Transilienza: significato e importanza

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Transilienza: significato e importanza

Flessibilità, adattamento e disponibilità a imparare aiutano a rispondere in modo efficace agli stimoli esterni. Per fare un passo in più e andare oltre la resilienza.

Viviamo in un’epoca dominata da incertezza, cambiamento continuo e complessità. Eventi globali, instabilità economica, nuove tecnologie e trasformazioni sociali mettono a dura prova la nostra capacità di adattamento. Per le nuove generazioni, cresciute in un mondo iperconnesso e in costante evoluzione, diventa essenziale sviluppare strumenti interiori per affrontare le sfide quotidiane. In questo contesto emerge il concetto di transilienza, una competenza che va oltre la resilienza tradizionale, e che oggi si rivela sempre più centrale per il benessere personale, professionale e collettivo.

Transilienza: significato

Il termine “transilienza” nasce dalla fusione delle parole transumanza e resilienza, e rappresenta la capacità di trasferire le proprie competenze – soprattutto le soft skill – da un ambito della vita all’altro. Questo concetto evidenzia il legame profondo tra sfera personale e professionale, mettendo in luce quanto le nostre abilità non siano compartimenti stagni, ma risorse flessibili e trasversali.

Essere transilienti significa, quindi, saper adattare le proprie competenze in contesti diversi, rispondere agli stimoli esterni con creatività e flessibilità, e mantenere un’apertura costante all’apprendimento.

Perché sviluppare la transilienza è fondamentale

Allenare la transilienza non è solo utile, è oggi una vera e propria necessità. I benefici sono molteplici:

  • Adattabilità: la transilienza permette di affrontare situazioni nuove con prontezza, sfruttando le risorse già presenti nel nostro bagaglio personale.
  • Benessere mentale: sentirsi capaci di rispondere efficacemente ai cambiamenti riduce ansia e frustrazione.
  • Gestione dello stress: usare le proprie competenze in modo consapevole aiuta a sentirsi più centrati e meno sopraffatti.
  • Crescita personale: riconoscere il valore delle proprie esperienze in ambiti diversi favorisce l’autostima e la motivazione.

Dalla resilienza alla transilienza: cosa cambia davvero

La resilienza, intesa come capacità di “resistere” e “ritornare” allo stato iniziale dopo un evento traumatico o stressante, è stata a lungo considerata una delle competenze chiave per affrontare le difficoltà. Tuttavia, in un mondo che cambia rapidamente, non basta più saper resistere: è necessario sapersi trasformare.

La transilienza rappresenta proprio questo passo in avanti. Non si tratta solo di “reggere l’urto”, ma di evolvere continuamente, spostando competenze e atteggiamenti da un contesto all’altro. Ad esempio, la capacità di ascolto sviluppata in famiglia può essere applicata con efficacia anche sul lavoro. Oppure, una dote come la negoziazione affinata in ambito professionale può tornare utile nella gestione di dinamiche relazionali nella vita privata.

Un esempio pratico arriva dalla ricerca di Alia Crum, psicologa dell’Università di Stanford, che ha dimostrato come la semplice consapevolezza possa avere effetti trasformativi. In uno studio condotto su personale alberghiero, ha spiegato ai partecipanti che le attività fisiche svolte sul lavoro soddisfacevano già le raccomandazioni sanitarie in termini di esercizio fisico. Questa nuova consapevolezza ha prodotto cambiamenti significativi nei livelli di peso, grasso corporeo e pressione sanguigna. Il messaggio? Cambiare prospettiva, e riconoscere il valore di ciò che già facciamo, può innescare trasformazioni profonde.

Allenare la transilienza nella vita di tutti i giorni

Allenare la transilienza è possibile, e si può cominciare con un esercizio semplice ma potente. Basta prendersi qualche minuto, munirsi di carta e penna e seguire questi tre passaggi:

  1. Compila una lista di competenze – Nella prima colonna scrivi le soft skill che riconosci in te stesso: ad esempio, comunicazione, leadership, ascolto, gestione del tempo, iniziativa.
  2. Associale al lavoro – Nella seconda colonna, per ogni competenza, indica un’occasione concreta in cui l’hai usata nella tua attività professionale.
  3. Ritrovale nella vita privata – Nella terza colonna, associa le stesse competenze a situazioni della tua vita personale.

Questo esercizio ti aiuterà a riconoscere i momenti in cui hai messo in gioco le tue capacità, rafforzando la consapevolezza del loro valore trasversale. Proprio come nell’esperimento della Crum, questa consapevolezza può generare un effetto trasformativo e potenziante.

Transilienza come leva di benessere personale e collettivo

La transilienza non è solo uno strumento individuale, ma una leva per generare benessere collettivo. Persone più consapevoli delle proprie competenze e capaci di adattarsi sono anche in grado di costruire relazioni più sane, ambienti di lavoro più collaborativi e reti sociali più forti.

Saper trasferire ciò che impariamo in un ambito all’altro favorisce la crescita reciproca e il sostegno nei momenti di difficoltà, rendendo famiglie, scuole, comunità e aziende più resilienti e pronte al cambiamento.

Allenare la transilienza, dunque, è un atto di responsabilità verso sé stessi e verso gli altri. Un primo passo può essere approfondire l’argomento leggendo il contributo “Non chiamatela resilienza” su Changes, per continuare a esplorare le potenzialità di questo approccio trasformativo.

*Articolo pubblicato il 4 febbraio 2022 e sottoposto a successive revisioni

Digital wellness coach, mindfulness trainer e psicologa. Aiuta le persone a costruire e coltivare il proprio equilibrio interiore nell’era dell’iper-connessione digitale. Nei suoi percorsi e masterclass guida in particolare professioniste e professionisti a migliorare le proprie abitudini per avere più focus, tempo e benessere mentale. Organizza anche ritiri digital detox in cui accompagna gruppi di persone a disconnettersi per riconnettersi a sé.