Competenze sostenibili cercasi

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Competenze sostenibili cercasi

Consumatori e investitori, autorità regolatorie e Governi stanno chiedendo al mondo economico una svolta sostenibile e una spinta verso l’economia della condivisione.

L’inverno del Pianeta sta arrivando. La svolta deve essere immediata. Ed ecco dispiegarsi investimenti pubblici, grandi strategie, obiettivi globali. Ma dove trovare le competenze sostenibili necessarie a una transizione verso una sostenibilità che promette di essere totale?

La corsa ai green job

Ogni area aziendale potrà essere coinvolta. A modo proprio, ogni lavoro potrebbe diventare un green job. Produzione, distribuzione, vendita, comunicazione, design. Nessuno sarà escluso. Eppure, dotarsi di un pacchetto di competenze sostenibili a 360 gradi non sarà facile. Il tempo a disposizione è poco, perché i soldi in arrivo dai vari piani di investimenti pubblici sono da impiegare velocemente.
Il nostro paese, per esempio, ha nel PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – 59,47 miliardi di euro da investire nella rivoluzione verde e nella transizione energetica, che comprendono:

  • economia circolare e agricoltura sostenibile;
  • energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile;
  • efficienza energetica e riqualificazione degli edifici;
  • tutela del territorio e della risorsa idrica.

E può farlo entro il 2026. Sembra quindi impossibile assemblare immediatamente un insieme di pratiche ed esperienze così ampie. E sono i manager addetti all’approvvigionamento – chief procurement officer, sondati dalla società di consulenza McKinsey – ad accorgersi per primi che mancano competenze, strumenti da agganciarci e dati da cui trarre informazioni strategiche per questa trasformazione.

Green Job cosa serve per la svolta per le competenze sostenibili

La grande scommessa è calare dentro l’impresa i dettami globalmente condivisi dell’ESG – environmental, social, and corporate governance – sotto forma di persone, e accaparrarsi abilità, strategie, capacità decisionali che sul mercato non sono (ancora) così diffuse. Ma quante persone coinvolte nella produzione e nell’approvvigionamento di un’impresa conoscono esattamente le fasi dei processi, da loro gestiti, che hanno un impatto negativo sull’ambiente o la società? Quante sanno identificare le azioni necessarie a valutare gli standard e raggiungere gli obiettivi ESG, e quindi a correggere le “cattive abitudini” interne all’azienda? Incrociando queste necessità con quelle portate dall’impatto del Covid19 sull’economia globale, è possibile pensare ai temi intorno a cui si aggregheranno queste nuove competenze sostenibili:

  • La gestione delle risorse naturali
    Proprietà di gestione dell’approvvigionamento di risorse naturali, di controllo dei prezzi, della disponibilità a livello globale; di studio e analisi dei materiali impiegati, di individuazione di materiali alternativi e/o sostenibili. Abilità nel monitoraggio delle filiere produttive col fine di individuare i fattori critici di insostenibilità, quelli che “sporcano” la filiera, di prevedere eventuali blocchi, anticipare picchi di richieste e scarsità; nella gestione e nel controllo dei fornitori per evitare rallentamenti, per certificarne la qualità e soprattutto la sostenibilità, e per diversificarli.
  • Progetto e prodotto
    Capacità di trasformazione del normale ciclo produttivo lineare (design, progettazione, produzione, packaging, distribuzione, scarto) in un ciclo circolare, che preveda e comprenda dall’inizio il riciclo, il riuso, il recupero di prodotti, semilavorati e scarti.
  • Finanza e comunicazione
    Conoscenza e capacità di monitoraggio di bandi pubblici e di incentivi e di raccolta investimenti destinati alla transizione energetica e alla sostenibilità ambientale col fine di recuperare risorse finanziarie utili. Abilità di inserire l’azienda in un discorso sostenibile, valorizzandone gli aspetti e le caratteristiche che la rendano conforme alle nuove necessità.
  • Strategia
    Capacità di proiettare le attività nei nuovi scenari e mercati, considerando i nuovi vincoli qualitativi e quantitativi, integrando lo sviluppo interno con i nuovi modelli di business globali impostati sulla sostenibilità.
  • Logistica, trasporti, packaging
    Abilità nel coniugare la logistica interna del prodotto, con quanto lo accompagna fuori dall’azienda, per renderlo sostenibile, conservando velocità, efficienza, estetica.

Green Job: l’impatto sarà diffuso

Secondo la recente ricerca Le duecento e più professioni dell’economia circolare della multinazionale olandese Randstad che si occupa di ricerca, selezione e formazione professionale, emergeranno competenza centrali ed interne all’azienda, altre specialistiche, ed altre trasversali. E si può immaginare che i settori che vivranno più profondamente la trasformazione professionale imposta da quella sostenibile saranno l’agroalimentare, l’edilizia, la casa e l’arredo, l’automazione, il tessile e la moda, la meccanica e l’automazione, la chimica. È logicamente difficile che qualche settore resti fuori perché l’impatto dell’onda sostenibile sul lavoro sarà ampio e diffuso.
Nel dettaglio e nella pratica attività di ogni settore, come ha prefigurato l’ultimo Rapporto Green Italy 2021 della Fondazione Symbola, si possono anche tratteggiare alcuni dei profili nuovi di questa transizione.

Ci sarà, e in alcuni ambiti già ci sono:

  • il muratore Green;
  • il responsabile vendite a marchio ecologico (di prodotti certificati);
  • il riparatore di macchinari e impianti;
  • l’installatore di reti elettriche a miglior efficienza;
  • l’informatico ambientale;
  • l’esperto di marketing ambientale;
  • l’ecodesigner;
  • l’ingegnere energetico esperto della gestione dell’energia;
  • il certificatore della qualità ambientale;
  • l’installatore di impianti di condizionamento a basso impatto ambientale.

Sbocceranno professioni nuove e promettenti, che presentano altrettanto nuove sfide: l’integrazione tra di loro e quella con chi ancora non ha assorbito lo stimolo della sostenibilità.​​

​Antonio Belloni è nato nel 1979. È Coordinatore del Centro Studi Imprese Territorio, consulente senior di direzione per Confartigianato Artser, e collabora con la casa editrice di saggistica Ayros. Scrive d'impresa e management su testate online e cartacee, ed ha pubblicato Esportare l'Italia. Virtù o necessità? (2012, Guerini Editori), Food Economy, l'Italia e le strade infinite del cibo tra società e consumi (2014, Marsilio) e Uberization, il potere globale della disintermediazione (2017, Egea).