Dolcetto o scherzetto?

Society 3.0


Dolcetto o scherzetto?

Halloween porta con sé un rituale classico e la maggior parte delle persone preferisce il dolcetto. Come mai? I risvolti psicologici di una scelta semplice e perché, ogni tanto, dovremmo preferire lo scherzetto.

Daniel Kahneman, psicologo premio Nobel per l’economia, nel suo libro “Pensieri lenti e veloci” spiega come il 95% delle decisioni che prendiamo nell’arco di una giornata siano il risultato del nostro istinto, pensiero automatico e veloce che in modo immediato ci porta a prendere una decisione. Il restante 5% è il frutto dei pensieri lenti, razionali e consapevoli che ci fanno giungere ad una conclusione ponderata. Questo ci permette di svolgere una vita con un tempo adeguato, senza dover valutare razionalmente ogni singola attività che svolgiamo. Tra i tanti meccanismi di pensiero automatici che agiamo, anche di fronte a “dolcetto o scherzetto” c’è l’“avversione alla perdita”. Che significa?

L’avversione alla perdita di fronte al dolcetto

Si tratta della tendenza a preferire di evitare di perdersi qualcosa piuttosto che potenzialmente guadagnare altro e questo è un bias cognitivo, ovvero un errore sistematico di valutazione. È stato fatto un esperimento ponendo una scelta ai partecipanti. Se volete approfondire, il paper di riferimento è: «Frames, Biases, and Rational Decision-Making in the Human Brain” di Martino et al. Pubblicato su Science. Ai partecipanti è stato detto: “Ti consegno 50$ e puoi scegliere una di queste due opzioni: tieni 30$ oppure scommetti (con una probabilità del 50% di perdere o vincere l’intera somma di 50$)». In questo scenario il 43% dei soggetti ha scelto di scommettere. Successivamente ai partecipanti veniva detto: «Ti consegno 50$ e puoi scegliere una di queste due opzioni: perdi 20$ oppure scommetti (con una probabilità del 50% di perdere o vincere l’intera somma di 50$)». Si tratta delle stesse cifre e della stessa probabilità di mantenere 30 o più dollari in tasca. Eppure, le scelte dei partecipanti sono cambiate significativamente: ben il 62% delle persone ha deciso di scommettere.

Dunque, il modo in cui le informazioni sono presentate ci porta a prendere scelte differenti e soprattutto tendiamo a essere concentrati sull’evitare una potenziale perdita piuttosto che sull’andare incontro a un potenziale guadagno. Nel secondo scenario dell’esperimento, infatti, piuttosto di perdere per certo 20$, la percentuale di scommettitori è aumentata di quasi il 20%. Con “dolcetto o scherzetto” che succede? Scegliendo lo scherzetto automaticamente stiamo perdendo il dolcetto e questa è una perdita che il nostro cervello registra come da evitare.

Più dolcetti meno creatività

Questa modalità automatica di pensiero, applicata in vari contesti della vita è legata ad una minor capacità di innovare, immaginare e inventare. Perché dolcetto e immaginazione sono correlati? Pensiamo a cosa significa innovare. Potremmo definire l’innovazione come la capacità di lasciare ciò che conosciamo, ciò che abbiamo per addentrarci in percorsi sconosciuti lungo i quali probabilmente perderemo qualche certezza e magari risorsa. Lo sviluppo del pensiero innovativo è strettamente legato alla propensione al rischio, rischio di provare ciò che non è mai stato fatto e che quindi potrebbe portare a delle perdite di tempo o altre risorse.

In conclusione, dunque, nonostante “dolcetto o scherzetto” sia una piccola scelta, ricordiamo che il nostro cervello mette in atto gli stessi processi di milioni di anni fa e tende a proteggerci facendoci propendere verso il dolcetto. L’invito che vi faccio quindi in questa occasione è di scegliere lo scherzetto e seguire ciò che arriva dall’altra parte, con tutta l’incertezza che ciò comporta. Buon Halloween!

Digital wellness coach, mindfulness trainer e psicologa. Aiuta le persone a costruire e coltivare il proprio equilibrio interiore nell’era dell’iper-connessione digitale. Nei suoi percorsi e masterclass guida in particolare professioniste e professionisti a migliorare le proprie abitudini per avere più focus, tempo e benessere mentale. Organizza anche ritiri digital detox in cui accompagna gruppi di persone a disconnettersi per riconnettersi a sé.