L’economia che riguarda la generazione

Society 3.0


L’economia  che riguarda la generazione

I consumi globali sono polarizzati tra due generazioni contrapposte: Millennials e Silver. Una generazione diversa dall'altra che guida le strategie delle imprese.

I consumi globali sono polarizzati tra due generazioni contrapposte: Millennials e Silver. Una generazione diversa dall’altra che guida le strategie delle imprese.

Oggi c’è una generazione che vive un’incertezza economica totale, che investe il lavoro, il reddito e i risparmi, ed è quella dei Millennials. E ce n’è un’altra piena di certezze, che mobilita e consolida un’economia diversa, la Silver Economy, rivolta ai “senior”.

Due mondi lontani, due generazioni diverse, con differenze marcate, che secondo la statistica aumenteranno in un futuro molto prossimo. Con tanti rischi, e qualche opportunità.  

Per i Paesi occidentali, in generale in Europa, Nord America e Giappone, l’età non è più solo una variabile che riguarda i conti del settore pubblico.

Infatti non divide solo i percorsi che prendono gli investimenti statali in scuola, sanità e pensioni. Ma oggi, e in futuro sempre di più, condizionerà le scelte delle aziende.

Millennials e Silver Generation: consumi a confronto

Oggi il mantra di molte aziende è “gli affari si fanno solo con i Millennials“. E infatti la generazione di chi ha un’età tra i 20 e i 29 anni è tenuta sotto un’osservazione molto particolare, soprattutto da una lunga categoria di imprese. Come quelle dei settori:

  • moda;
  • tecnologie ed elettronica;
  • musica;
  • food;
  • digitale.

Le nuove abitudini di vita di questa fascia di età hanno conseguenze dirette sui processi di consumo, e mostrano alcuni punti fermi, ormai consolidati, come:

  • tempi (e contratti) di lavoro discontinui;
  • redditi bassi;
  • bassissime o quasi nulle capacità di risparmio;
  • molta propensione all’erosione del patrimonio di famiglia, quando c’è;
  • bassa probabilità di ricevere una pensione sostenibile;
  • bassissima capacità di essere proprietari di beni come la casa e l’automobile.

Sono nati e continuano a nascere modelli di business (vd. ad esempio la sharing economy) che cercano di rispondere esattamente a queste nuove abitudini.
Che hanno in comune la scarsità di risorse, la velocità negli spostamenti, e la discontinuità nelle attività come il lavoro, l’abitare, le relazioni.

C’è invece un mondo che ha requisiti economici completamente diversi, addirittura speculari a quelli dei Millennials, e negli Stati Uniti, per esempio, è classificato con la generazione over 50.

I “senior“, infatti, pur essendo parenti, padri, o nonni dei Millennials, vivono in ben altre condizioni, come:

  • la sicurezza di entrate mensili certe (pensioni o contratti di lavoro del vecchio tipo);
  • una o più case di proprietà;
  • una o più auto di proprietà;
  • uno stock di patrimonio liquido (risparmi sul conto corrente).

L’aumento delle aspettative di vita, insieme alla possibilità di mantenersi senza erodere il proprio patrimonio, rendono questa “generazione economica” un mercato molto interessante.

Silver o longevity economy: come cambia il mercato rispetto alla generazione

Chi fa parte di questa Silver Economy, ha infatti vantaggi economici notevoli, perché:

  • spesso ha piani integrativi di investimento o investimenti finanziari;
  • può sempre permettersi le vacanze;
  • può sempre disporre di garanzie che consentano l’acquisto di immobili.

Per questi ed infiniti altri motivi, i silver sono clienti molto buoni, per modelli di business standard, connessi all’invecchiamento, come:

  • le assicurazioni e la salute;
  • la farmaceutica e gli attrezzi sanitari;
  • il benessere, la qualità della vita e il tempo libero;
  • la sicurezza;
  • gli investimenti privati.

Tutto questo genera anche prodotti nuovi, in cui la tecnologia diventa un ingrediente decisivo, se ben amalgamato alla biologia, alla medicina, ma anche all’arredamento o all’abbigliamento.
L’azienda francese di calzature E-Vone, per esempio, ha creato un modello di scarpe con sensori, ma anche GPS, accelerometri e giroscopi, in grado di anticipare possibili cadute.

Se i Millennials non considerano la proprietà, della casa o della macchina, come una condizione abituale e vivono nuove forme di mobilità, si stanno sviluppando prodotti e servizi che non si basano sulla proprietà e tengono conto di nuove forme di mobilità e utilizzo.
Allo stesso modo, se entro il 2050 gli italiani over 65 saranno uno su tre, c’è uno spazio infinito per sviluppare un’offerta di prodotti e servizi adatta a questo nuovo-vecchio mercato. La grande sfida delle imprese riguarderà la capacità di adeguare le innovazioni tecnologiche, la comunicazione, il marketing e la utilizzabilità dei prodotti e dei servizi a clienti di un’altra nuova generazione.

​Antonio Belloni è nato nel 1979. È Coordinatore del Centro Studi Imprese Territorio, consulente senior di direzione per Confartigianato Artser, e collabora con la casa editrice di saggistica Ayros. Scrive d'impresa e management su testate online e cartacee, ed ha pubblicato Esportare l'Italia. Virtù o necessità? (2012, Guerini Editori), Food Economy, l'Italia e le strade infinite del cibo tra società e consumi (2014, Marsilio) e Uberization, il potere globale della disintermediazione (2017, Egea).