la farina di grillo e suggeriscono ricette italiane adatte all’uso degli insetti. L’innovazione è alla base di Bella Pupa, l’azienda ideata da Massimo Reverberi, imprenditore trapiantato a Shanghai che ha trasformato i bachi da seta in snack ed è arrivato a sedersi sulla poltrona di presidente della Asean Food and Feed Insects’ Association, che si occupa dello sviluppo dell’entomocultura, dei requisiti normativi e dell’accesso dei prodotti su tutti i mercati. La sfida è aperta soprattutto sul fronte del commercio internazionale. Per esempio, la Francia ha già stanziato un miliardo di euro per sviluppare le “proteine intelligenti” (da microalghe e insetti commestibili). Lo stato francese punta alla leadership mondiale entro il 2030, stando all’impegno recentemente sottoscritto dal Governo francese durante il Salone Internazionale dell’Alimentazione di Parigi.
Dalla parte degli insetti c’è che, date le loro proprietà organolettiche e la ricchezza di proteine, sono da considerare un cibo healthy, salutare come i cosiddetti “superfood”, alimenti ricchi di nutrienti, su cui oggi l’industria alimentare della grande distribuzione punta così tanto da aver portato l’Unione europea a mettere un freno vietando a partire dal 2007 l’uso della parola “superfood” sulle confezioni dei prodotti “a meno che non sia giustificata da ricerche convincenti e autorevoli”. «Gli insetti potrebbero diventare superfood e aiutare la biodiversità che si va sempre più depauperando», ha detto Gualtieri. «Ci sono una serie di numeri che aiuta a capire meglio: 30 mila, 7 mila, 150, 30 e 3. Sono nell’ordine 30 mila le piante commestibili conosciute, 7 mila quelle che l’uomo ha in qualche modo coltivato, 150 quelle che utilizza oggi, 30 quelle che compongono il 90% della dieta, e solo 3 quelle che fanno parte del 50% delle diete. E qui stiamo parlando solo di mondo vegetale» ha sottolineato il presidente di Seeds&Chips il quale pensa che arriveremo a pensare e a comprare grilli esattamente come oggi acquistiamo quinoa.
In tema di salute e dei controlli su questi nuovi cibi che presto arriveranno al supermercato c’è, invece, ancora molto da scrivere, anche come regolamento europeo. Con il nuovo Regolamento sui novel food attivo da gennaio 2018, di fatto, non cambia nulla in termini di sicurezza per i cittadini ma si va a semplificare e aggiornare l’iter normativo che non sarà più delegato all’autorità competente del singolo Stato comunitario. A vigilare sulla sicurezza, infatti, è la European Food Safety Authority (EFSA) che ha posto la condizione che gli insetti vengano allevati in Europa per garantire che non siano nocivi e non generino allergie e, se EFSA non esprime dubbi sulla sicurezza, potranno essere immessi in commercio senza passare attraverso il Comitato di approvazione degli altri Stati membri. In quale forma, però, non è stato chiarito. Potrebbero essere autorizzati al naturale, sotto forma di farine o snack. Per questo il commercio di cibi a base di insetti in Italia, non sarà domani, ma certamente prima di quanto si creda.