Concerti, arene e miliardi: la nuova economia della musica dal vivo

Avatar photo
Sharing


Concerti, arene e miliardi: la nuova economia della musica dal vivo

Un tempo dominato dalla vendita di dischi e cd, oggi il business musicale si regge su dinamiche completamente nuove. Chi sono i nuovi padroni.

Concerti, tour, arene e merchandising rappresentano il cuore pulsante di un’industria musicale che ha dovuto reinventarsi e che, oggi, attira investimenti miliardari e strategie globali.

Il concerto come nuovo disco

Con l’avvento del digitale e il crollo degli incassi legati alla vendita di musica registrata, l’intero settore ha dovuto rivedere le proprie priorità. Oggi è il live a trainare l’intera filiera musicale. Non si tratta più solo di suonare davanti a un pubblico: ogni concerto è un evento economico a 360 gradi, che comprende la vendita di biglietti, la gestione delle revenue, la produzione del merchandising e la pianificazione logistica dei tour.

I nuovi padroni del palco

Dietro questo grande cambiamento, si muovono i veri protagonisti del business musicale contemporaneo: colossi multinazionali che somigliano sempre più a fondi d’investimento e sempre meno a semplici promoter. Live Nation, Aeg, Eventim, Asm Global, Oak View Group sono nomi forse poco noti al grande pubblico, ma fondamentali per capire chi oggi ha davvero le mani sulla musica. Queste realtà controllano tutto: piattaforme di ticketing (come Ticketmaster, AXS, TicketOne), agenzie di promozione, management artistico, e ora puntano direttamente alla proprietà delle arene dove si svolgono i concerti. Il fine? Avere un controllo totale sulla catena del valore, massimizzando profitti e investimenti.

Dallo stadio all’arena: infrastrutture da miliardi

Nel solo 2024, il settore dei concerti ha generato in Italia un indotto di 4,5 miliardi di euro. Le due date milanesi di Taylor Swift, da sole, hanno portato 180 milioni di euro al territorio. Numeri che spiegano l’enorme interesse economico per arene e stadi, fino ad arrivare alla corsa alla proprietà degli spazi. Quando Inter e Milan hanno ventilato l’ipotesi di lasciare San Siro, Live Nation e altri giganti del settore si sono subito fatti avanti, pronti a prendere in gestione un’arena da 80mila posti utilizzabile tutto l’anno. Perché oggi il concerto non è più solo cultura o intrattenimento: è infrastruttura strategica.

Gli Stati Uniti fanno scuola

Live Nation, leader globale del settore, ha appena annunciato un piano di investimenti da un miliardo di dollari per costruire o ristrutturare 18 nuovi siti negli USA entro 18 mesi. Il progetto porterà, secondo le stime, 3 miliardi di impatto economico e 1,4 miliardi di indotto all’anno. L’azienda punta a rafforzare il proprio network di arene di proprietà, con l’obiettivo di estendere i grandi tour anche a città medio-piccole, solitamente escluse dai circuiti principali.
«Investiamo nella libertà e nella creatività degli artisti», ha dichiarato il CEO di Live Nation, Michael Rapino. «Nel solo 2024 abbiamo supportato 13mila artisti, contro gli 8.200 del 2016. E abbiamo messo sul piatto 14 miliardi di dollari, più del triplo rispetto agli anni precedenti».

E l’Italia? Sempre più centrale

Anche il nostro Paese è al centro di questo fermento globale. Eventim ha recentemente superato la concorrenza internazionale, realizzando il nuovo Palaitalia a Milano Santa Giulia, un investimento da 270 milioni di euro che sarà inaugurato nel 2026 per le Olimpiadi Invernali. Sarà la più grande arena polifunzionale italiana, con 16mila posti. Live Nation, dal canto suo, gestisce già l’Inalpi Arena di Torino, mentre Asm Global è coinvolta nella realizzazione della Cantù Arena e della ChorusLife Arena a Bergamo, in attesa dell’apertura prevista per il 2026.

Un settore che non conosce crisi

La musica live si conferma così uno dei settori culturali ed economici più dinamici e strategici del nostro tempo. E mentre i grandi nomi internazionali continuano a espandere il proprio raggio d’azione, costruendo e controllando ogni anello della filiera, emergono nuove sfide: rendere accessibile la musica a un pubblico ampio, tutelare gli artisti emergenti, evitare che il sistema si concentri solo su poche superstar.
Ma una cosa è certa: mai come oggi, la musica si fa, e si gestisce, dal vivo. Con grandi investimenti, strategie globali e uno sguardo sempre più attento al territorio.

Avatar photo

Milanese, laureato in Economia e commercio alla Università Cattolica del Sacro Cuore, è giornalista del quotidiano ItaliaOggi, co-fondatore di MarketingOggi, esperto di storia ed economia dei media, docente di comunicazione ed economia dei media per oltre 10 anni allo IED di Milano.