Una domanda all’IA. Pagamenti contactless, portafogli digitali e criptovalute sono ormai parte della quotidianità, mentre le banconote passano di mano sempre più di rado. Ma cosa succederà quando anche le valute ufficiali diventeranno digitali? Potranno davvero sostituire l’euro che conosciamo oggi?
La corsa verso le valute digitali delle banche centrali (CBDC) è iniziata: secondo il tracker dell’Atlantic Council oltre 130 Paesi stanno esplorando o sperimentando versioni digitali delle proprie monete. Nazioni che rappresentano il 98% del Pil mondiale. L’Unione Europea sta lavorando al progetto dell’euro digitale, con una fase di preparazione avviata nel 2023 e un possibile lancio entro la fine del decennio.
L’euro digitale non sarà una criptovaluta, ma una forma elettronica della moneta ufficiale emessa dalla Banca Centrale Europea (BCE). Potrà essere usato per pagamenti quotidiani, anche offline, e garantirebbe lo stesso valore e la stessa stabilità dell’euro contante. L’obiettivo dichiarato è duplice: modernizzare i pagamenti e rafforzare la sovranità monetaria europea di fronte ai colossi tecnologici privati e alle valute digitali estere, come lo yuan digitale cinese.
Secondo la BCE, l’euro digitale non sostituirà il contante, almeno nel breve periodo, ma lo affiancherà, offrendo un mezzo di pagamento sicuro e pubblico nell’era digitale. Tuttavia, molti analisti prevedono che, una volta adottato su larga scala, potrebbe diventare la forma prevalente di moneta nel giro di 10-15 anni.
Focus sul Cambiamento
All’interno dell’Unione Europea l’utilizzo dei contanti sta velocemente diminuendo, anche se resta considerevole, soprattutto nel nostro paese. In Italia il 2024 è stato l’anno del sorpasso dei pagamenti digitali sul contante in termini di valore. 43% contro 41%. Secondo la ricerca dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, l’anno scorso anno il valore dei pagamenti digitali, nel nostro paese, ha raggiunto i 481 miliardi di euro, +8,5% rispetto all’anno precedente. Secondo uno studio della Banca Centrale Europea, nell’eurozona il contante rimane ancora il metodo più utilizzato nei negozi con il 52% delle transazioni totali, nonostante sia in netto calo rispetto al 59% del 2022 e al 79% del 2016. In valore, carte di credito e bancomat sono il primo strumento di pagamento (45%), seguite dal contante (39%) e dalle app (7%).
La transizione dalla moneta fisica a quella digitale rappresenterebbe un cambiamento epocale, non solo tecnologico ma anche culturale. La scomparsa graduale del contante ridurrebbe i costi di gestione del denaro, e aumenterebbe la tracciabilità delle transazioni, con vantaggi per la lotta all’evasione e al riciclaggio.
Ma comporterebbe anche nuove vulnerabilità: rischi informatici, perdita della privacy nei pagamenti e dipendenza da infrastrutture digitali. In un’economia interamente “cashless”, l’accesso al denaro dipenderebbe da reti, dispositivi e identità digitali, escludendo chi non dispone delle competenze o degli strumenti per utilizzarli.
Sottotemi e Intersezioni
- Tecnologia: infrastrutture blockchain o centralizzate, wallet digitali, identità elettronica europea.
- Etica e privacy: chi controlla i dati delle nostre transazioni? Saranno anonime come il contante?
- Società: rischio di esclusione finanziaria per anziani e categorie vulnerabili poco digitalizzate.
- Economia: maggiore efficienza dei pagamenti, minori costi bancari, ma anche maggiore controllo statale.
- Geopolitica: competizione tra aree monetarie per lanciare valute digitali sovrane e non dipendere dal dollaro.
Visione vs Realtà
- Scenario ottimistico: l’euro digitale affianca il contante, rendendo i pagamenti più rapidi, economici e sicuri. Tutti hanno accesso a strumenti digitali semplici e inclusivi, senza perdita di privacy.
- Scenario realistico: il contante sopravvive ma si riduce drasticamente. L’euro digitale diventa il mezzo di pagamento dominante, con regole severe per garantire la protezione dei dati e la stabilità finanziaria.
- Scenario distopico: il contante viene abolito, ogni transazione è tracciata e soggetta a controllo, e un blackout digitale può bloccare l’intera economia. Chi resta fuori dai sistemi digitali è escluso anche dalla vita economica.
Conclusione
Le valute digitali non sono più un’ipotesi lontana, ma un futuro sempre più prossimo. Non sostituiranno gli euro da un giorno all’altro, ma potrebbero lentamente farlo diventare invisibile, relegando le banconote a cimeli da collezione. La vera domanda è se siamo pronti a vivere in un’economia dove il denaro non si tocca più, ma si sfiora con un click.