Dal dominio di Google all’era dell’Intelligenza artificiale: come cambia la visibilità online

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Dal dominio di Google all’era dell’Intelligenza artificiale: come cambia la visibilità online

Per venticinque anni la SEO ha guidato il traffico sul web. Ma l’avvento dell’AI e dei modelli linguistici generativi sta riscrivendo le regole. Chi produce contenuti deve ripensare strategie, linguaggi e obiettivi.

Per un quarto di secolo Google ha dettato legge nel mondo del web. Ogni sviluppatore, marketer e redazione ha dovuto adattarsi ai suoi algoritmi, ottimizzando titoli, parole chiave e link interni per scalare la SERP, la pagina dei risultati di ricerca. La logica era chiara: più visibilità organica significava più traffico e più business.
Oggi, però, lo scenario sta cambiando. L’Intelligenza artificiale – con ChatGPT e i suoi “fratelli” – sta rivoluzionando la ricerca online. Sempre più persone pongono le loro domande direttamente ai modelli di AI, saltando del tutto la fase della ricerca su Google.

Google cala, l’AI sale

Come spiega a Changes Marco Camisani Calzolari, ceo di EthicsProfile.ai e divulgatore digitale, «il 58% delle ricerche oggi finisce senza clic. Nessuno apre più i link, nessuno legge le pagine: l’intelligenza artificiale risponde prima, meglio, da sola».
I dati confermano questa tendenza: secondo Similarweb, nel 2025 il traffico mondiale dei siti web effettuato da persone sarà calato del 15%, con punte del 31% in settori come la salute. L’AI non indirizza più verso i contenuti: li sintetizza, li riscrive, li ingloba. Internet sta cambiando pelle.

Scrivere per i modelli, non per i motori

Di fronte a questo cambiamento, le aziende devono ripensare il proprio modo di comunicare. Non basta più “piacere” all’algoritmo di Google: serve diventare rilevanti per un modello linguistico (LLM, Large Language Model). Questi modelli, addestrati su miliardi di dati testuali, non mostrano una lista di link ma generano risposte complete, filtrate e contestualizzate. Come dice Camisani Calzolari, «Google ti manda in giro, l’AI ti risponde».
La ricerca online non è più un percorso, ma un punto d’arrivo. E con esso cambiano le regole del gioco per chi crea contenuti, dall’editoria alle aziende.

La nuova partita per chi produce contenuti

Non è più questione di keyword o backlink. Per essere citati nei risultati generati dall’AI serve credibilità, trasparenza e autorevolezza. I modelli tendono infatti a privilegiare le fonti verificabili, aggiornate e coerenti.
Nasce così una nuova disciplina, già ribattezzata Generative Engine Optimization (GEO): l’arte di farsi riconoscere dalle intelligenze artificiali come fonte utile, corretta e affidabile. Ma la sfida non è solo tecnica. È culturale. Se ci abituiamo a ricevere risposte “preconfezionate”, rischiamo di perdere la capacità critica e l’abitudine a confrontare le fonti.

Dalla guerra all’alleanza con l’AI

Le aziende stanno abbandonando la logica del conflitto e cercando accordi commerciali con i colossi dell’Intelligenza artificiale. Dopo la fase iniziale, in cui si discuteva di vendere i propri dati per l’addestramento dei modelli, oggi l’obiettivo è diverso: essere presenti e ben citati nelle risposte generate dalle AI.
Visibilità, citazione e fiducia diventano la nuova triade del marketing digitale.

I siti di news cambiano rotta

Anche l’editoria sta ridefinendo le proprie strategie. Sempre più testate abbandonano la dipendenza dal traffico proveniente da Google e investono in newsletter, app proprietarie e paywall, puntando sulla relazione diretta con i lettori.
Un vantaggio competitivo emerge già: i contenuti audio e video restano difficili da sintetizzare per i modelli di AI, offrendo così uno spazio di autonomia e originalità per chi produce informazione.

Un web che si riscrive

Il cambiamento in corso non è solo tecnologico: è culturale e relazionale. Dalla ricerca di link al dialogo con i modelli, dal SEO al GEO, la rete sta vivendo la sua più grande trasformazione dopo l’arrivo dei social network.
E in questa nuova era, non sarà più chi grida più forte a emergere, ma chi saprà farsi ascoltare — anche dalle intelligenze artificiali.

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Milanese, laureato in Economia e commercio alla Università Cattolica del Sacro Cuore, è giornalista del quotidiano ItaliaOggi, co-fondatore di MarketingOggi, esperto di storia ed economia dei media, docente di comunicazione ed economia dei media per oltre 10 anni allo IED di Milano.