Fatto è meglio che perfetto

Nel 2020, quando ho deciso di lanciare il mio business, ero convinto che la perfezione fosse una condizione necessaria per esistere sul mercato. Venivo dal mondo della consulenza
Dati e analisi mostrano che una buona copertura assicurativa è una leva chiave per la ripresa economica e la stabilità del sistema Paese.
Negli ultimi anni, gli eventi catastrofali hanno smesso di essere una remota possibilità per diventare una concreta minaccia ricorrente. Frane, alluvioni, incendi e tempeste stanno ridisegnando i confini del rischio in Italia e in Europa. E mentre si discute giustamente di prevenzione e adattamento, un dato resta spesso sottovalutato: l’assicurazione è uno strumento fondamentale non solo per proteggere individui e imprese, ma per salvaguardare l’economia nazionale.
Uno studio congiunto pubblicato nel dicembre 2024 dalla Banca Centrale Europea e dall’EIOPA (l’autorità europea per le assicurazioni) ha messo nero su bianco un principio semplice ma spesso trascurato: più sono assicurati i beni e le attività economiche, minori sono gli effetti delle catastrofi sul Prodotto Interno Lordo.
Secondo i dati presentati da EIOPA nel Financial Stability Report 2024, nei Paesi dove almeno il 35% dei beni a rischio è coperto da polizze assicurative, il PIL trimestrale dopo una catastrofe registra una flessione minima e temporanea. Al contrario, in presenza di un “protection gap” elevato (cioè, un’elevata quota di beni non assicurati), un disastro naturale può causare un calo economico fino allo 0,5% del PIL nel trimestre successivo.
EIOPA segnala che nel 2023 le perdite globali da disastri naturali hanno raggiunto i 250 miliardi di dollari, ma solo 95 miliardi erano assicurati. Un divario enorme, che si traduce in maggiore instabilità per imprese, famiglie e bilanci pubblici.
A differenza dei fondi statali di emergenza, che spesso richiedono tempi lunghi per essere attivati, l’assicurazione garantisce liquidità immediata dopo l’evento. Questo consente alle imprese di ripartire più rapidamente, ai cittadini di riparare i danni senza cadere nella trappola dell’indebitamento, e allo Stato di non dover ricorrere a manovre straordinarie.
La BCE sottolinea che un sistema assicurativo capillare agisce come stabilizzatore macroeconomico: riduce la volatilità, sostiene la domanda interna e protegge l’occupazione. È, in altre parole, una forma di infrastruttura economica invisibile, ma potentissima.
Proprio per rafforzare questa infrastruttura, la BCE ed EIOPA hanno proposto a fine 2024 un meccanismo europeo a doppio pilastro:
Un progetto che punta a uniformare le capacità di risposta e prevenzione tra gli Stati membri e ridurre il divario tra Paesi già ben coperti e quelli – come l’Italia – ancora troppo esposti.
A livello microeconomico, i vantaggi della copertura assicurativa sono tangibili. Secondo analisi Cerved e Banca d’Italia, le aziende assicurate contro rischi catastrofali sopravvivono più spesso a eventi gravi e riprendono l’attività prima. In più, risultano più affidabili per il sistema bancario e attirano più facilmente investimenti esterni.
Un recente studio del Consiglio Europeo ha inoltre evidenziato come le imprese assicurate abbiano una minore probabilità di ricorrere a licenziamenti e abbiano un ciclo di ripresa più breve rispetto ai concorrenti scoperti.
Nonostante queste evidenze, il “protection gap” resta uno dei principali nodi da sciogliere. In Italia, secondo ANIA, solo il 6% delle abitazioni è coperto da polizze contro eventi naturali. Le percentuali sono ancora più basse tra le micro e piccole imprese, soprattutto nei settori più esposti (commercio, artigianato, agricoltura).
A livello europeo, solo un quarto delle perdite da disastri naturali è oggi assicurato, un dato che secondo EIOPA “mina la capacità del continente di affrontare le crisi climatiche in arrivo”.
Esistono però esempi virtuosi da cui imparare. Francia, Spagna e Belgio hanno adottato sistemi pubblico-privati integrati, dove lo Stato affianca il mercato assicurativo con strumenti di riassicurazione e fondi comuni.
In Francia, il modello CATNAT prevede una componente obbligatoria su tutte le polizze danni, alimentando un fondo statale gestito dalla Caisse Centrale de Réassurance. In Spagna, il Consorcio de Compensación de Seguros agisce da garante pubblico. Il Belgio ha un meccanismo simile.
Secondo le analisi di EIOPA e CNR-IRISS, questi sistemi producono:
Sono modelli che dimostrano come la resilienza possa essere organizzata e non lasciata al caso o alla fortuna geografica. E che offrono all’Italia spunti concreti per il rafforzamento del proprio sistema.
Con la Legge di Bilancio 2024, l’Italia ha introdotto l’obbligo di assicurazione catastrofale per tutte le imprese. È un passo avanti significativo, che può contribuire a ridurre la vulnerabilità del nostro sistema produttivo e a stimolare un circolo virtuoso di consapevolezza e protezione.
In prima linea su questo fronte, Unipol ha già attivato soluzioni dedicate e programmi di consulenza per aiutare le aziende a mettersi in regola e, soprattutto, a proteggere il proprio futuro.
Investire in assicurazioni non è solo un atto di prudenza individuale. È una scelta che produce benefici collettivi, rafforza il tessuto economico, alleggerisce il carico sul sistema pubblico e accelera la ripresa post-evento.
In un contesto in cui le catastrofi naturali sono sempre più frequenti, assicurarsi non è solo conveniente: è un atto di responsabilità economica e sociale.
Fonti principali: