Catastrofi naturali: un rischio in crescita per l’Italia

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Catastrofi naturali: un rischio in crescita per l’Italia

Come gli eventi estremi sempre più frequenti mettono alla prova la resilienza di cittadini e imprese. Serve una strategia integrata che unisca prevenzione, informazione e protezione assicurativa.

Frane, alluvioni, incendi e terremoti: l’Italia sta affrontando una crescente esposizione a eventi catastrofali che minacciano il tessuto sociale ed economico del Paese. Se un tempo considerati eccezioni, oggi questi fenomeni appaiono con una frequenza tale da diventare una delle principali sfide per la sicurezza delle comunità, delle infrastrutture e del mondo produttivo.

Secondo l’Osservatorio Legambiente, nel periodo 2010–2023 si è registrato un significativo incremento nel numero di eventi naturali estremi in tutto il territorio nazionale. A questo si aggiunge una maggiore intensità e imprevedibilità legata agli effetti del cambiamento climatico, che aggrava la fragilità del nostro Paese, storicamente esposto al dissesto idrogeologico.

Un impatto che va oltre la distruzione fisica

Il danno provocato da una catastrofe naturale non si limita agli edifici o alle strade. Le conseguenze economiche si riverberano per anni. Secondo i dati raccolti da Cerved e riportati nella recente presentazione CATNAT Unipol – ANRA marzo 2025, fino al 40% delle piccole imprese italiane non riesce a riaprire dopo un evento catastrofale. La durata media dell’impatto, tra tempi di fermo, ricostruzione e recupero dei mercati, è stimata tra i 3 e i 5 anni.

Oltre ai danni materiali (fabbricati, macchinari, merci), pesano in modo determinante l’interruzione dell’attività, il deperimento delle scorte e la perdita di fiducia da parte di clienti e investitori. Non si tratta solo di perdita economica, ma di un colpo potenzialmente fatale all’identità e alla continuità di intere comunità produttive.

Le aziende iniziano a percepire il pericolo, ma resta un gap

Un segnale incoraggiante arriva dalla crescente consapevolezza del rischio. Un’indagine condotta tra le imprese italiane evidenzia che le catastrofi naturali sono percepite come il quarto rischio più grave, dopo l’interruzione di attività, i rischi informatici e il cambiamento climatico. Tuttavia, la percezione non sempre si traduce in azioni concrete.

Le coperture assicurative restano drammaticamente basse: solo una quota minoritaria delle imprese è attualmente protetta da polizze contro eventi atmosferici, terremoti o alluvioni. Secondo i dati ANIA e ISTAT, diffusi anche nel report “Trends – incendi e catastrofi naturali nelle abitazioni” (2022), le percentuali di copertura restano spesso a una cifra.

Un sistema economico vulnerabile

Questo scenario pone interrogativi cruciali sulla capacità dell’Italia di affrontare le conseguenze economiche di un evento catastrofale su larga scala. Secondo uno studio della Banca d’Italia, supportato da dati della Federal Emergency Management Agency (FEMA), un Paese con una copertura assicurativa inferiore al 35% del valore dei beni colpiti rischia una contrazione significativa del PIL nel medio termine.

La vulnerabilità è dunque sistemica. E coinvolge in particolare le piccole e medie imprese, che rappresentano l’ossatura del tessuto economico italiano. Proprio per questo, la recente introduzione dell’obbligo assicurativo per le imprese contro eventi catastrofali nella Legge di Bilancio 2024 rappresenta un primo passo importante verso un sistema più resiliente.

La sfida della prevenzione

Il vero nodo resta però culturale: in Italia, la prevenzione fatica a imporsi come valore condiviso. Serve un cambio di mentalità che veda nella protezione non un costo, ma un investimento per il futuro. La crescente disponibilità di strumenti tecnologici – dalla mappatura satellitare all’intelligenza artificiale per la valutazione del rischio – può offrire un valido supporto in questa transizione.

Le compagnie assicurative, in particolare, sono chiamate a un ruolo attivo non solo nel risarcimento del danno, ma nella diffusione di una cultura della resilienza. Unipol, con la sua esperienza e le sue soluzioni dedicate a privati e imprese, lavora per rafforzare questa consapevolezza e proteggere concretamente il valore di ciò che conta.

Un Paese che non può permettersi l’improvvisazione

L’Italia non può più permettersi di essere impreparata. Le catastrofi naturali sono una realtà in aumento e il loro impatto non può essere affrontato con logiche emergenziali. Serve una strategia integrata che unisca prevenzione, informazione e protezione assicurativa. Solo così sarà possibile costruire un sistema economico e sociale capace di affrontare il futuro con maggiore sicurezza.

Fonti principali:

  • Osservatorio Legambiente – Evoluzione eventi 2010–2023
  • CATNAT Unipol – ANRA, marzo 2025
  • Cerved, Banca d’Italia, ANIA, FEMA
  • Rapporto ANIA “Trends” (2022)
  • Legge di Bilancio 2024 – Obbligo assicurativo per le imprese

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