Abete vero o finto?

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Abete vero o finto?

Un albero addobbato crea l’atmosfera natalizia ma non dobbiamo mai dimenticare che qualsiasi scelta si faccia ha una ricaduta ambientale. Changes ne ha parla con Lorenzo Ciccarese.

Gli alberi sono i più importanti esseri viventi del pianeta e la cura che dobbiamo avere per loro deve passare attraverso la conoscenza. Respirano, si nutrono si riproducono come noi e difenderli significa preservare il nostro benessere, tanto in campagna quanto in città. senza gli alberi noi non saremmo mai nati e senza alberi non esisterebbe un futuro. Ecco perché vogliamo stare con loro e ci sentiamo attratti dalla loro sacralità. E visto che il Natale si avvicina e Mario Rigoni Stern nel suo Vite dall’Altipiano ci ricorda che è l’abete il genere più comunemente usato come albero di Natale “per il colore e il profumo deliziosi”, ci siamo chiesti: abete finto o vero?

“In Italia si preferisce usare un albero di Natale finto, ma dobbiamo comunque fare attenzione all’ambiente perché generalmente sono fatti in PVC o poli-etilene o altri derivati del petrolio. Se ne trovano anche in vetro, in panno e addirittura di alluminio” dice Lorenzo Ciccarese, responsabile dell’Area conservazione della biodiversità terrestre dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e rappresentante nazionale all’Intergovernmental Science-Policy Plaftorm on Biodiversity and Ecosystem Services (Ipbes). Il vantaggio degli alberi artificiali è sicuramente quello di poterli utilizzare per più anni. Ma attenzione, anche lo smaltimento di questi alberi è delicato. “Per alcuni occorre osservare qualche precauzione riguardo al posizionamento, poiché possono rilasciare nel tempo delle poveri, le quali, una volta inalate, possono provocare disturbi alla respirazione” aggiunge Ciccarese. Fra gli altri svantaggi dei finti alberi di Natale figurano gli elevati consumi di energia (dall’estrazione del petrolio per la produzione della plastica fino al trasporto dai luoghi di produzione fino a casa) e le conseguenti emissioni di gas-serra in atmosfera e di non essere bio-degradabili. Per Ciccarese, gli alberi veri, invece, durante il periodo di crescita in vivaio, assorbono anidride carbonica dall’atmosfera. Quando sono estirpati, sono (generalmente) sostituiti da altre giovani piante nello stesso vivaio.

Perché gli italiani preferiscono gli alberi finti?

È una scelta legata anche all’opinione diffusa che quelli veri siano strappati alle foreste e che migliaia di ettari di foreste siano devastate ogni anno in prossimità del Natale. In realtà, a parte quei pochi che derivano da interventi di sfoltimento di boschi troppo fitti, gli alberi di Natale che arrivano nelle nostre non hanno mai visto un bosco. Provengono da vivai specializzati, concimati e trattati con prodotti fitosanitari (erbicidi, fungicidi, insetticidi, eccetera). In sostanza come una normale coltura, che si conclude con il taglio della pianta in prossimità delle radici, dopo 6-10 anni di coltivazione. Danimarca, Germania, Finlandia, Ungheria sono i principali Paesi produttori di alberi di Natale in Europa. Quindi percorrono migliaia di chilometri prima di arrivare nelle nostre case, aumentando l’impronta ecologica. In termini di impatto sul clima e sull’ambiente in generale la soluzione migliore è quella di comprare un albero di Natale vero. Meglio sarebbe se quell’albero è prodotto da un’azienda vivaistica locale e meglio ancora se prodotto secondo il disciplinare dell’agricoltura biologica, che non fa ricorso a fertilizzanti chimici e pesticidi di sintesi. Da qualche anno è immessa sul mercato una notevole produzione di alberi di Natale italiani dotati di marchi di certificazione ambientale che garantiscono il rispetto di norme e prescrizioni di coltivazione ambientalmente sostenibili.

Un albero di Natale vero riesce a sopravvivere nel giardino?

Non bisogna illudersi. Le probabilità che la pianta attecchisca sono basse e connesse con gli “abusi” che ha subito da quando ha lasciato il vivaio al momento di entrare in casa e dalle condizioni che ha trovato nella casa. L’aria calda e secca dell’interno e la penuria di acqua nel substrato durante tutto il periodo di Natale possono compromettere vitalità degli alberi. E questo è quello che non vogliamo.

Storica, saggista e specialista in comunicazione ambientale. Parte sempre dalla catalogazione di fonti autorevoli per ottenere dati e informazioni attuali che poi rielabora per offrire contenuti divulgativi a prevalente valenza sociale e ambientale. Catalogare e selezionare per lei sono la premessa essenziale per il riconoscimento di un valore che è il fondamento della conoscenza. Ha competenza più che trentennale nella ideazione di progetti formativi, divulgazione e disseminazione di progetti scientifici. Conta su un ampio raggio di relazioni maturate in ambito scientifico, tecnico e istituzionale che avallano i suoi contenuti e forniscono spunti per ulteriori approfondimenti. Crede nell'importanza della conoscenza e nella condivisione di esperienze e saperi. Ama la montagna e passeggiare nei boschi.