La musica per il Pianeta
«Check your ego at the door». Lasciate da parte il vostro ego prima di entrare: era questa la scritta che campeggiava su un cartello affisso all’entrata degli studi di registra
Per le nuove generazioni le festività non sono più caratterizzate da decorazioni, cenoni e regali: è un periodo per compiere un viaggio digitale nella memoria collettiva, condividendo contenuti ed emozioni sulla piattaforma più adatta ad ospitarle. Come TikTok e YouTube.
Negli ultimi anni, TikTok si è trasformata in un vero e proprio archivio digitale di emozioni natalizie, fatto di video low-fi, musiche anni ‘90 e maglioni piuttosto brutti che ricordano l’infanzia. Un revival di tradizioni e immagini che sembravano dimenticate, ma che ora tornano a emozionare centinaia di migliaia di ragazzi.Non a caso uno dei video con più interazioni a novembre in Italia è quello contenente il classico jingle delle luci natalizie: più di due milioni di visualizzazioni, quasi duecentomila like e migliaia di commenti. I più frequenti sono “niente è più come prima” e “abbiamo vissuto tutti la stessa vita”. Pochi scroll sullo schermo per sentirsi uniti nel ricordo di quella magia, che per molti non tornerà mai più.È con questi contenuti che gli utenti stanno riportando alla ribalta oggetti dimenticati, magari risalenti ad anni che neanche hanno vissuto: i bicchieri della Nutella con le illustrazioni Disney, le pubblicità di giocattoli anni ‘90 e persino i cataloghi dei grandi magazzini, che per molti di noi erano la “lista dei desideri” prima dell’avvento di Amazon.
La nostalgia non è di certo una novità, ma il modo in cui viene vissuta oggi è profondamente legato alla digitalizzazione delle emozioni. La Gen Z, che ha vissuto solo una parte di quegli anni, e i Millennials, che ne sono stati protagonisti, trovano in TikTok una sorta di macchina del tempo, capace di trasformare i ricordi personali in fenomeni collettivi. Tra montagne di pubblicità in cui si chiede di creare la wishlist dei propri regali, i video più efficaci vanno controcorrente: stimolano una introspezione per riportare alla luce vecchie memorie.
La nostalgia non è solo un rifugio. È anche un ponte verso nuove tradizioni. Se da un lato ripescare l’estetica degli anni passati è rassicurante, dall’altro la Generazione Z non rinuncia a reinterpretarla: le luci di Natale diventano LED programmabili e personalizzabili per creare le giuste “vibes”, le ricette della nonna vengono velocizzate con l’utilizzo di una friggitrice ad aria, e i biglietti d’auguri cambiano forma, venendo realizzati su nuove piattaforme di tendenza come “Verse”, soprattutto negli Stati Uniti. Non mancano le critiche, ovviamente. Alcuni accusano queste tendenze di ridurre il Natale a un’estetica glitterata, lontana dai valori profondi delle feste. Ma c’è anche chi sottolinea che è nella natura umana idealizzare il passato, e che domani ricorderemo con nostalgia anche ciò che stiamo vivendo oggi, in un continuo loop.
Questo rapporto tra i giovani e il Natale è interessante per comprendere come stiamo reinterpretando il concetto di memoria collettiva nell’era digitale: la nostalgia, amplificata da piattaforme come TikTok e YouTube, non è più solo un esercizio romantico, ma una vera e propria chiave per dare nuovo significato a tradizioni che rischiavano di perdersi tra il consumismo e la digitalizzazione. Inoltre, questo fenomeno dimostra quanto il passato venga usato come una bussola per orientarsi in un presente incerto. La Gen Z e i Millennials, che convivono con l’ansia del futuro e con un mondo in costante evoluzione, trovano nel recupero delle tradizioni e delle atmosfere di ieri una sorta di equilibrio sospeso. Una vera e propria comfort zone digitale. In questo mix di emozioni, estetica e memoria, emergono delle Feste che non sono né completamente tradizionali, né del tutto moderne. Per citare il sociologo Zygmunt Bauman, il Natale diventa “fluido” e parla il linguaggio delle nuove generazioni.