Se l’algoritmo definisce l’identità
La funzione “Per te” dei social media sta sostituendo l’esperienza diretta e le interazioni personali con i coetanei. Così il rapporto degli adolescenti con i social media crea una bolla pericolosa.
La funzione “Per te” dei social media sta sostituendo l’esperienza diretta e le interazioni personali con i coetanei. Così il rapporto degli adolescenti con i social media crea una bolla pericolosa.
Il cortocircuito tra social network e fake news sembra riportarci indietro di 21 secoli. E precisamente al potere della fama, descritto da Ovidio nelle Metamorfosi.
La pandemia ha mandato in crisi il modello di business dell’economia del lavoro a chiamata mettendo in luce lo squilibrio di potere tra lavoratori, capitale e giudizi degli utenti.
La Silicon Valley come un luogo oscuro e il data driven come un abominio. La vita nelle start up tecnologiche nel libro di Anna Wiener tra fiction e realtà.
Anche le macchine possono avere un cuore. Ne sono convinti gli studiosi dell’Affective Computing che indaga le emozioni umane e le sue manifestazioni per migliorare in senso collaborativo l’interazione uomo-automi.
Sapersi muovere tra settori, saperi e culture diverse è la skill del momento. Nell’era dell’algoritmo l’iperspecializzazione è un limite, conta essere alfieri del pensiero ibrido, essere “contaminati”.
La tecnologia ha delle falle che provocano sessismo e razzismo. Ma siamo in tempo per cambiare rotta. C’è chi sta provando a mutare le cose, come Joy Buolamwini, la poetessa dei codici del MIT.
Come funziona l’interruttore che installato sulle auto robot consente al conducente di scegliere tra tre opzioni: egoista, altruista, o imparziale. Un’idea tutta made in Italy.