La tecnologia ci può calmare?

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La tecnologia ci può calmare?

Nell’era dell’economia dell’attenzione ogni piattaforma o servizio digitale che usiamo combatte per catturare qualche secondo della nostra consapevolezza. Come si fa a capire cosa è necessario.

Negli ultimi decenni, la tecnologia ha avuto un impatto sempre più significativo sulla nostra vita quotidiana. Siamo costantemente connessi, informati e stimolati da dispositivi elettronici, applicazioni e servizi digitali. Da una parte l’iperconnessione in cui ci muoviamo ci gratifica e arricchisce le nostre giornate, dall’altra può causare ansia e stress.

Osservando la tecnologia oggi e il modo in cui spesso la usiamo, notiamo che noi umani cerchiamo di andare sempre più velocemente, con sempre meno calma, di reagire in pochi millisecondi all’ennesima notifica, messaggio, pulsante da cliccare o modulo da compilare.  

Perché invece dovremmo cercare di portare più calma nel nostro rapporto con il digitale? Innanzitutto, per prenderci cura di noi e aumentare il nostro stato di benessere. Infatti, se favoriamo uno stato di calma, ne gioviamo anche in termini di abbassamento dello stress.

Quindi eccoci qui a cercare di trovare un buon equilibrio tra l’essere sempre connessi e il disconnetterci. A volte per trovare delle soluzioni a questioni attuali, basta volgere lo sguardo al passato. E in questo articolo è proprio ciò che facciamo: un salto indietro nel tempo per scoprire la calm Technology come approccio utile alla frenesia digitale di oggi.

Cos’è la calm technology

L’approccio della calm technology segue vari principi, utili soprattutto a chi progetta delle tecnologie, come linee guida per pensare a dei prodotti e servizi rispettosi dell’essere umano. La calm Technology mira a progettare tecnologie che siano discrete e non invasive, riducendo al minimo le distrazioni e l’ansia. Il concetto è stato introdotto nel 1995 dal ricercatore Mark Weiser. Secondo Weiser, la tecnologia dovrebbe essere al servizio dell’utente e non il contrario, dovrebbe rispettare il nostro tempo e spazio, non interromperci continuamente e farci vivere uno stato di allerta.

In generale l’obiettivo della calm technology è quello di ridurre l’impatto negativo sulla nostra salute mentale e fisica. Ecco alcuni esempi di come questo approccio viene messo in pratica: l’uso di un design minimalista, l’eliminazione di distrazioni visive e sonore, la riduzione del numero di notifiche e la creazione di interfacce utente semplici ed intuitive.

Come portare calma nel nostro uso della tecnologia

Chi si occupa di costruire prodotti digitali può sicuramente fare riferimento all’approccio della calm technology per favorire davvero il benessere delle persone. Ma vediamo anche cosa possiamo fare noi nella nostra quotidianità.  Come possiamo portare più calma e meno stress nelle nostre abitudini digitali?

Lo spunto che voglio lasciarti in questo articolo vuole favorire una maggior calma e quindi consapevolezza in ciò che facciamo. Se ci rendiamo conto delle nostre abitudini allora possiamo favorire quei comportamenti che ci danno effettivamente benessere.

Quando stai usando uno strumento digitale, che sia il tuo smartphone o computer, per lavoro o tempo libero, prova a porti queste domande:

  1. Ciò che sto facendo ora mi sta calmando o mi sta agitando?
  2. In che modo in questo momento potrei aumentare la mia concentrazione e abbassare la quantità di stimoli di fronte a me?
  3. Per svolgere l’attività che devo fare ora, c’è qualche strumento, finestra, applicazione che ho davanti ai miei occhi e che invece potrei chiudere e mettere da parte?

Sono tre semplici spunti di riflessione che però se tenuti a mente, possono favorire un nostro uso della tecnologia più calmo, meno stressato e meno pieno di continue informazioni, tra cui poi il nostro cervello deve districarsi per selezionare ciò che è utile e cosa no.

Per chi vuole approfondire il tema, consiglio il libro “Calm Technology: Principles and Patterns for Non-Intrusive Design” dell’antropologa Amber Case.

Digital wellness coach, mindfulness trainer e psicologa. Aiuta le persone a costruire e coltivare il proprio equilibrio interiore nell’era dell’iper-connessione digitale. Nei suoi percorsi e masterclass guida in particolare professioniste e professionisti a migliorare le proprie abitudini per avere più focus, tempo e benessere mentale. Organizza anche ritiri digital detox in cui accompagna gruppi di persone a disconnettersi per riconnettersi a sé.