Handling dell’auto: cos’è e a cosa serve

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Handling dell’auto: cos’è e a cosa serve

Si tratta della capacità del veicolo di seguire il comando del guidatore, anche in condizioni critiche. Come funziona un aspetto fondamentale che determina come una vettura si comporta su strada.

È possibile che tu abbia incontrato il termine handling in vari contesti collegati al mondo dell’automobile. Forse hai letto un articolo su una rivista di auto, dove si discuteva delle prestazioni di un nuovo modello e si faceva riferimento alla qualità dell’handling. Oppure, potresti aver visto il termine in un forum online dedicato agli appassionati di motori, dove si confrontano opinioni su come diverse vetture si comportano in curva o su strade bagnate.
Handling tradotto significa “maneggevolezza”. In pratica indica la capacità del veicolo di seguire il comando del guidatore, anche in condizioni critiche. Un aspetto fondamentale che determina come un’auto si comporta su strada. Che tu sia un appassionato di motori o semplicemente un guidatore curioso, comprendere l’handling è essenziale per migliorare la tua esperienza di guida. Non solo per la sicurezza, ma anche per il comfort. Dalla risposta dello sterzo alla stabilità in curva, ogni elemento gioca un ruolo cruciale nel garantire sicurezza e piacere di guida. In questo articolo, esploreremo i principi base dell’handling e i fattori che lo influenzano.

Cosa contribuisce alla manegevolezza dell’auto

Alla maneggevolezza del veicolo contribuiscono moltissimi fattori e nella progettazione del veicolo si cerca il miglior compromesso, ovviamente considerando il tipo di utilizzo atteso dal veicolo. Vediamo in breve quali sono questi fattori:

  • Posizione del centro di massa del veicolo
  • Distribuzione dei pesi
  • Carreggiata e passo
  • Tipo e condizione delle gomme
  • Condizioni stradali
  • Sospensioni
  • Sterzo
  • Motore, potenza erogata
  • Aerodinamica
  • Freno
  • Controlli elettronici
  • Presenza di rimorchi

Diversi di questi fattori sono variabili, per esempio la distribuzione del peso cambia se sul veicolo c’è una persona o cinque e se ci sono dei bagagli o meno. Quindi nella progettazione del veicolo si cerca il migliore compromesso tra tutte le possibili situazioni.

Quali sono i possibili problemi

Vediamo quindi brevemente quali problemi possiamo trovarci ad affrontare quando le condizioni sono tali da rendere insufficienti le capacità di handling della vettura che stiamo guidando. In pratica è quando la vettura non fa esattamente quanto il guidatore desidera, oppure ha un comportamento anomalo, inatteso.

Sottosterzo

Per cambiare la direzione di marcia della nostra vettura agiamo sul volante che, per mezzo dello sterzo, ruota le ruote anteriori. Ovviamente per poter cambiare la direzione del veicolo le ruote devono avere aderenza con l’asfalto. Il sottosterzo avviene proprio quando le ruote anteriori perdono aderenza. Il volante diventa “leggero”, è più facile sterzare se le ruote non hanno aderenza con la strada. Il veicolo tende ad andare dritto, cioè a sterzare di meno rispetto alla direzione delle ruote anteriori e quindi a quanto desidera il guidatore.

Rimedio: rilasciare il pedale dell’acceleratore per permettere alle ruote di riprendere l’aderenza. Se possibile evitare di frenare. Continuare a sterzare sempre nella direzione della curva.

Qualcuno potrebbe chiedersi il perché del consiglio di non frenare, a meno che non sia strettamente necessario. Vediamo perché.
L’aderenza della gomma sull’asfalto dipende ovviamente dalle condizioni dell’asfalto (asciutto, bagnato, ghiaccio) e dalle condizioni della gomma. Ma in ogni momento è come se si avesse una “quantità” finita di aderenza che può essere spesa per:

  • Accelerare il veicolo (se la vettura è a trazione anteriore)
  • Cambiare direzione al veicolo
  • Frenare il veicolo

Se stiamo accelerando o frenando avremo quindi meno aderenza per far cambiare direzione al veicolo. Se in curva accelerate bruscamente, mi raccomando non fatelo o fatelo solo in condizioni di massima sicurezza, la vettura tenderà ad andare diritto, cioè a sottosterzare, se a trazione anteriore. La massima aderenza per percorrere una curva si ha quindi se non si accelera e non si frena. Da qui il consiglio precedente.

Sovrasterzo

Il sovrasterzo avviene quando la vettura sterza di più, rispetto al comando sul volante da parte del guidatore. Ma come è possibile? Succede quando a perdere aderenza sono le ruote posteriori. Se mentre sono in curva le ruote posteriori perdono aderenza, l’asse posteriore tende ad andare dritto. Il posteriore del veicolo tende ad andare verso l’esterno della curva, per il guidatore è come se la vettura sterzasse di più.

Rimedio: mantenere la calma, rilasciare il pedale dell’acceleratore per permettere alle ruote di riprendere l’aderenza. Se possibile evitare di frenare. Controsterzare, cioè, sterzare verso l’esterno della curva, per contrastare il sovrasterzo.

Se prima abbiamo detto che, per le vetture a trazione anteriore, accelerare in curva porta ad un sottosterzo, analogamente per le vetture a trazione posteriore accelerare in curva porta ad un sovrasterzo.

Trasferimento di peso

La distribuzione statica, cioè da fermo, del peso del veicolo sulle quattro ruote dipende da come è stato costruito e caricato il veicolo stesso. Normalmente è abbastanza equilibrata, cioè ogni ruota sopporta circa un quarto del peso del veicolo.
Ma quando percorriamo una curva, per effetto della forza centrifuga, le ruote “esterne” alla curva vengono caricate maggiormente rispetto alle ruote “interne”. Avviene quello che si indica come “trasferimento” di peso sulle ruote esterne.  

Maggiore la velocità e minore il raggio di curvatura, maggiore sarà questo trasferimento di peso. Ma cosa succede se si arriva a trasferire tutto il peso sulle ruote esterne? Le ruote interne non avranno più peso su di esse e quindi possono sollevarsi da terra: il veicolo si ribalta.
Questo trasferimento di carico dipende moltissimo dall’altezza da terra del centro di massa del veicolo. Il centro di massa è un punto teorico nel quale, se concentrassimo li tutta la massa del veicolo, avremmo lo stesso comportamento dinamico.
È ovvio quindi che più il veicolo è alto, maggiore è l’altezza del centro di massa, e più facile il ribaltamento. Gli autocarri e i furgoni sono molto più soggetti al ribaltamento rispetto alle vetture. Le vetture da corsa difficilmente ribaltano, se non incontrano un ostacolo.

Rimedio: può solo essere di tipo preventivo, evitare di entrare in curva a velocità eccessiva, soprattutto se si guida un camper o un furgone.

Controlli elettronici

Le nuove auto hanno, ormai da tempo di serie, dei sistemi elettronici che controllano la dinamica del veicolo. Ne abbiamo parlato in Changes. In sintesi questi sistemi permettono di:

  • Evitare il bloccaggio delle ruote in frenata (ABS)
  • Impedire, entro certi limiti, la sbandata (ESP, controllo della stabilità)
  • Evitare di perdere aderenza in accelerazione (Traction Control)
  • Controllare la velocità nelle discese (Down Hill Control)

Più altre funzioni, a seconda del modello di vettura.

Questi sistemi migliorano l’handling, aiutando il guidatore a mantenere il controllo del veicolo anche in situazioni piuttosto critiche. Quando la Mercedes produsse la prima versione della Classe A, nel 1997, una vettura che, a differenza di tutte le precedenti vetture Mercedes, aveva un centro di massa piuttosto alto, fu un fatto clamoroso che, durante la cosiddetta “prova dell’alce”, la vettura si ribaltò ad una velocità relativamente bassa per quel tipo di test, 60 km/h.
Il test dell’alce consiste nell’eseguire un percorso che prevede una brusca sterzata a sinistra, seguita da una altrettanto brusca sterzata a destra. Simula l’evitamento di un ostacolo improvviso (un alce che attraversa la strada) con rientro nella corsia di marcia. La prova viene eseguita a velocità crescenti fino a che la vettura non riesce più a seguire il percorso. Il problema della Mercedes Classe A era che prima di arrivare a questo punto, si ribaltava.
Con un importante sforzo economico la Mercedes introdusse quindi su questo veicolo il controllo elettronico ESP, oltre ad altre modifiche (sugli pneumatici ad esempio), risolvendo il problema.  

E i veicoli elettrici?

I veicoli elettrici, rispetto ai veicoli tradizionali a motore termico, godono di due vantaggi.

  1. Centro di massa più basso. Il pacco batterie su una vettura elettrica può pesare tra i 200 e i 700 Kg, una quota importante dell’intero peso del veicolo. Questo peso viene sempre disposto il più in basso possibile, nel pianale della vettura. Questo abbassa l’altezza del centro di massa, rendendo il veicolo più stabile in curva e difficilmente ribaltabile.
  2. Controllo della coppia. È molto più facile controllare la coppia erogata da un motore elettrico, che può anche essere negativa (frenata rigenerativa). I controlli elettronici possono quindi essere più efficaci nel controllare eventuali sotto/sovrasterzi del veicolo.

Quale potrebbe essere l’evoluzione futura

I sistemi di assistenza alla guida possono contribuire al miglioramento della maneggevolezza del veicolo, potendo raccogliere informazioni in anticipo su quello che il veicolo si troverà ad affrontare. Un esempio tipico sono le sospensioni. La loro rigidità è un compromesso: una sospensione più morbida assorbe meglio le asperità della strada ed aumenta il comfort di guida, una sospensione più rigida migliora il comportamento del veicolo in curva, riducendo il rollio, cioè il piegamento verso l’esterno della curva del veicolo. Ma se la rigidezza della sospensione fosse variabile e il veicolo disponesse di un sensore per rilevare dossi e buche sull’asfalto, si può avere una sospensione morbida sulle buche e rigida in curva, abbinando la sicurezza al comfort di guida.
Se poi il veicolo è dotato di sistemi di guida autonoma, anche solo di livello 3, cioè con la supervisione continua da parte del guidatore, la gestione della maneggevolezza diventa ottimale. L’ingresso in curva sarebbe sempre ad una velocità corretta, i sistemi possono adeguarsi in anticipo. Grazie ai sensori che misurano il comportamento dinamico del veicolo, è possibile anche adeguarsi alle condizioni di carico del veicolo, numero di passeggeri, la loro posizione e la presenza di bagagli.
L’innovazione e le nuove tecnologie hanno migliorato la maneggevolezza delle nuove vetture in modo importante negli ultimi decenni. Il comfort di guida è notevole, anche su veicoli di gamma medio bassa, e i sistemi di controllo elettronico intervengono ad aiutare il guidatore nelle sue manovre, a correggere i suoi errori o ridurne le conseguenze.
Abbiamo visto come reagire nel caso il veicolo venga a trovarsi in condizioni di handling critiche. Rimane comunque importante prestare la massima attenzione durante la guida, nessun sistema può evitare una uscita di strada se si entra in curva ad una velocità decisamente eccessiva. Quindi occhi sulla strada, niente distrazioni e godiamoci il comfort e la maneggevolezza delle nostre vetture.

Crediti foto: Matias Alejandro/Unplash

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Nato a Carmagnola il 14 Settembre 1956. Si laurea nel 1980 in Ingegneria Elettrica, con la votazione finale di 110/110 e lode. Specializzazione in Automazione Industriale. Dopo un paio di anni di esperienza come sistemista software entra nel 1982 al Centro Ricerche FIAT. Fino al 1990 si occupa di automazione industriale e robotica, realizzando sistemi innovativi per il montaggio e l’ispezione, utilizzando sistemi di visione artificiale. Nel 1990 la tecnologia della visione artificiale diventa matura per essere utilizzata anche sul prodotto, veicolo, e quindi inizia a sviluppare sistemi di ausilio alla guida (radar anticollisione, mantenimento corsia, sensore angolo cieco). Diventa dirigente nel 1995, e gestisce i team di sviluppo di sistemi di informativa di bordo, assistenza alla guida, telematica e interfaccia con il guidatore. Coordinatore di numerosi progetti a finanziamento Europeo. Nel 2003 coordina per Fiat il progetto regionale Torino Wireless. Nel 2012 assume l’incarico di direttore della sicurezza presso l’ACEA, l’associazione Europea dei costruttori di veicoli, a Bruxelles. Rientrato in Fiat Chrysler Automotive nel 2017, lascia l’azienda nel novembre del 2017, per avviare una attività in proprio di consulenza industriale.