Guida autonoma: tra innovazione e dilemmi etici

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Guida autonoma: tra innovazione e dilemmi etici

Sogno tecnologico o rischio etico? Le auto a guida autonoma stanno diventando realtà. Esploriamo potenzialità, limiti e dilemmi morali.

Si sente parlare sempre più spesso di veicoli a guida autonoma: automobili capaci di trasportare persone o merci senza la necessaria presenza di un conducente umano. Si sale a bordo, si imposta la destinazione e il veicolo parte, affrontando traffico, ostacoli e parcheggi in completa autonomia. Sembra fantascienza, ma è una realtà che si avvicina ogni giorno di più.
Ma a che punto siamo davvero con la guida autonoma nel 2025? E quali sono le opportunità, i rischi e le sfide etiche che ci attendono lungo il percorso?

Guida autonoma: cos’è?

Quando si parla di guida autonoma ci si riferisce a una tecnologia capace di controllare completamente un veicolo, in alcuni o tutti gli aspetti della guida, senza l’intervento umano. È utile distinguere tra guida automatica e guida autonoma: la prima comprende tecnologie di assistenza (come il cruise control), la seconda fa riferimento a auto guida autonoma in grado di prendere decisioni complesse in tempo reale.

La Society of Automotive Engineers (SAE) ha definito sei livelli di automazione:

  • Livello 0: nessuna automazione.
  • Livello 1-2: assistenza alla guida (ad es. frenata automatica o controllo dello sterzo).
  • Livello 3: guida autonoma in condizioni specifiche (come la marcia in colonna).
  • Livello 4: autonomia totale in contesti circoscritti (es. solo in autostrada).
  • Livello 5: veicolo completamente autonomo in qualsiasi situazione, anche senza volante o pedali.

Oggi parliamo soprattutto di veicoli autonomi di livello 2 o, in alcuni Paesi, di livello 3.

Come funziona un’auto a guida autonoma

Le auto a guida autonoma si basano su una combinazione avanzata di sensori (radar, LIDAR, telecamere), software di intelligenza artificiale e sistemi di navigazione GPS.
Il veicolo raccoglie continuamente dati dall’ambiente circostante, li elabora in tempo reale e prende decisioni autonome su sterzata, accelerazione, frenata e percorso.

Il cuore del sistema è rappresentato da algoritmi di machine learning che apprendono dai dati e simulazioni, migliorando nel tempo grazie agli aggiornamenti software da remoto.
Il risultato è un veicolo a guida automatica capace non solo di seguire una traiettoria, ma di interpretare il comportamento degli altri utenti della strada.

Guida autonoma: a che punto siamo oggi?

Nel 2025 la guida autonoma in Italia è ancora in fase sperimentale, ma i progressi sono evidenti. Le tecnologie di livello 2 sono ormai diffuse, soprattutto nei modelli premium, con sistemi come il Cruise Control Adattivo o il parcheggio semiautomatico.
In Europa, l’uso di veicoli a guida autonoma di livello 3 è consentito solo in contesti molto specifici, come la marcia in colonna sotto i 60 km/h. Le normative si stanno adattando, ma con prudenza.

Negli Stati Uniti e in Cina, invece, i test su robotaxi a livello 4 sono già realtà in alcune città. Aziende come Waymo, Cruise e Baidu offrono servizi di trasporto senza conducente, aprendo la strada a una mobilità urbana rivoluzionaria.

Guida autonoma: tra sogno e realtà

Nonostante gli sviluppi, restano sfide tecniche e normative da affrontare. Un veicolo autonomo per essere considerato sicuro dovrebbe avere una probabilità di incidente mortale inferiore di almeno 100 volte rispetto a quella umana.
Un obiettivo difficile da verificare su strada: per questo si ricorre a simulazioni, test su pista e certificazioni da parte dei costruttori.
In parallelo, la normativa richiede che ogni veicolo registri dati dettagliati, utili a stabilire eventuali responsabilità in caso di incidente.

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Problemi collaterali della guida autonoma

La guida autonoma apre anche scenari complessi che vanno oltre la tecnologia:

  • Interazione con pedoni e ciclisti: senza un guidatore umano, come si comunica l’intenzione di fermarsi o ripartire? Si ipotizzano schermi e luci esterne per “dialogare” con chi è all’esterno.
  • Responsabilità in caso di infrazione: chi paga una multa se il veicolo sbaglia? Il costruttore? Il proprietario?
  • Monitoraggio del conducente: nei livelli 2 e 3, è essenziale garantire che il guidatore sia attento o pronto a intervenire.
  • Cybersecurity: veicoli connessi possono diventare obiettivi di attacchi informatici. La protezione da accessi non autorizzati è una priorità assoluta.
  • Dilemmi morali: come reagisce un’IA in caso di scelte etiche impossibili, ad esempio decidere chi sacrificare in una situazione di emergenza?

Opportunità e vantaggi della guida autonoma

Le prospettive offerte dai veicoli a guida automatica sono molteplici:

  • Sicurezza stradale: l’errore umano è causa della maggior parte degli incidenti. L’auto autonoma può ridurli drasticamente.
  • Riduzione del traffico: i veicoli comunicano tra loro, ottimizzano i flussi e riducono congestione e tempi di percorrenza.
  • Mobilità accessibile: persone anziane, disabili o senza patente potranno muoversi in autonomia.
  • Sostenibilità ambientale: i veicoli autonomi saranno prevalentemente elettrici, contribuendo a ridurre emissioni e inquinamento urbano.

Rischi, limiti e dilemmi etici

Oltre alla sicurezza tecnica, i rischi della guida autonoma toccano aspetti legali e morali:

  • Responsabilità: chi è colpevole in caso di incidente? Il proprietario, il costruttore, il software?
  • Privacy: la mole di dati raccolti dal veicolo (video, posizione, audio) può rappresentare una minaccia per la privacy.
  • Decisioni morali: i veicoli dovranno affrontare scelte simili a quelle umane in situazioni critiche. Ma chi decide quale algoritmo è “giusto”?

Queste sfide non sono solo tecniche, ma richiedono un ampio consenso sociale e un quadro normativo solido e condiviso.

Il futuro della guida autonoma

Cosa ci aspetta nei prossimi anni?
Nel breve termine, vedremo una diffusione crescente delle tecnologie di livello 3, in condizioni sempre più ampie. I robotaxi saranno i primi esempi concreti di veicoli completamente autonomi (livello 4 e 5), già in circolazione in alcune città degli Stati Uniti e della Cina.

In Europa e in Italia, la diffusione sarà graduale e inizialmente limitata a contesti controllati. I costi elevati – anche dieci volte quelli di un’auto tradizionale – limiteranno l’acquisto privato. Ma col tempo, la tecnologia si evolverà, i prezzi caleranno e la guida autonoma in Italia diventerà accessibile a tutti.

L’adozione su larga scala potrebbe anche cambiare il nostro rapporto con l’automobile: se un veicolo a guida autonoma è sempre disponibile tramite app, perché comprarne uno? Il futuro della mobilità sarà probabilmente condiviso, elettrico e… autonomo.

*Articolo pubblicato a gennaio 2022 e sottoposto a successive revisioni

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Nato a Carmagnola il 14 Settembre 1956. Si laurea nel 1980 in Ingegneria Elettrica, con la votazione finale di 110/110 e lode. Specializzazione in Automazione Industriale. Dopo un paio di anni di esperienza come sistemista software entra nel 1982 al Centro Ricerche FIAT. Fino al 1990 si occupa di automazione industriale e robotica, realizzando sistemi innovativi per il montaggio e l’ispezione, utilizzando sistemi di visione artificiale. Nel 1990 la tecnologia della visione artificiale diventa matura per essere utilizzata anche sul prodotto, veicolo, e quindi inizia a sviluppare sistemi di ausilio alla guida (radar anticollisione, mantenimento corsia, sensore angolo cieco). Diventa dirigente nel 1995, e gestisce i team di sviluppo di sistemi di informativa di bordo, assistenza alla guida, telematica e interfaccia con il guidatore. Coordinatore di numerosi progetti a finanziamento Europeo. Nel 2003 coordina per Fiat il progetto regionale Torino Wireless. Nel 2012 assume l’incarico di direttore della sicurezza presso l’ACEA, l’associazione Europea dei costruttori di veicoli, a Bruxelles. Rientrato in Fiat Chrysler Automotive nel 2017, lascia l’azienda nel novembre del 2017, per avviare una attività in proprio di consulenza industriale.