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L’incidente stradale è la prima causa di morte tra i giovani. Quali strumenti abbiamo per cambiare le cose? Dal Numero Unico Europeo per le emergenze NUE112 alla chiamata automatica di emergenza eCall, a che punto siamo.
Nonostante tutti gli sforzi da parte delle istituzioni la sicurezza stradale è sempre un grosso problema, rimane la causa principale delle morti in età giovanile. La pandemia ha ridotto il numero di incidenti nel 2020, ma già nel 2021 si assiste ad una netta ripresa (+28% di incidenti e +20% quelli fatali). In numeri assoluti nel 2021 si sono verificati in Italia 151.875 incidenti stradali con lesioni a persone; le vittime sono state 2.875 e i feriti 204.728. Il costo sociale è stato calcolato in 16,1 Mld di euro nel 2021 (fonte Istat e ACI). Il trend è molto simile anche a livello Europeo.
Per far fronte concretamente a questa situazione, a livello europeo come anche nel nuovo Piano Nazionale di Sicurezza Stradale 2030 si punta su miglioramenti nella progettazione di strade e veicoli, sul rafforzamento delle leggi e la loro applicazione, su un’assistenza tempestiva ed efficace ai feriti. Sull’ultimo punto, l’assistenza tempestiva ed efficace ai feriti in un incidente, nel 2018 la Commissione Europea ha reso obbligatorio, su tutti i nuovi modelli di veicolo, l’installazione di un dispositivo di eCall, in grado di chiamare automaticamente il Numero Unico Europeo di Soccorso, 112, in caso di incidente stradale. È importante però, prima di approfondire il sistema eCall, spiegare in cosa consiste il NUE 112, Numero Unico Europeo per le emergenze.
L’Unione Europea ha previsto l’obbligo per tutti gli stati membri di assicurare l’accesso ai servizi di soccorso digitando il numero 112 con una direttiva che risale al 2002. A ogni Stato è lasciata la libertà di mantenere altri numeri da affiancare al 112.
Il modello organizzativo italiano, la cui attuazione è demandata alle Regioni, prevede una Centrale Unica di Risposta di primo livello che riceve automaticamente le chiamate destinate a tutte le numerazioni di emergenza 112, 113, 115, 118, 1530 (figura 1). Attualmente questo modello delle Centrali Uniche di Risposta (CUR) copre circa il 60% della popolazione italiana, dato che è in continuo aumento man mano che le Regioni attivano le loro infrastrutture.
Il modello prevede che gli operatori della CUR ricevano le chiamate, le localizzino e filtrino quelle improprie. Questo consente di ridurre in media circa del 50% le telefonate che arrivano al secondo livello, cioè agli operatori di carabinieri, polizia, vigili del fuoco, soccorso sanitario, capitaneria di porto e guardia costiera, che quindi possono concentrarsi unicamente sulle chiamate di effettiva emergenza.
Supportato da un applicativo informatico, il professionista del NUE112 riceve in tempo reale i dati relativi al chiamante e alla sua localizzazione, che verranno inseriti nella scheda contatto. Individua la natura dell’emergenza, prende in carico la chiamata attivando, se necessario, una audio conferenza per la gestione della conversazione in lingua straniera. Se si rende conto che la chiamata non è urgente, potrà fornire informazioni utili a risolvere il problema. Altrimenti integra, quando necessario, la scheda e la trasferisce, insieme alla chiamata, al centralino del secondo livello competente.
In questo modo il servizio 112 garantisce la risposta al chiamante, la sua localizzazione e identificazione, il filtro sulle chiamate inappropriate, la centralizzazione della raccolta di tutte i tipi di chiamata di emergenza e l’effettivo coordinamento dei soccorsi. Non solo: oltre al dialogo in diverse lingue, è previsto l’accesso per i diversamente abili tramite sms e app, l’integrazione con le chiamate automatiche generate da veicoli coinvolti in incidenti stradali. Inoltre, l’operatore può immediatamente allertare tutti i servizi necessari assieme, spesso in caso di incidente stradale è necessario fare intervenire oltre l’ambulanza anche i vigili del fuoco, per estrarre i feriti dai veicoli e spegnere eventuali incendi, e la polizia stradale, per controllare il traffico e individuare le responsabilità.
La Direttiva europea è stata recepita in Italia sin dal 2003, ed applicata però concretamente solo con la legge n. 124 del 7-8-2015 (legge Madia), all’art 8, comma 1 lettera a), che istituisce il Numero Unico Europeo 112 su tutto il territorio nazionale con centrali operative da realizzare in ambito regionale, secondo le modalità definite con specifici protocolli d’intesa che ogni singola Regione interessata stipula con il Ministero dell’Interno.
Per la mancata messa a disposizione della localizzazione del chiamante agli enti di soccorso, nel 2006 viene avviata una procedura di infrazione al governo Italiano, successivamente questa procedura viene confermata e nel marzo 2007 l’Italia è stata deferita per questo alla Corte di Giustizia europea. Nonostante questo, ci sono voluti comunque molti altri anni per arrivare ad avviare una effettiva attivazione del servizio sul territorio.
Attualmente la copertura è quella riportata in figura 2. L’estensione della copertura in Emilia-Romagna ed in Sardegna è prevista nei prossimi mesi.
Nelle regioni coperte è possibile, oltre alla chiamata diretta al 112, utilizzare l’applicazione “Where Are U” dal proprio telefono cellulare (figura 3), fornendo in automatico la propria precisa posizione, ottenuta grazie al localizzatore satellitare del telefono stesso.
Un modo importante per ridurre le conseguenze di un incidente stradale, oltre ovviamente prevenirlo, è quello di soccorrere tempestivamente i feriti. Ma spesso, soprattutto di notte o in zone rurali, non ci sono persone presenti o che sopraggiungono, che possono chiamare i soccorsi. Se i feriti non sono in grado di chiamare i soccorsi può trascorrere molto, troppo, tempo prima che l’incidente venga segnalato e i soccorsi possano intervenire in modo efficace.
Secondo le stime del Parlamento europeo una chiamata di soccorso tempestivo può salvare fino a 2.500 vite ogni anno: sono feriti gravi che possono essere salvati se il soccorso viene attivato immediatamente dopo l’incidente e viene indirizzato precisamente sul luogo dell’incidente stesso. Ma un soccorso tempestivo può anche essere fondamentale per ridurre le conseguenze gravi, come ad esempio invalidità permanenti.
Per ottenere questo potenziale beneficio in tutti i Paesi europei i nuovi modelli di veicolo, autovetture e veicoli commerciali leggeri, possono essere omologati solo se dotati del dispositivo eCall. Il regolamento (EU2015/758 del 29 aprile 2015), è entrato in vigore il 31 marzo 2018. Quindi tutti i nuovi veicoli, relativi a modelli introdotti sul mercato dopo tale data, devono disporre di questo dispositivo.
Il sistema eCall è praticamente costituito da una piccola centralina elettronica che contiene un telefono cellulare e un localizzatore satellitare. Questa centralina è posta in un contenitore a prova di urto e dotata di proprie batterie interne, per poter funzionare, almeno per pochi minuti, anche dopo un incidente grave.
Nel caso di incidente, rilevato ad esempio dalla attivazione degli airbag o anche direttamente segnalato dal guidatore o da un passeggero, la centralina chiama il 112 inviando loro una serie di dati (Minimum Data Set):
Per avere la massima compatibilità con i vari sistemi cellulari dei vari paesi, queste informazioni vengono trasmesse utilizzando il canale vocale (in modo digitale ma non utilizzando canali digitali). Il sistema eCall è infatti in grado di operare anche su reti 2G/3G. Il canale vocale viene poi mantenuto aperto per permettere all’operatore 112 di comunicare con gli occupanti del veicolo, nel caso fossero in grado di interagire. I dati precedenti sono comunque sufficienti per poter comprendere la gravità dell’incidente e poter inviare i soccorsi nella sua esatta posizione.
Nel redigere il Regolamento europeo sulla eCall si è dovuto considerare il fatto che molti costruttori automobilistici, come anche altre aziende fornitori di servizi come, ad esempio, le assicurazioni o i gestori flotte, si erano già dotati di sistemi propri per soccorrere i conducenti dei propri veicoli assistiti, per problemi meccanici o incidenti. Questi servizi erano fonte di business per le aziende, sia attraverso il costo annuale dell’abbonamento al servizio che per ulteriori servizi extra offerti grazie al collegamento telematico con il veicolo.
La normativa europea sulla chiamata di emergenza eCall non poteva quindi impedire il mantenimento, e anche un ulteriore sviluppo, di tali servizi. Il regolamento prescrive quindi la possibile “coesistenza” del sistema “privato” assieme al sistema eCall standard pubblico. Anche in presenza di una soluzione propria, il costruttore deve installare sul veicolo il sistema di eCall secondo il regolamento Europeo. È richiesto poi che:
Una indagine dell’ADAC, l’Automobile club tedesco, ha però messo in evidenza che questa “coesistenza” sta portando a dei problemi:
L’ADAC ha quindi emesso una raccomandazione per dare priorità al servizio standard di eCall o, quantomeno, informare correttamente l’utenza sulle opzioni disponibili, relativi benefici e rischi. Molte case automobilistiche prevedono comunque, ottemperando a quanto previsto dalla normativa, un pulsante, rosso, per la chiamata di emergenza eCall (che può avvenire anche in automatico), mentre il servizio “privato” avviene con uno, o più, pulsanti diversi. Ad esempio, un pulsante con disegnata una chiave inglese per l’assistenza di tipo meccanico.
Questo è un grosso problema che si sta profilando sui sistemi eCall. Esistono già molti sistemi in circolazione e molti di questi adottano soluzioni 2G/3G, cioè lo standard GSM, la prima generazione di tipo digitale, lanciata commercialmente nel 1991. La normativa non prescrive infatti quale soluzione tecnologica adottare, e la tecnologia 2G/3G, essendo ampliamente consolidata, permette un maggiore abbattimento dei costi nella produzione della centralina eCall da installare su veicolo.
La vita media in Europa di un veicolo (autovettura o veicolo commerciale leggero) è di 12 anni, secondo un recente studio di ACEA, l’associazione dei costruttori di veicoli in Europa. Sempre secondo questo studio in Italia circolano circa 40 milioni di autovetture, di cui 23,5 milioni hanno più di 10 anni di vita.
La rete cellulare 3G è in progressivo spegnimento in tutta Europa, il 15 ottobre scorso TIM ha annunciato lo spegnimento in Italia della sua rete 3G. Però i dispositivi 3G possono continuare ad operare, anche se con prestazioni inferiori, sulla rete 2G. Quindi i sistemi eCall con standard 2G/3G possono continuare a funzionare anche in assenza della rete 3G, appoggiandosi a quella precedente 2G. Ma anche per la rete 2G è previsto lo spegnimento a partire dal 2029. Quindi tutti i sistemi eCall 2G/3G smetteranno di funzionare. E saranno probabilmente molti milioni in tutta Europa.
È quindi prevedibile una richiesta da parte delle autorità pubbliche di mantenere in vita la rete cellulare 2G. Ma questo rappresenta un onere importante per le aziende che forniscono il servizio: costi di esercizio, di manutenzione e bande di frequenze occupate che potrebbero essere utilizzati per servizi che, a differenza dell’eCall, possono essere molto remunerativi.
Il Numero Unico di Emergenza NUE 112 è uno strumento molto importante per garantire la tempestività dei soccorsi in qualsiasi tipo di emergenza. Funziona in tutti i Paesi europei ed è prevista la risposta nella lingua del chiamante, che viene identificata basandosi sul numero telefonico oppure, nel caso di chiamate automatiche eCall, grazie all’informazione contenuta nel messaggio digitale.
È importante che tutti siano a conoscenza dell’esistenza del NUE, numero unico europeo di soccorso, 112 e che lo utilizzino per qualsiasi tipo di emergenza. Se possibile utilizzando la App “Where Are U”, che consente una maggiore precisione nella localizzazione della posizione dell’emergenza, aspetto ovviamente fondamentale per la tempestività dell’intervento. Questa App può anche essere utile in caso di minacce o rapina: la chiamata può essere avviata in modalità “silenziosa”, il telefono rimane attivo per consentire all’operatore di capire cosa sta succedendo ed informare correttamente il soccorso, ad esempio i carabinieri. Dove il servizio è attivo il NUE112 risponde anche se componiamo qualsiasi numero di emergenza, 112, 113 o anche 118. Se quindi chiamiamo il 118 troveremo comunque l’operatore NUE112, e quindi potremo segnalare l’emergenza in tutti i suoi aspetti e quindi una eventuale necessità di avere anche assistenza da parte dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine, non solo di tipo sanitario.
Su veicolo è fondamentale che la chiamata possa partire in modo automatico, e avvenga verso il NUE 112. Questo si ottiene mediante il sistema eCall ed è già previsto su molti veicoli di nuova produzione, e obbligatorio per tutti i nuovi veicoli dei modelli che sono stati immessi sul mercato da aprile 2018. Se si acquista un veicolo nuovo è quindi importante essere informati sulla presenza di questo sistema e su come funziona, anche nel caso di attivazione manuale. E se si sottoscrive un servizio di assistenza è importante verificare che si attivi il servizio pubblico, NUE112, che funziona sicuramente 24 ore su 24 e tutti i giorni, festivi compresi, quantomeno per le chiamate automatiche in caso di incidente.
Purtroppo, però in Italia il servizio NUE112 non copre ancora tutto il territorio nazionale, rendendo quindi anche impossibile la chiamata di emergenza automatica dove non è ancora previsto; è quindi importante che tutte le regioni non ancora coperte si attivino in tempi brevi per adeguarsi. Spesso si legge che le conseguenze di un incidente sono state più gravi per il ritardo dei soccorsi. Ma questo ritardo spesso è proprio dovuto ai tempi che sono stati necessari per attivare i soccorsi stessi, oppure ad una imprecisa indicazione del luogo dell’incidente stesso, fattori che il NUE112 e il sistema eCall possono eliminare.
Consiglio finale: se si è all’estero occorre chiamare sempre il 112, per ogni tipo di emergenza, a meno di specifici suggerimenti della zona in cui ci si trova. In Italia invece è preferibile continuare a chiamare i numeri di soccorso tradizionali (118, per l’ambulanza, 115 vigili del fuoco, 112 o 113 per le forze dell’ordine), almeno finché la copertura del NUE112 non sarà totale. Laddove esiste il NUE112 si verrà comunque reindirizzati alla centrale NUE112, dove il NUE non è ancora previsto si verrà messi in contatto, comunque, con il soccorso che si sta cercando. Ma se si è in una zona coperta dal NUE112 è utile dotarsi dell’applicazione “Where are U”.