Dark kitchen: rivoluzione o declino della ristorazione?

Una cucina professionale in tutto e per tutto, ma senza sala. Nessun cameriere ad attendere al pass cucina professionale, solo rider pronti a ritirare piatti caldi. Siamo nel mondo
Il turismo di massa è sostenibile? Analizziamo impatti e alternative per viaggiare con più consapevolezza, rispettando ambiente e comunità locali.
Il selfie su Instagram ritrae un gruppo di amici in riva al mare. Sorridono, si abbracciano. Un’immagine spensierata, simbolo di una normalità che il mondo ha dovuto mettere in pausa dopo la pandemia da Covid-19. A distanza di anni, mentre il turismo globale cerca nuovi equilibri tra sostenibilità e desiderio di evasione, ci chiediamo: quale sarà il futuro del turismo di massa?
Con “turismo di massa” si intende quel fenomeno turistico che coinvolge un numero molto elevato di persone che si spostano verso le stesse mete in contemporanea. Nacque come espressione della democratizzazione del viaggio: con l’accesso facilitato a trasporti, pacchetti vacanze e piattaforme online, viaggiare è diventato un diritto per molti, non più un privilegio per pochi.
Quando si cerca online “definizione turismo di massa” o “cos’è il turismo di massa”, si trova spesso associato a concetti come omologazione, affollamento e standardizzazione dell’esperienza turistica. Tuttavia, questa forma di turismo ha avuto un ruolo chiave nello sviluppo economico di molte aree del mondo.
La nascita del turismo di massa risale al secondo dopoguerra, in un periodo di crescita economica e di ampliamento della classe media. Le ferie retribuite, il boom automobilistico e i voli charter diedero il via a un movimento senza precedenti.
Negli anni ’60 e ’70, mete come la Riviera Romagnola in Italia divennero simbolo di un turismo accessibile e organizzato. Il turismo di massa in Italia ha rappresentato un motore economico potente, contribuendo allo sviluppo di infrastrutture e servizi e rendendo il nostro Paese uno dei più visitati al mondo.
Col tempo, la diffusione dei voli low cost, dei viaggi “tutto incluso” e poi delle piattaforme di home sharing ha globalizzato il fenomeno, trasformando ogni città d’arte, costa o borgo in una potenziale meta di massa.
Parlare di “turismo di massa pro e contro” significa confrontarsi con una realtà complessa e sfaccettata.
Tra i vantaggi, spiccano:
Tuttavia, i contro sono sempre più evidenti:
Un approfondimento su questi temi è disponibile qui: Overtourism: cos’è e come ci siamo arrivati.
“I danni del turismo di massa” si manifestano in modo sempre più evidente. Le città d’arte italiane vivono da anni un fenomeno di sovraffollamento cronico: Venezia, Firenze, Roma diventano spesso invivibili per i residenti. Ma anche piccoli borghi e aree naturali iniziano a soffrire della pressione turistica.
Tra i danni più gravi:
Il risultato? Una perdita di autenticità e un ambiente sociale sempre più fragile.
L’esperienza della pandemia ha portato molti a ripensare le proprie abitudini di viaggio. Secondo il sociologo Arsenio Savelli, emergerà sempre più una tendenza al turismo individuale, di prossimità, sostenibile: «Cercheremo un modello diverso, basato sulla singolarità dell’esperienza, riscoprendo i tesori delle nostre regioni».
Anche secondo Gabriele Menella, docente di Sociologia del Turismo all’Università di Bologna, il settore è pronto per una transizione: «Potremmo assistere alla nascita di un turismo più responsabile e sostenibile, fondato su sicurezza e fiducia».
La crisi, quindi, può diventare un’occasione per favorire un cambio di paradigma, orientato al turismo slow, alla qualità, alla sostenibilità sociale e ambientale. In questa prospettiva, sono sempre più rilevanti i comportamenti individuali.
Un utile punto di partenza? Leggere e applicare questi dieci consigli per diventare ecoturisti.
Il futuro del turismo di massa è tutt’altro che scritto. Quel che è certo è che dovrà necessariamente evolvere, per rispondere a nuove esigenze di sostenibilità, autenticità e sicurezza. La sfida sarà trovare un equilibrio tra economia e ambiente, tra desiderio di viaggio e rispetto dei luoghi. Solo così potremo continuare a esplorare il mondo — senza distruggerlo.
*Articolo pubblicato a maggio 2020 e sottoposto a successive revisioni