Il futuro dei libri? Non è solo e-commerce

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Il futuro dei libri? Non è solo e-commerce

Si moltiplicano le iniziative legate proprio ai libri che vanno oltre il semplice acquisto on-line di un titolo. A BookCity Milano le ultime novità fra cui lo speed date letterario per “innamorarsi” dell'autore giusto.

Si moltiplicano le iniziative legate proprio ai libri che vanno oltre il semplice acquisto on-line di un titolo. A BookCity Milano le ultime novità fra cui lo speed date letterario per “innamorarsi” dell’autore giusto.

BookCity che arriva a Milano il 16 novembre, Più Libri più Liberi Roma, nella settimana dell’Immacolata, che quest’anno trasloca alla Nuvola all’Eur e poi il Salone del Libro di TorinoPordenone LeggeTempo di Libri e tanti altri. Gli appuntamenti dedicati ai libri sono molti, il pubblico è numeroso eppure la situazione, per quanto riguarda l’editoria, è tutt’altro che rosea.
Gli ultimi dati Istat dicono infatti che ci sono oltre 4 milioni di lettori in meno rispetto al 2010 e che sono aumentati quelli che negli ultimi 6 anni non hanno aperto neanche una pagina: il 57,6% della popolazione.
Certo, tra questi fa eccezione Milano che, stando a una classifica di Amazon dell’agosto scorso, è la città d’Italia in cui si legge di più. E d’altra parte, basta prendere una metro o un tram per vedere tra tanta gente al telefono anche chi, in piedi o seduto, è assorto tra le pagine di un libro.
Ma con i numeri bisogna fare i conti ed ecco perché il futuro di libri e librerie è sempre più nelle iniziative singolari in cui si mescolano fisico e digitale, si punta su format diversi, si inventa un nuovo modo di fare crowdfunding, si fa catering con i libri. Tutte iniziative all’insegna di 2 parole chiave: diversificare e innovare.

Tra recensioni disegnate e speed date letterari: le novità di GoodBook


Speed-date letterari, recensioni disegnate e libri che si possono acquistare online e ritirare nella libreria di fiducia. Sono solo alcune delle idee nate dalle menti di Chiara Sandrini Serena Anselmini, 35 e 29 anni, responsabili del progetto GoodBook.

Se andate sul sito, forse di primo acchito penserete che sia un e-commerce tradizionale e di fatto lo è. Si spulcia il catalogo, si sceglie il titolo e lo si mette in carrello, ma invece che arrivare via posta «il ritiro avviene in una libreria indipendente vicino a casa del lettore», ci spiega Serena da Brescia, dove ha sede il distributore Centrolibri e a cui è collegato Goodbook.
Le librerie che vogliono aderire pagano 49 euro all’anno, ma non solo per avere questo tipo di servizio o campagne sconto. L’innovazione di Serena e Chiara non si ferma infatti qui: «La nostra missione è cercare di promuovere la lettura e lo facciamo in modo originale sia nei contenuti che pubblichiamo sui nostri canali social (dove diamo vita anche a dei contest) che negli eventi che organizziamo. Tutto è nato quando ci siamo guardate intorno e ci siamo chieste cosa sarebbe potuto piacere al lettore. Da qui, per esempio, l’idea della recensione disegnata: ne facciamo una ogni settimana, più leggibile delle tradizionali, che le librerie possono condividere sui loro social o sul blog. I nostri sono degli spunti, ma devo dire che le librerie li accolgono bene».



E in questo caso i numeri sono una conferma: sono 300 quelle indipendenti che fanno parte di GoodBook. Le iniziative vengono fatte anche nei confronti di chi i libri li produce: ogni mese viene scelto un editore indipendente e vengono proposti contenuti che lo aiutano a farsi conoscere.

Altra chicca sono gli eventi. Uno è possibile vederlo a BookCity (#BCM17) sabato 18 novembre, già sperimentato a Pistoia: lo speed date letterario. Solo che qui non si conosce gente con cui uscire ma «giochiamo sull’innamorarsi di un libro. Chi partecipa, compila una scheda per far capire che lettore è e in che momento della sua vita si trova. Poi si troverà seduto davanti agli editori: ognuno di loro avrà 4 minuti per consigliare, tra i libri che pubblica, quello più adatto». L’iniziativa ai lettori piace: «si trovano di fronte la persona che lavora ai libri e ne escono con tanti consigli ad hoc».

Libri al posto delle bomboniere: l’idea di BookCatering


E se al prossimo matrimonio invece della solita bomboniera vi dessero in regalo un libro? È una delle tante idee di BookCatering, progetto che vede dietro 4 ragazzi tra i 30 e i 32 anni: Patrizia Nappi, Leon Blanchaert, Alessandro Pieralli, Mauro Camporini. Insieme hanno fondato una cooperativa e hanno partecipato a un bando indetto da Fondazione Cariplo: 80mila euro in 3 anni a chi, come loro, fa innovazione culturale.

«BookCatering – spiega Patrizia – nasce come bookshop temporaneo per eventi e come progetto di libreria itenerante altamente specializzata».
Il progetto ha una duplice valenza: da un lato si organizzano dei bookshop per eventi di vario tipo aperti al pubblico e dall’altro si allesticono banchetti per matrimoni, feste di compleanno ecc.
«Per gli eventi pubblici, proponiamo tutta una selezione mirata di titoli legati al tema che verrà trattato, sia su richiesta dei clienti che di nostra iniziativa. Per fare scouting dei libri adatti, ordinarli e realizzare il tutto, ci vogliono 3 mesi ma ci è capitato di organizzare un evento anche in 3 settimane». L’obiettivo? «Puntiamo al fatto che chi frequenta quell’evento possa comprare un libro perché è quello che gli interessa. Se partecipiamo a un appuntamento come il Mi Ami (festival della musica, ndr) al Magnolia, realizziamo un assortimento con libri rock o di cantautori. L’idea piace perché chi acquista è in una situazione di relax ed è a un evento cui tiene».
Ma vanno sempre più, specie al Nord, matrimoni in cui gli sposi «invece delle solite bomboniere regalano dei libri. Sono loro a fornire una lista di titoli o siamo noi che proponiamo libri semiartigianali con stampe originali in cui mettere frasi di Montale o altri autori. Belli non solo da leggere, ma da conservare. Allestiamo un banchetto dove c’è un librario che dà i dettagli sul titolo scelto dall’invitato. Devo dire che la risposta è sempre positiva».

Dalla libreria al tetto: il format di Cristina Di Canio

A Milano in molti conoscono Cristina Di Canio e la sua libreria La scatola Lilla, di recente rinnovata per accogliere oltre a libri e presentazioni, anche corsi in base alle esigenze delle persone. Cristina, insieme al musicista Andrea Spampinato e Francesca Elias, foodblogger, si sono inventati il format “Ti aspetto sul tetto” che fino a settembre ha portato sulla terrazza di un palazzo del centro di Milano musicisti, scrittori e attori per raccontare i loro progetti e il loro rapporto con la città. Il tutto in diretta anche su Facebook e con un ottimo seguito ogni volta. Ora stanno lavorando all’edizione autunnale, quindi sono attese altre sorprese.

L’editore che punta sul crowdfunding e sulla partecipazione attiva dei lettori


E sempre di innovazione si tratta anche se stavolta riguarda non tanto un libraio, quanto un editore. Se leggete tanti libri sul web, conoscerete sicuramente la casa editrice Flaccovio che, grazie a Enrico Flaccovio, qualche anno fa aveva lanciato una serie di manuali sul mondo digital.

Qualche mese fa, Enrico ha abbondonato la casa editrice per fondare Flacowski, un crowdfunding di libri che invoglia il futuro lettore non solo a partecipare alla raccolta fondi, ma anche a esprimersi su cose importanti come la copertina del libro e persino il titolo. «Quando ho deciso di prendere la mia strada, ho analizzato per un anno tutti i crowdfunding di libri e ho imparato, come sempre, dagli errori altrui».

La differenza rispetto ai tradizionali consiste intanto nel fatto che non si dà la possibilità a tutti gli autori di essere pubblicati, ma è l’editore che, forte dell’esperienza in ambito comunicazione, decide se lanciare o meno un testo basandosi sulla qualità dell’autore e sul suo personal branding. Una volta scelto, ecco che entra in gioco il funnel marketing: «Al lancio del crowdfunding il lettore si trova davanti a due scelte: scaricare le prime pagine del libro, per sfogliarlo, o acquistarlo. Per scaricare l’abstract in pdf deve lasciare nome e indirizzo email. In entrambi i casi, lo contatto con un’altra email per coinvolgerlo nella scelta del titolo, della copertina, con un contest, per condividere un nuovo capitolo. Durante il crowdfunding, in 3-4 step, gli chiedo di partecipare al progetto editoriale, di darmi consigli. Non è un vero e proprio funnel, non c’è nulla di automatizzato. Raggiunto l’obiettivo di crowdfunding, avvio la redazione del libro. Alla deadline, eccetto contrattempi, mando in stampa. Con il primo libro Il Principe Digitale di Machiavelli non perdona abbiamo raggiunto il 190% di obiettivo».
Altri 2 aspetti: il libro si può comprare solo sul sito (niente Amazon) e solo per un certo periodo di tempo.
Questo tipo di crowdfunding arriverà anche nelle librerie? «Al momento non ho rapporti con i librai, ma sto pensando di inviare loro una mail, la preparo da tempo». L’idea è di fare tutto in modo diverso: «Se vogliono acquistare i miei libri dovranno farlo in conto assoluto senza diritto di resa. È facile prendere tantissima merce senza pagarla e aspettare seduti che qualcuno la compri. È più difficile selezionare la merce giusta, pagarla e poi promuoverla ai clienti per venderla il prima possibile. Dirò al libraio esattamente questo: non ‘compra i miei libri’ ma ‘resuscita’. Ecco, l’oggetto della mail potrebbe essere proprio ‘Libraio, alzati e cammina’».

Siciliana di origine, trapiantata a Milano, ormai la “sua città”. Giornalista, scrive di lavoro, economia e innovazione. Ama i social, tra tutti Twitter dove cinguetta ogni giorno.