L’abbraccio che cambiò il mondo: la rivoluzione dell’ecofemminismo
All’inizio degli anni ‘70 del secolo scorso, in India, gruppi di donne contadine posero in essere iniziative di protesta eclatanti che miravano a preservare l’ambiente in cui
Restituire fertilità al suolo, tutelare la biodiversità e valorizzare le comunità rurali: l’agricoltura rigenerativa propone un modello di coltivazione che non si limita a ridurre l’impatto ambientale, ma rinnova gli ecosistemi, restituendo alla terra più di quanto le viene tolto.
Negli ultimi anni, sempre più spesso si parla di agricoltura rigenerativa come di una delle soluzioni più promettenti per affrontare la crisi climatica e la perdita di biodiversità. Ma di cosa si tratta esattamente? E in che modo può cambiare il futuro dell’alimentazione e del pianeta?
L’agricoltura rigenerativa non si limita a “limitare i danni” come fa quella sostenibile, ma si propone di migliorare attivamente la salute del suolo e degli ecosistemi agricoli. È un approccio che guarda alla natura come modello, combinando conoscenze tradizionali e innovazioni scientifiche.
In un contesto in cui il suolo agricolo si degrada a ritmi allarmanti, si stima che ogni anno si perdano 36 miliardi di tonnellate di terreno fertile (fonte IAEA) questo paradigma rappresenta un cambio di prospettiva radicale: coltivare non solo per produrre, ma per rigenerare.
Origini del concetto e differenza con agricoltura sostenibile o biologica
L’espressione “agricoltura rigenerativa” nasce negli anni ’80 grazie al Rodale Institute, centro di ricerca statunitense pioniere dell’agricoltura biologica. Tuttavia, le sue radici concettuali affondano molto più indietro, nelle pratiche agricole indigene e comunitarie che da secoli rispettano i cicli naturali della terra.
A differenza dell’agricoltura sostenibile, che punta a mantenere l’equilibrio ambientale, quella rigenerativa mira a ripristinarlo. E rispetto all’agricoltura biologica, che esclude pesticidi e fertilizzanti chimici, l’approccio rigenerativo va oltre: lavora sul miglioramento del suolo, dell’acqua e della biodiversità come elementi interdipendenti.
Gli obiettivi dell’agricoltura rigenerativa sono molteplici:
In sintesi, questa visione agricola non si concentra solo sulla produzione, ma sulla salute complessiva dell’ecosistema agricolo, restituendo vitalità a terreni impoveriti e valorizzando la cooperazione tra uomo e natura.
Le pratiche rigenerative sono numerose e si adattano ai diversi ecosistemi, ma condividono un principio: ogni intervento deve rafforzare la capacità naturale della terra di rigenerarsi.
Pratiche principali
L’agricoltura rigenerativa non rifiuta la tecnologia: la digitalizzazione agricola e l’uso di sensori IoT, droni e sistemi di monitoraggio satellitare aiutano a valutare la salute del suolo e a pianificare interventi mirati.
Progetti di agroenergia e di economia circolare, dimostrano come la transizione ecologica in agricoltura sia già in corso.
In tutto il mondo si moltiplicano gli esempi di aziende agricole che applicano con successo i principi rigenerativi. Negli Stati Uniti, la Gabe Brown Ranch nel North Dakota è considerata un modello: pratiche di pascolo olistico e diversificazione delle colture hanno aumentato la resa del suolo e sequestrato tonnellate di carbonio.
In Australia, il movimento Regenerative Agriculture Alliance promuove la resilienza ecologica e sociale nelle comunità rurali colpite dalla siccità.
In Sud America, progetti di agroforestazione, in particolare in Brasile e Costa Rica, stanno rigenerando terreni deforestati combinando alberi, colture e pascoli.
In Italia, diverse aziende agricole e cooperative stanno adottando questi principi:
Ambientali
Economici
Sociali e culturali
L’agricoltura rigenerativa rappresenta uno dei pilastri dell’economia verde del futuro. La Commissione Europea, nel Green Deal e nella strategia “Farm to Fork”, riconosce il ruolo centrale della rigenerazione del suolo per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Parallelamente, le imprese agroalimentari stanno sperimentando nuovi modelli di produzione rigenerativa, integrando trasparenza, innovazione e impatto sociale.
Ma il futuro di questa rivoluzione dipenderà anche dalla partecipazione attiva dei cittadini. Scegliere prodotti provenienti da filiere rigenerative, sostenere cooperative locali e informarsi sono gesti concreti che possono cambiare il modo in cui la terra viene coltivata. L’agricoltura del futuro sarà probabilmente ibrida: fatta di tecnologia, comunità e biodiversità.
Rigenerare la terra, in fondo, significa rigenerare la nostra relazione con essa.
Che cos’è l’agricoltura rigenerativa e come funziona?
È un insieme di pratiche agricole che ripristinano la salute del suolo e degli ecosistemi, aumentando la fertilità naturale e sequestrando carbonio.
Quali sono gli esempi di agricoltura rigenerativa in Italia?
Cooperative come Arvaia o Cascina Santa Brera adottano rotazioni, compostaggio e permacultura per rigenerare i terreni e rafforzare le comunità locali.
Quali vantaggi porta l’agricoltura rigenerativa?
Riduce l’impatto climatico, migliora la biodiversità, rafforza la sicurezza alimentare e crea nuove opportunità economiche per i territori.
In cosa si differenzia dall’agricoltura sostenibile o biologica?
A differenza della sostenibile o biologica, l’agricoltura rigenerativa non si limita a mantenere l’equilibrio ambientale, ma lo ripristina, restituendo vitalità e resilienza agli ecosistemi agricoli.