Date il coding ai bambini

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Date il coding ai bambini

Oggi, i giovani e giovanissimi trascorrono molte ore di fronte a un tablet e a un computer con attività spesso passive. Occorre insegnare loro un pensiero computazionale.

Oggi, i giovani e giovanissimi trascorrono molte ore di fronte a un tablet e a un computer, ma questa attività risulta troppo spesso passiva e si limita semplicemente a passare il tempo giocando ad un videogame o a vedere dei video. Si può e si dovrebbe insegnare loro che tali strumenti hanno delle enormi potenzialità anche nelle loro mani.

Avete mai sentito parlare del coding? Se la risposta è negativa o comunque non avete mai approfondito questo argomento, cercheremo di farvi scoprire di cosa si tratta. La parola, tradotta in italiano, vuol dire “programmazione informatica” e viene utilizzata per indicare la disciplina basata sul pensiero computazionale. A dispetto del nome non è un argomento destinato solo agli studenti di informatica o di ingegneria. Al contrario potremmo dire che non è mai troppo presto per iniziare.

Per capirne l’importanza prendiamo in prestito una frase che pronunciò l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, quando decise di destinare ben 4 miliardi di dollari all’insegnamento del coding nelle scuole, dall’asilo al liceo: «Non comprate un nuovo videogame: fatene uno. Non scaricate l’ultima app: disegnatela. Non usate semplicemente il vostro telefono: programmatelo». E’ sempre maggiore, infatti, il numero di coloro che ritengono debba diventare materia di studio già a partire dalla prima elementare.

In un’epoca in cui l’economia digitale riveste un’importanza oramai fondamentale e strategica far sì che il coding non si destinato solo ai meri tecnici ma, al contrario, tutti possano acquisire le competenze per capire i meccanismi informatici e diventare creator. Tuttavia il pensiero computazionale ha un significato molto esteso: vuol dire fornire gli strumenti di ragionamento, consentire di pensare in maniera algoritmica, individuare una soluzione e capire come realizzarla, doti che potranno rivelarsi fondamentali nella vita di tutti i giorni.​

Perché piace tanto ai bambini

Insegnare un argomento a bambini e ragazzi può non essere semplice perché farli appassionare è tutt’altro che banale. Tra le chiavi del successo del coding vi è sicuramente il “learning by doing”: il percorso didattico avviene facendo, anzi proprio giocando e divertendosi. Si utilizzano tablet e computer per realizzare giochi interattivi, musica e per far muovere robot o creare animazioni.

«Fino a pochi anni fa la programmazione e la robotica erano discipline riservate esclusivamente agli addetti ai lavori, come informatici, ingegneri e tecnici. – ci ha spiegato Jacopo Diamanti esperto di Coding e docente presso il Fusolab di Roma –  Con l’avvento del movimento dei “Maker” le nuove tecnologie sono diventate accessibili anche agli hobbisti e ai curiosi grazie alla filosofia del software e dell’hardware open source. L’ultima conquista di questa comunità riguarda la realizzazione di strumenti ulteriormente semplificati che possono essere utilizzati da bambini di ogni età per imparare a riconoscere intuitivamente i componenti fondamentali delle tecnologie che ormai pervadono la nostra vita. Ed è dovere di noi educatori conoscere questi strumenti e acquisire la padronanza necessaria per integrarli nei nostri programmi di insegnamento, affinché le nuove generazioni possano guardare alle moderne tecnologie con occhio critico e non come ad un insieme di scatolette magiche».

App, strumenti e piattaforme per il Coding

Di certo i corsi di coding, sia in presenza che online, non mancano, ma si può anche iniziare in famiglia, affiancando in particolar modo i più piccoli e accedendo ad alcune app o a portali pensati proprio per far sviluppare il pensiero computazionale.

Scratch, direttamente dal MIT di Boston
Scratch proviene dal celeberrimo Massachusetts Institute of Technology di Boston. La piattaforma consente ai ragazzi di creare storie interattive, mettere in piedi una band che potrà suonare grazie alla tastiera o programmare un gioco.

Pensata per i giovanissimi (consigliata dai cinque anni, quindi anche per chi non sa leggere) esiste la versione junior scaricabile sia su tablet o smartphone iOS che Android.

Code.org, promossa dai Big
Code.org è la piattaforma di coding sostenuta da giganti come GoogleMicrosoft o Facebook. Consente di scegliere tra una tipologia di corso per bambini dall’età pre-scolare fino a 8 anni e un secondo tipo destinato ai partecipanti dai nove anni in su. Code.org sfiderà con entusiasmo i bambini per uscire dal labirinto risolvendo problemi e superando le sfide facendo attenzione ai trabocchetti. 

Micro:Bit
Tra gli strumenti più utilizzati nell’insegnamento del coding e della robotica vi sono i Micro:Bit. Si tratta di piccole schede programmabili dotate di luci e sensori realizzate dalla BBC, con l’obiettivo di diffondere nelle scuole l’insegnamento del coding. Queste schede si possono programmare utilizzando diversi linguaggi (a blocchi e non) e sono adatte per tutte le fasce di età, dalle elementari fino alle superiori. Per maggiori informazioni: https://microbit.org/

Tante altre sono disponibili online, ​gratis o a pagamento, per continuare a sperimentare e ad allenare il cervello.​

Specializzata su temi ambientali e sui new media. Co-ideatrice del premio Top Green Influencer. È co-fondatrice della FIMA e fa parte del comitato organizzatore del Festival del Giornalismo Ambientale. Nel comitato promotore del Green Drop Award, premio collaterale alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2018 ha vinto il prestigioso Macchianera Internet Awards per l'impegno nella divulgazione dei temi legati all'economia circolare. Moderatrice e speaker in molteplici eventi, svolge, inoltre, attività di formazione e docenza sulle materie legate al web 2.0 e sulla comunicazione ambientale.