Automotive: i vantaggi dell’economia circolare
Tutti noi conosciamo il termine di obsolescenza programmata, ovvero una progettazione finalizzata a far durare un dispositivo soltanto per un certo numero di anni, oppure di operaz
Il grande cruccio di influencer e creator è come monetizzare il successo sui social. Dopo il caso OnlyFans ora le piattaforme si adeguano e puntano su contenuti di qualità e di servizio.
Il grande cruccio degli influencer di tutto il mondo, dai più grandi a quelli di nicchia, è come monetizzare il loro successo sui social. Quello dell’agenzia delle entrate e guardia di finanza è come contrastare l’evasione fiscale nel settore della digital creator economy, che non ha ancora una legislazione specifica nell’ordinamento italiano. Ci sono iniziative, anche piuttosto mediatiche, delle forze dell’ordine con indagini che, di volta in volta, coinvolgono star del web e pure nomi di youtuber o creator di OnlyFans non così celebri, nel tentativo di fare emergere i redditi sommersi del digitale analizzando pure gli stili di vita comunicati da questi soggetti attraverso i loro post sui social (abitazioni, automobili, vacanze, abiti, gioielli, e così via) e confrontandoli con le relative dichiarazioni dei redditi presentate.
Ma non è semplicissimo, poiché le remunerazioni per attività digitali possono essere inquadrate come redditi diversi, o redditi di lavoro autonomo o redditi di impresa, per influencer che a volte operano direttamente come persone fisiche, altre facendo gestire i loro diritti di immagine da una o più società di capitali. Non sono moltissimi gli influencer e i creator capaci di incassare cifre ragguardevoli: nelle interviste e nei servizi giornalistici si parla sempre di guadagni mirabolanti, ma la realtà è invece piuttosto diversa, e quasi nessuno è stato in grado di fare fruttare il proprio patrimonio di follower.
Bisogna ammettere che la piattaforma OnlyFans ha davvero cambiato le cose nel 2020, offrendo, soprattutto alle mega web star, la possibilità di realizzare incassi mirabolanti. Cioè? Poniamo di essere un rapper con 30 milioni di followers su Instagram: si tratta di convincere una fetta piccolissima, diciamo 30 mila persone, ovvero lo 0,1% dei follower, quelli più sfegatati, ad abbonarsi a mio canale su OnlyFans, a loro riservato, e dove possono avere servizi esclusivi, notizie sulla mia vita privata, momenti di chat one-to-one e così via. Tutto pagando, per esempio, 100 dollari al mese. Significa incassi di tre milioni di dollari al mese, dei quali Onlyfans trattiene il 20%. In tasca all’influencer, quindi, arrivano 2,4 milioni di dollari netti al mese col minimo sforzo. Cifre che gli altri social, attraverso forme di remunerazione legate alla pubblicità, neppure lontanamente avvicinano.
In effetti, molti grandissimi influencer si sono buttati a pesce su OnlyFans e hanno fatto realmente un sacco di soldi. Perché lo spirito iniziale di OnlyFans era esattamente questo: creare servizi dedicati ai fan di star del cinema, della musica, della tv, di celebrities in generale. E in effetti sono loro, le celebrities, che continuano a fare i soldi veri.
Ma in tanti, attratti dai guadagni facili molto pompati dai media, si sono inventati creatori di contenuti e hanno aperto un loro account su OnlyFans. Risultato? Nel 2023 la piattaforma aveva 210 milioni di utenti registrati (gente che guarda contenuti), 2,1 milioni di creator (gente che produce contenuti), per ricavi pari a 5,6 miliardi di dollari. OnlyFans trattiene il 20%, quindi ai creator sono stati distribuiti circa 4,5 miliardi di dollari. Il che fa, in media, 180 dollari al mese per ciascun creator. Una inezia. Nel 2023 solo 300 creator hanno guadagnato più di un milione di dollari (le celebrities, che in genere non mostrano nulla di sconcio), e circa 16 mila creatori di contenuti hanno incassato più di 50 mila dollari nell’anno (ovvero uno stipendio interessante ma nulla di stratosferico). L’1% dei creator incassa il 33% dei ricavi di OnlyFans.
Quindi, cosa è successo? I mega influencer hanno effettivamente trovato una strada veloce per ingrossare il conto in banca a botte di decine di milioni di dollari al mese. Ma la gran parte delle persone, dopo magari qualche giorno di entusiasmo, si è resa conto che per fare soldi sulla piattaforma era necessario virare sul porno. E, come spiega bene Rocco Siffredi in una interessante intervista rilasciata a Sky Tg24, ci si avvia su una strada molto pericolosa e raccontata molto male dai media, che creano invece illusioni: «I ragazzi pensano di fare soldi aprendo un canale, postando quattro foto dei loro piedi e racimolando magari 30 mila euro. Può succedere una volta. Ma poi? Per visibilità sei spinto a fare foto sempre più esplicite», ha detto Siffredi. «Sono immagini e video che non restano lì sulla piattaforma, tutto quel materiale esce sui siti Internet, lo può vedere chiunque, può arrivare il giudizio della società sulle cose che hai postato e non tutti sono pronti e preparati a sopportare questo tipo di fama».
Tenuto conto che OnlyFans ha perso il suo scopo inziale e per molti è divenuto sinonimo di pornografia, le celebrities cercano alternative. A fine 2023 la più grande star di OnlyFans, ovvero Blac Chyna, una da 240 milioni di dollari di incassi sulla piattaforma in poco meno di tre anni, ha alzato la mano e detto basta. Trasferendosi sulla nuovissima piattaforma Passes, che ha una filosofia molto lontana dalla attuale OnlyFans. Spieghiamo, però, chi è Blac Chyna e cosa sia Passes.
Blac Chyna è una modella e imprenditrice (abbigliamento, make-up) molto nota soprattutto negli Stati Uniti per la sua relazione col rapper Tyga (anche lui star di OnlyFans) e per la successiva unione con Rob Kardashian (fratello di Kim Kardashian). Passes è una nuova piattaforma per creator, con base a Miami e fondata nell’aprile 2023 da Lucy Guo, giovanissima miliardaria che nel 2016 ha dato vita alla società di intelligenza artificiale Scale AI, e con un patrimonio personale di circa 5 miliardi di dollari.
Tra gli azionisti di Passes ci sono star del calibro di Joe Montana, Jake Paul o Paris Hilton, e a inizio 2024 ha raccolto 40 milioni di dollari in un round di finanziamenti (dopo i nove raccolti nell’estate 2023) aprendo il suo capitale a molti fondi. La filosofia di Passes è improntata tutta all’empowering, con un taglio molto femminile. Ci sono canali in abbonamento, livestreaming, call one-to-one con i fan, messaggistica, e sono ammessi pure i cosiddetti tip, ovvero i regali. Sono invece assolutamente vietati i contenuti per adulti e la nudità. «Ho molti amici che sono creator, alcuni fanno i musicisti, altri lavorano su TikTok. E mi hanno raccontato di tutte le difficoltà che hanno con la cosiddetta creator economy. Allora ho pensato di aiutarli», dice Lucy Guo, «per trasformare i loro piccoli business in grandi business, in un ambiente sicuro. E alcuni creator stanno già incassando più di un milione di dollari».
La star Blac Chyna, con un abbonamento da 200 dollari al mese, racconta di spiritualità, di vita quotidiana, di ricette, di come ha smesso di bere o di fumare. Ma poi ci sono altre celebrities del web: 100 dollari al mese per i trucchi di magia di Anna DeGuzman; 4 dollari al mese per i consigli del terapista di coppia Jeff Guenther; 20 dollari al minuto per i consulti con l’astrologa Maren Altman; 80 dollari al mese per i corsi di fitness di Michela Arbocco e così via. Possono diventare content creator di Passes esclusivamente gli influencer con almeno 100mila followers sui diversi social. La piattaforma lascia ai creator il 90% degli incassi, e trattiene solo il 10% più 30 centesimi di dollaro per ciascuna transazione.
Passes non è l’unica piattaforma di questo tipo a essere nata negli ultimi tempi. Ci sono anche Patreon o Fanfix, per consentire ai creator di monetizzare meglio il loro lavoro, in modo più costante e certo, e senza dover dipendere esclusivamente dai budget degli investitori pubblicitari.
Fanfix è una piattaforma di monetizzazione per i creator della Gen Z, giovanissimi nati tra il 1995 e il 2010, e non accetta nessun contenuto per adulti né foto o video artistici in cui compaiano nudità. È gratuito per creator con almeno 10 mila follower certificati sui social, mentre l’accesso ai contenuti (livestream, dietro le quinte, sessioni di domande e risposte, fan club) da parte dei fan è a pagamento. L’80% degli incassi va ai creatori, il 20% alla piattaforma. Patreon, invece, nasce in origine per i musicisti, ma poi si allarga a Youtubers, Tiktokers, creatori di Twitch, sviluppatori di videogame, e nel corso degli anni ha trasferito complessivamente circa 3,5 miliardi di dollari ai suoi creator. Continua a proporre, però, anche una sezione dedicata ai contenuti per adulti.