Esiste l’empatia digitale?

Well being


Esiste l’empatia digitale?

Essere empatici significa percepire il mondo interiore dell’altro a cui siamo davanti. Ma quando tutto è mediato da uno schermo diventa complicato mantenere connessioni autentiche se non si cambia l’uso della tecnologia.

Per parlare di empatia nell’era digitale ti racconto una cosa che mi è successa la settimana scorsa, anzi in realtà mi è successa tante volte e credo valga lo stesso per te. Ero seduta al tavolo di un caffè affollato, il telefono in mano, scorrendo distrattamente tra le notifiche di WhatsApp e Instagram. All’improvviso, ho visto un messaggio di Giulia, una mia vecchia amica con cui non parlavo da mesi, nonostante fossimo sempre “connesse” sui social. «Come stai?» chiedeva, semplice e diretto. Eppure, io non riuscivo a trovare le parole giuste per rispondere. Mi sono resa conto di quanto fosse strano: ci parlavamo online, ma quelle conversazioni veloci, piene di emoji e frasi spezzate, sembravano aver eroso il nostro vero legame.

Ho ripensato a quando passavamo ore a chiacchierare dal vivo, condividendo risate, sogni e persino le nostre paure più nascoste. Allora c’era presenza, comprensione, empatia. Ma adesso, tutto sembrava scorrere in modo troppo rapido, troppo superficiale. È difficile mantenere connessioni autentiche nell’era digitale, ed è facile perdere di vista l’empatia, quella capacità di sentire davvero l’altro, che rende profonde le nostre relazioni. Mantenere connessioni autentiche è una sfida cruciale per preservare la qualità delle nostre relazioni in un mondo sempre più virtuale.

L’empatia nel contesto digitale

L’empatia, la capacità di comprendere e condividere i sentimenti degli altri, è fondamentale per creare relazioni autentiche. Nell’era digitale, però, questa abilità sembra erodersi. Uno studio condotto dall’Università del Michigan ha rivelato che i livelli di empatia tra gli studenti universitari sono diminuiti del 40% rispetto a 30 anni fa, attribuendo gran parte di questo declino alla diffusione della tecnologia digitale. La comunicazione online tende a essere frammentata, frettolosa e priva del linguaggio non verbale, come espressioni facciali e tono di voce, che sono cruciali per comprendere le emozioni altrui.

In questo contesto, l’empatia diventa più difficile da esprimere e ricevere. Quando ci affidiamo solo al testo o a brevi interazioni visive, spesso perdiamo i segnali sottili che ci permettono di capire come si sente realmente l’altro. La mancanza di queste informazioni può portare a malintesi, aumentando la distanza emotiva tra le persone.

Connessioni autentiche in un mondo virtuale

Nonostante queste sfide, è possibile mantenere connessioni autentiche anche nell’era digitale. Prima di tutto, è importante coltivare la consapevolezza emotiva. Essere presenti durante una conversazione online significa prestare attenzione alle parole dell’altro, evitando distrazioni come notifiche o multitasking. Una ricerca condotta dall’Università di Harvard dimostra che il multitasking riduce la nostra capacità di essere emotivamente presenti, limitando la qualità delle nostre interazioni sociali.

Inoltre, dobbiamo imparare a utilizzare la tecnologia in modo empatico. Questo può significare:

  • prendere il tempo per inviare messaggi più lunghi e personali;
  • fare domande che stimolino una conversazione profonda;
  • utilizzare videochiamate che permettano di cogliere il linguaggio del corpo;
  • arricchire un semplice messaggio da un tono caloroso o da un uso attento delle parole, dimostrando che si presta attenzione all’altro.

L’importanza della disconnessione

Un altro aspetto cruciale per mantenere connessioni autentiche è trovare un equilibrio tra il tempo trascorso online e offline. Viviamo in un’epoca in cui siamo costantemente bombardati da notifiche, e la sovrabbondanza di informazioni può portare a una disconnessione emotiva. Recentemente, sempre più persone hanno iniziato a partecipare a ritiri digital detox, dove ci si allontana temporaneamente dalla tecnologia per ristabilire una connessione più profonda con sé stessi e gli altri. Questi ritiri stanno diventando una tendenza in crescita, specialmente tra i professionisti del settore tecnologico, che riconoscono il valore di riconnettersi al mondo reale per migliorare le relazioni interpersonali. Per esempio Jack Dorsey, co-fondatore di Twitter, ha più volte dichiarato il suo sostegno a esperienze di meditazione, ritiro e disconnessione.

Un futuro di connessioni più profonde

Mantenere connessioni autentiche nell’era digitale richiede uno sforzo intenzionale. La tecnologia, se usata con consapevolezza, può essere uno strumento per costruire relazioni significative. Tuttavia, è essenziale bilanciare la vita digitale con momenti di connessione reale, che permettano di coltivare la presenza e l’empatia. Coltivare una maggiore consapevolezza nelle nostre interazioni online, prendendoci il tempo di ascoltare e comprendere veramente gli altri, ci aiuterà a mantenere vivi i legami autentici in un mondo sempre più virtuale. In conclusione, come affermava lo psicologo Carl Rogers, «Essere empatici significa percepire il mondo interiore dell’altro come se fosse il proprio». In questo spirito, anche nell’era digitale, possiamo continuare a costruire relazioni basate sulla comprensione e l’autenticità.

Digital wellness coach, mindfulness trainer e psicologa. Aiuta le persone a costruire e coltivare il proprio equilibrio interiore nell’era dell’iper-connessione digitale. Nei suoi percorsi e masterclass guida in particolare professioniste e professionisti a migliorare le proprie abitudini per avere più focus, tempo e benessere mentale. Organizza anche ritiri digital detox in cui accompagna gruppi di persone a disconnettersi per riconnettersi a sé.