A Pasqua si viaggia in digitale

Society 3.0


A Pasqua si viaggia in digitale

Il turismo resta virtuale e per ora si può partire quasi esclusivamente con la mente cliccando sul pc con una grande offerta di contenuti. E dai Big data l’industria pensa di ripartire, profilando i viaggiatori.

​​In tutti i Paesi del mondo i flussi turistici continuano a subire un profondo shock a causa della pandemia. La crescita dei casi che si registra in questo periodo particolare, è trainata dalle varianti che ormai sono le forme prevalenti di Covid. Sul sito del Ministero della Salute sono aggiornate le misure di contenimento e sono contenute tutte le disposizioni per il territorio nazionale e per gli spostamenti da/per l’estero oggi in vigore anche se non mancano le polemiche legate al fatto che, paradossalmente, un italiano può recarsi  in numerose nazioni ma non può superare i confini comunali o regionali all’interno del proprio​ Paese. 

La stragrande maggioranza dei voli sono in ogni caso ​sospesi e nei Paesi dove è comunque possibile recarsi, ci sono continui aggiornamenti sulle procedure circa l’isolamento in quarantena e i tamponi da eseguire prima e dopo le partenze. Una notizia del 3 marzo informa che i paesi membri dell’Associazione dei paesi del Sudest asiatico (ASEAN) stanno valutando la possibilità di condividere un passaporto vaccinale che consenta di far ripartire il settore turistico, vitale per la regione. 

A livello nazionale, dal 6 marzo chi vuole entrare in Sardegna deve esibire un certificato che attesti la negatività al virus fatto nelle 48 ore prima dell’imbarco. Oppure, in alternativa, al suo arrivo sull’isola dovrà immediatamente sottoporsi a tampone rapido. Su scala nazionale abbiamo visto la scorsa estate quanto la difficoltà di viaggiare e di visitare luoghi, abbia tracciato certe nuove rotte turistiche a corto raggio. Ma i viaggi lunghi restano un sogno. Per l’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT) il turismo è: “l’insieme delle attività delle persone che effettuano uno spostamento o soggiornano al di fuori dell’abituale ambiente per almeno 24 ore e comunque per un periodo non superiore ad un anno”. Oggi questa unica idea di turismo non è più valida.

Sicurezza sanitaria in cima alle richieste

Secondo la presidente Fiavet, comparto delle agenzie di viaggio e dei tour operator, Ivana Jelinic, ci sarà una grande spinta verso la digitalizzazione ed è necessario andare verso la profilazione del turista, con prodotti specifici per singoli target. Anche dopo l’emergenza, gli utenti daranno attenzione alla sicurezza sanitaria, alle certificazioni delle strutture, ai controlli, alle sanificazioni degli ambienti. Sarà la sicurezza sanitaria un nuovo requisito per il futuro delle nostre vacanze. Per questo il settore pubblico dovrà attivare campagne di informazione e sensibilizzazione capaci di trasmettere sicurezza al viaggiatore. La sfida del turismo post-coronavirus sarà dunque non tanto quella di riprendere il proprio cammino di crescita, ma di imparare a gestire le proprie vulnerabilità. Se però da una parte il turismo tradizionale ha subito una battuta d’arresto, dall’altra la tecnologia sta accelerando e nuove figure professionali stanno nascendo per riportare il turismo a una sua nuova forma rinnovata. I social network, il web marketing, la realtà virtuale sono già mezzi efficaci per il comparto turistico capaci di attrarre l’attenzione di nuovi clienti o mantenere i contatti con quelli già fidelizzati.

Alcune soluzioni innovative rese possibili grazie alla digitalizzazione, come le prenotazioni, erano già diffuse ben prima del Covid. Chi di noi, per esempio, prima di un viaggio o di una vacanza non ha usato strumenti immersivi magari per visitare l’albergo, un museo o vistare un luogo specifico prima di andarci di persona? Google Map o Google Street si rivelano essere strumenti straordinari per farci un’idea di quello che troveremo. La digitalizzazione oggi però sta subendo una crescita notevole arricchendosi di offerte e prodotti e così sempre più persone si avvicinano a luoghi che non è detto possano realmente visitare in modo tradizionale. A tempo di click si salta da un posto all’altro perfino nello spazio. E questi percorsi non sono privi di emozioni. Ci risulta difficile pensare che il turismo non sia più relazione, accoglienza oltre che scoperta dei luoghi. Dobbiamo accettare l’evoluzione che il turismo sta subendo velocemente sperando che un giorno il turismo virtuale e digitale rimangano ottimi strumenti per migliorare la nostra cultura, creare più aspettative, pianificare e farci assaporare l’attesa di viaggi veri. 

Oltre alle simulazioni di viaggi arrivano in rete anche esperienze e contenuti virtuali, seminari di presentazione, corsi di cucina per preparare piatti tipici particolari, letture e visite guidate. Per ora da casa possiamo trovare numerose piattaforme che ci offrono la possibilità di viaggiare. I paesaggi che ci vengono offerti, ci fanno stabilire nuove analogie e connessioni in grado di mettere in secondo piano la distanza perché nulla è lontano. La realtà che viene presentata può essere ricomposta secondo le nostre esigenze. Il monitor diventa una finestra e ci pone un confine che oggi con la tecnologia è addirittura possibile varcare per darci l’impressione di farne parte, di conquistarlo. Il turista digitale è dentro al paesaggio ma in realtà è fuori; entra e si posiziona in una rete che qualcuno sostiene. La sua identità è nota e naviga in luoghi costituiti da dati, viaggia e osserva nuove architetture di siti guardando strutture e usando parole anche diverse.

Sempre più cyberturisti

È ancora presto per dire se e come questa forma alternativa di turismo sopravvivrà anche post-epidemia ma i dati confermano che è salito il numero dei curiosi che si sono fatti attrarre da questa novità. Per quanto riguarda il nostro Paese, per mantenere vivo l’interesse a visitarlo, ci sarà bisogno di un grande sforzo nel rapporto pubblico-privato attraverso la tecnologia e attraverso la selezione di contenuti sempre più accattivanti. Proprio in queste settimane si torna a parlare di ItsART definita una “Netflix della cultura” che secondo il ministro Dario Franceschini è una offerta interattiva e mai sostituiva all’offerta naturale. L’assenza di apertura fisica dei musei alle persone, ha fatto esplorare le vie nuove della rete per far arrivare l’offerta culturale direttamente nelle case: streaming per cinema e teatri, le visite virtuali per i musei”.  E non è solo Google Earth a offrire la possibilità di girare il mondo, letteralmente, con qualche semplice click. Esiste un’apposita sezione chiamata “Escursioni in tutto il mondo” che permette di fare dei veri e propri tour virtuali attraverso le attrazioni più belle del globo. Agli amanti dell’arte e delle visite ai musei ci sono le visite virtuali di Google Arts and Culture. Si tratta di una nuova sezione di Google che permette di effettuare tour completi in 3D (tramite la tecnologia Street View) nei principali musei mondiali. Altro sito interessante per chi vuole immergersi in viaggi di tipo virtuale è 360Cities. Si tratta di una grandissima rete creata da migliaia di fotografi e videomaker professionisti che hanno deciso di impiegare il loro lavoro per creare esperienze fruibili da tutti gli utenti. Basta una semplice connessione ad internet e il gioco è fatto. Per chi si vuole attrezzare ci sono i visori di realtà aumentata, con cui sentirsi realmente avvolti dal posto che si sta visitando. Per gli altri basta il proprio cellulare, lo schermo del pc o della propria smart tv. In ogni caso, non c’è che l’imbarazzo della scelta: basta scegliere dove andare, cliccare, e lasciarsi guidare dalle proprie sensazioni ed emozioni.

Anche il celebre National Ge​ographic ha messo in campo un’app per avventure interattive e viaggi virtuali in VR visionabili attraverso appositi visori. Le esperienze riguardano principalmente il mondo della natura e degli animali. Il Touring Club ha lanciato una serie di iniziative virtuali, in collaborazione con ArtAway, piattaforma digitale per conoscere città e opere d’arte italiane in video conferenza. La partnership permette al pubblico di approfondire tematiche dell’archivio del Touring in modalità virtuale, ma dialogando con guide ed esperti dal vivo. Insomma non ci resta che sperare che, possano contribuire ad accrescere la nostra conoscenza, a ispirarci e a farci sognare. No, queste iniziative di tour guidati digitali, interattivi, che offrono così un tipo di fruizione nuova del patrimonio culturale anche del nostro Paese non potranno mai sostituirsi al viaggio reale. I profumi della natura e dei boschi, i sapori di certi vicoli in borghi sperduti, la vera sensazione di camminare, di correre in moto, o di volare. Oggi per tutti la parola chiave è sublimare e attendere di poter ritornare nei nostri luoghi del cuore o di scoprirne di nuovi. Per il popolo di viaggiatori, questa è per ora l’unica chiave della resistenza casalinga al Cor​onavirus.

Storica, saggista e specialista in comunicazione ambientale. Parte sempre dalla catalogazione di fonti autorevoli per ottenere dati e informazioni attuali che poi rielabora per offrire contenuti divulgativi a prevalente valenza sociale e ambientale. Catalogare e selezionare per lei sono la premessa essenziale per il riconoscimento di un valore che è il fondamento della conoscenza. Ha competenza più che trentennale nella ideazione di progetti formativi, divulgazione e disseminazione di progetti scientifici. Conta su un ampio raggio di relazioni maturate in ambito scientifico, tecnico e istituzionale che avallano i suoi contenuti e forniscono spunti per ulteriori approfondimenti. Crede nell'importanza della conoscenza e nella condivisione di esperienze e saperi. Ama la montagna e passeggiare nei boschi.