Giovani e famiglia: addio al “modello unico”, viva le differenze

Famiglia tradizionale addio. Anche l’edizione 2025 di GenerationShip mostra con la forza dei dati la profonda evoluzione nel sentire dei più giovani nei confronti di questa isti
Il 47% dei giovani italiani è insoddisfatto della formazione che sta ricevendo considerata troppo teorica e poco pratica. Il 43% ritiene non prepari al mondo del lavoro. I risultati della ricerca Generationship 2024 di Unipol Changes realizzata da Kkienn su un campione di Millennials e Generazione Z.
Per i giovani italiani acquisire un buon titolo di studio è il viatico oggi più importante per migliorare la propria situazione esistenziale: un’istruzione di qualità è la condicio sine qua per trovare lavoro, fare carriera e raggiungere la serenità economica.
A giudizio dei giovani, l’istruzione che essi hanno ricevuto dalla scuola è mediocre (voto 6.3).
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I difetti sono numerosi e gravi:
I pregi – relativi alla missione interdisciplinare (umanistica, sociale e scientifica: 29%), a quella educativa (trasmettere il sapere: 27%, dare una buona preparazione generale: 25%) e all’ampia gamma di insegnamenti offerti (22%) – non sono sufficienti a compensare i difetti.
Nell’ultimo anno sono aumentate tutte le criticità da noi misurate, ed in particolare i programmi che non valorizzano le differenze individuali (+6 punti), la scarsa qualità degli insegnanti (+4 punti) e la qualità dell’istruzione variabile da regione a regione (+4).
Viceversa, sui pregi poche novità ma importanti: trasmette conoscenza e cultura (+6) e dà un’ottima preparazione generale (+6). In altre parole, sono in aumento quanti riconoscono come pregio alla scuola italiana la sua vocazione umanistica. Ed è proprio la generazione più giovane, la Gen Z, ancora a scuola o che ne è appena uscita, ad attribuire le valutazioni più positive.
Nel complesso gli aumenti di difetti e di pregi si compensano e la valutazione dell’istruzione ricevuta resta la stessa del 2023 (6.3), non certo eccellente.
Da notare che la valutazione degli adulti sull’istruzione da essi ricevuta nei decenni passati è ben diversa (6.9), a riprova che il gap attuale non è ineluttabile. Senza però una rivoluzione strutturale, che ripensi mission (non solo trasmissione del sapere ma anche preparazione al lavoro), rifondi la didattica (meno teoria e più pratica/esperienza, insegnanti migliori, rapporti diversi con gli studenti) fino agli strumenti (investimenti sulle strutture e le attrezzature), il viaggio delle nuove generazioni nella vita sarà zavorrato in partenza.