Automotive: i vantaggi dell’economia circolare
Tutti noi conosciamo il termine di obsolescenza programmata, ovvero una progettazione finalizzata a far durare un dispositivo soltanto per un certo numero di anni, oppure di operaz
L’hype sul Metaverso si è trasformato in un sentiment negativo ma il mercato della realtà aumentata e delle esperienze immersive che stanno alla base nelle interazioni online corrono veloce con una serie di applicazioni pratiche. Forse cambierà semplicemente nome.
Ricordate il Metaverso? È chiaro che l’hype su questa nuova frontiera digitale non è più quello del 2022. La ragione? Forse si erano create delle aspettative sbagliate, probabilmente si era usata una parola non adatta a descrivere quel tipo di evoluzione digitale, oppure il fenomeno è stato spiegato troppo e male. Ma il sentiment negativo che ormai circonda il Metaverso non deve indurre nell’errore di buttare il bambino con l’acqua sporca. Perché l’offerta legata alla realtà aumentata, all’esperienza immersiva, seppure senza avere più i riflettori perennemente accesi, sta continuando a crescere. «Diversamente da quanto potrebbe sembrare, il mondo dell’Extended reality nell’ultimo anno è rimasto tutt’altro che fermo – dice a Changes Marta Valsecchi, direttrice dell’Osservatorio Extended reality & metaverse del Politecnico di Milano – e ha lavorato per potenziare le tecnologie e fare passi avanti verso una nuova frontiera dell’interazione online che consentirà nuove esperienze immersive e interattive.
Sebbene i tempi per il Metaverso non siano ancora maturi, e probabilmente non lo saranno ancora per diversi anni, le tecnologie di Extended reality e i mondi virtuali, che ne costituiscono le fondamenta, sono già una realtà e stanno evolvendo velocemente, creando esperienze fisico-digitali sempre più integrate».
Secondo Statista, il business relativo alla realtà aumentata e virtuale crescerà fino a quasi 200 miliardi di dollari entro il 2025 (valeva 15 miliardi di dollari nel 2020).
E guardando al panorama in Italia, tra realtà aumentata, mista e virtuale dal 2020 a oggi si registrano 482 progetti realizzati, di cui 108 nati nel 2023. Nel comparto del business to consumer (b2c) i principali settori di applicazione sono il retail e il turismo, ma, come sottolineano i dati dell’Osservatorio Extended reality & metaverse del Politecnico, «il maggiore fermento si registra nell’education. Nel settore del business to business (b2b), invece, al primo posto compare il manifatturiero. Sia per il b2c sia per il b2b nel 2023 si è ampliato il numero di comparti che hanno iniziato a utilizzare queste tecnologie: ad esempio la pubblica amministrazione, lo sport, i trasporti». In particolare, in Italia:
Quando parliamo di progetti di realtà aumentata, in Italia la maggior parte degli accessi avviene da computer. E questo costituisce ovviamente un grosso limite quanto a immersività dell’esperienza. Il problema è la scarsa diffusione dei visori: a oggi meno di 500 mila italiani ne possiedono uno. La barriera principale è il costo elevato, seguita da una mancanza di servizi/applicazioni con un valore immediatamente percepibile. Ma sia il lancio dei nuovi visori di Meta, sia l’ingresso di Apple nel business dei visori, col debutto di Apple Vision Pro nei primi mesi del 2024, lasciano intendere che c’è spazio di crescita, con prodotti in grado di soddisfare meglio le esigenze degli utenti.
Escludendo gli ambiti gaming e social, gli utilizzi principali dei progetti di realtà aumentata e immersiva sono la visualizzazione di prodotti, l’accesso a informazioni aggiuntive (ad esempio nei siti turistici), la visita di showroom virtuali o la partecipazione a eventi/tour, con un’esperienza positiva per il 95% degli utenti.
Ecco una serie di applicazioni pratiche della Extended reality.
Quali saranno i prossimi passi? La Commissione europea ha presentato la sua strategia sul web 4.0 per guidare la prossima transizione tecnologica incentrata sui mondi virtuali. Sebbene vi sia ancora confusione su come verrà chiamata questa nuova frontiera delle esperienze immersive (Metaverso, Spatial Computing, Web4, e così via), vi è la certezza che big tech e istituzioni la stanno studiando e monitorando. «Il Metaverso, o comunque si chiamerà, è ancora in fase di realizzazione e il suo sviluppo potrà essere facilitato dall’evoluzione di altre tecnologie – conclude Riccardo Mangiaracina, responsabile Scientifico dell’Osservatorio Extended reality & metaverso – e tra queste ci sono la blockchain, che favorirà l’interoperabilità tra i mondi virtuali; lo spatial computing, che faciliterà il riconoscimento nello spazio fisico degli oggetti virtuali e le interazioni degli utenti; l’intelligenza artificiale, che renderà più efficienti i processi di creazione e personalizzazione di ambienti, personaggi e oggetti digitali, permetterà di utilizzare assistenti virtuali nei mondi (attraverso avatar bot gestiti dall’AI) e di ottimizzare i processi industriali».