Tecnologia e assicurazioni: come i dati migliorano la gestione del rischio

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Tecnologia e assicurazioni: come i dati migliorano la gestione del rischio

Analisi delle innovazioni digitali applicate all'assicurazione: satelliti, AI, IoT per valutare e prevenire i rischi naturali. Il ruolo dell’insurtech nella protezione di beni e persone.

Viviamo e vivremo sempre più in un mondo esposto alle conseguenze delle catastrofi naturali. Secondo la World Meteorological Organization dell’Onu nel periodo 1970-2021 (i dati sono stati aggiornati nel 2023) gli eventi meteorologici estremi hanno causato quasi 12.000 disastri con perdite economiche quantificabili in 4,3 trilioni di dollari: inoltre, hanno provocato la morte di 2 milioni di persone, il 90% dei quali nei Paesi in via di sviluppo. Lo studio ha evidenziato, però, che i tassi di mortalità sono diminuiti nel tempo. Per quale motivo? In primo luogo, grazie alla possibilità di lanciare allarmi precoci, un passo avanti reso possibile dalle ultime innovazioni tecnologiche e dall’attento monitoraggio dei fenomeni.

Ecco come la tecnologia può prevenire le catastrofi

La raccolta e l’elaborazione di una massa sempre crescente di dati utili per mettere a punto raffinati strumenti predittivi delle catastrofi siano al centro dell’interesse dell’industria assicurativa. Algoritmi di AI e machine learning, integrati con dati da sensori IoT o satelliti, consentono interventi tempestivi e la progettazione di polizze basate sul rischio reale e attuale. Ma non solo: una rete di sensori localizzati in aree o infrastrutture strategiche in grado di aggiornare sul degrado strutturale, per esempio, di una diga o di un ponte, sul deterioramento di un costone di una montagna o sul rischio di straripamento di un corso d’acqua, consentono alle autorità di mettere al sicuro in largo anticipo la popolazione che potrebbe essere avvisata con alert direttamente sui propri telefonini, limitando notevolmente danni alle persone ma anche alle cose, con ovvie positivi ricadute in termini di liquidazione del danno.

In Italia sono molti gli esempi dell’uso di queste tecnologie applicate alla prevenzione dei fenomeni estremi, molti in ambito assicurativo:

  • Iia (Italian Insurtech Association) e Agenzia spaziale europea (Esa) stanno utilizzando delle immagini del satellite Galileo per mappare il territorio e stimare l’impatto economico dei rischi catastrofali;
  • la piattaforma di Ispra chiamata Idrogeo monitora in tempo reale frane, aree a pericolosità elevata, fruibili anche da smartphone;
  • il sistema COSMOSkyMed, prima costellazione italiana con radar SAR (Synthetic Aperture Radar), monitora – anche in presenza di nuvole o al buio – fenomeni come frane, inondazioni e variazioni del suolo;
  • Il programma PLATiNO (mini Piattaforma spaziale ad alta Tecnologia), si propone come minisatellite multimissione dotato di radar SAR e strumenti iperspettrali: saranno fondamentali per prevenire incendi, monitorare il dissesto idrogeologico e l’inquinamento delle acque e dei suoli;
  • il progetto SIGRI (Sistema Integrato per la Gestione del Rischio Incendi), promosso sempre dall’ASI, è un sistema dimostrativo per l’individuazione, il monitoraggio e la stima del danno causato da incendi boschivi tramite telerilevamento satellitare.

Numerosi anche i progetti sviluppati all’estero:

  • la californiana Umbra fornisce dati radar in tempo reale utilizzati dalla società di telerilevamento Cloud to Street per mappare inondazioni anche attraverso le nuvole. I dati alimentano mappe di rischio parametriche, usate da governi e assicuratori per decisioni rapide;
  • UNOSAT, programma di Applicazioni Satellitari Operative e UN Global Pulse, l’iniziativa del segretario generale delle Nazioni Unite per l’innovazione digitale automatizzano la produzione di mappe di alluvione entro due giorni, con accuratezza superiore al 97%, per supportare le operazioni sul campo;
  • la finlandese ICEYE e la tedesca OroraTech combinano dati satellitari e deep learning per segnalare incendi o monitorare le inondazioni in tempo reale (es. in Brasile nel 2025). Countdown rapido e precisione su aree di pochi metri quadrati; 
  • progetti come Destination Earth della Commissione Europea stanno costruendo un “gemello digitale” in tempo reale del pianeta, utile per simulare scenari catastrofici e pianificare risposte immediate.

Siamo entrati nell’era dell’Insurtech

Questi esempi ci fanno capire il crescente interesse del settore assicurativo nei confronti di queste tecnologie. Il loro uso sempre più frequente sta trasformando l’industria e sta imponendo le compagnie come protagoniste di una profonda trasformazione che le vede evolvere da semplici risarcitori del danno a partner di imprese e singoli cittadini, fornendo servizi come teleassistenza, alert, gestione preventiva dei rischi.

In questo senso il Gruppo Unipol ha realizzato numerose iniziative guidando progetti europei che affiancano pubblica amministrazione e imprese per accrescere la resilienza ai rischi climatici attraverso l’uso di strumenti digitali:

  • Life DERRIS (DisastEr Risk Reduction InSurance): lanciato nel 2015 e concluso nel 2018 ha introdotto il CRAM tool, una piattaforma gratuita di autovalutazione georeferenziata del rischio (alluvione, frana, grandine, ecc.), creata in collaborazione con ANCI, Città di Torino. Dallo start, è stata adottata da oltre 9.000 PMI italiane per progettare piani di adattamento concreti;
  • Life ADA (ADaptation in Agriculture): lanciato nel 2020 ha tagliato il traguardo nel 2024. Ha aiutato 38mila agricoltori a valutare la propria esposizione a fenomeni climatici estremi (es. grandine, ondate di calore) e a redigere piani di adattamento personalizzati grazie a una specifica app, l’ADA Tool.

Fonti principali:

  • WMO, Atlas of Mortality and Economic Losses from Weather, Climate and Water-related hazards, Maggio 2023
  • ISTAT, Rapporto annuale 2025. La situazione del Paese, maggio 2025
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