UNA DOMANDA ALL’IA – L’allungamento dell’aspettativa di vita è una sfida per la scienza. Ma spetta a noi decidere che tipo di longevità vogliamo costruire: per tutti, o per pochi.
Per millenni, la longevità è stata un sogno più che una prospettiva. Ma oggi, grazie all’accelerazione di scienze biomediche, genetica e tecnologie digitali applicate alla salute, l’idea di vivere fino a 120 anni, in buona salute, non appare più come fantascienza. È una possibilità concreta o solo una promessa seducente?
Risponde l’Intelligenza Artificiale
Secondo le previsioni più accreditate, l’aspettativa di vita continuerà ad aumentare, anche se a ritmi diversi a seconda delle aree geografiche. Oggi, nei Paesi più sviluppati, la media si attesta intorno agli 82 anni. Ma i super-centenari (persone che superano i 110 anni) sono in aumento: dieci anni fa 2015 si contavano circa 200 persone verificate nel mondo, nel 2024 secondo Gerontology Research Group nel mondo vivono tra 300 e 450 supercentenari. Solo in Italia, secondo dati ISTAT, ci sono 21 supercentenari viventi, di cui solo uno è di sesso maschile.
I settori chiave?
- Medicina rigenerativa e terapia genica, che mirano a rallentare o invertire il deterioramento cellulare.
- Intelligenza artificiale e big data nella diagnosi precoce di patologie complesse.
- Alimentazione personalizzata e biotecnologie nutrizionali.
- Digital health e wearable tech, per un monitoraggio costante dei parametri vitali.
Un esempio emblematico è il progetto Altos Labs, finanziato anche da Jeff Bezos, che investe miliardi per “ringiovanire” le cellule umane. Oppure il TAME Trial (Targeting Aging with Metformin), uno studio clinico che cerca di riposizionare un farmaco antidiabetico per rallentare l’invecchiamento stesso.
Ma vivere più a lungo non significa automaticamente vivere meglio. La vera sfida è l’healthspan, ovvero il numero di anni vissuti in buona salute, non solo la durata della vita in sé.
Focus sul Cambiamento
Il cambiamento non è solo biologico o medico, ma culturale e strutturale. Se vivremo fino a 120 anni, il nostro modo di concepire la vita – lavoro, pensione, formazione, relazioni – dovrà cambiare radicalmente.
Lavoreremo più a lungo? Avremo carriere multiple? Come si riformuleranno le politiche sanitarie e previdenziali? Un aumento dell’aspettativa di vita richiede anche una profonda ridefinizione dei modelli sociali ed economici.
Nel 2050, secondo l’ONU, una persona su sei nel mondo avrà più di 65 anni. Questo comporta nuove sfide in termini di sostenibilità del welfare, ma anche opportunità nel cosiddetto “silver economy”, un mercato globale dedicato ai bisogni degli anziani, stimato tra i 15 e i 20 trilioni di dollari nel 2050.
Sottotemi e Intersezioni
- Etica e disuguaglianze: se le tecnologie per vivere più a lungo saranno costose, si rischia una nuova forma di elitismo biologico. Chi potrà permettersi la longevità?
- Ambiente e sostenibilità: più persone che vivono più a lungo significano più pressione sulle risorse del pianeta. Come bilanciare longevità e sostenibilità?
- Psicologia e benessere mentale: una vita più lunga richiederà una nuova alfabetizzazione emotiva, per affrontare i cicli della vita in modo più complesso.
- Relazioni intergenerazionali: famiglie con cinque generazioni viventi cambieranno dinamiche affettive, patrimoniali, educative.
Visione vs Realtà
- Scenario ottimistico
Grazie a cure personalizzate, prevenzione predittiva e nuovi stili di vita, vivere fino a 120 anni in buona salute diventa realtà per milioni di persone. Le società si adattano con modelli flessibili di lavoro e istruzione permanente.
- Scenario realistico
L’aspettativa di vita aumenta lentamente, ma il gap tra longevità e qualità della vita resta. Le innovazioni beneficiano soprattutto chi vive in Paesi ad alto reddito. Si creano tensioni socioeconomiche tra generazioni.
- Scenario distopico
Le tecnologie per allungare la vita restano privilegio di pochi, mentre le diseguaglianze aumentano. I sistemi sanitari collassano sotto il peso dell’invecchiamento, e la longevità diventa una fonte di esclusione più che di progresso.
Chiedersi se vivremo fino a 120 anni in buona salute è molto più di una curiosità scientifica. È una finestra aperta sul futuro della specie umana e sulle scelte, individuali e collettive, che ci attendono. L’IA può aiutarci a immaginare scenari e a gestire complessità. Ma spetta a noi decidere che tipo di longevità vogliamo costruire: per tutti, o per pochi.