La società dei poli opposti
L’inondazione di Valencia ha ben evidenziato i pericoli di una gestione territoriale in cui pochissimi erano decisori e concentrati su altri obbiettivi, mentre i molti, e veri co
La formula di Eric Ries, l’autore americano di The Lean Startup e The Startup Way indica il metodo start-up per le aziende già consolidato sul mercato. Ma cosa significa concretamente?
Come possiamo non smettere di crescere? Come possiamo rendere sempre più innovativa la nostra impresa? A queste domande ci sono tante risposte. Seguiamo quella formulata da Eric Ries, l’autore americano di “The Lean Startup” e “The Startup Way”, il volume dedicato alla gestione imprenditoriale.
Di cosa parliamo:
Il primo passo che possiamo fare è rileggere il libro dal titolo The startup way: how modern companies use entrepreneurial management to transform culture and drive long-term growth. In questo volume, uscito nel 2017, l’autore applica le riflessioni elaborate nel suo celebre The lean startup: how today’s entrepreneurs use continuous innovation to create radically successful businesses alle imprese già presenti sul mercato e con alle spalle tanti successi.
Agire come startup significa fare nostro il fatto che l’innovazione e la trasformazione continua valgono, oltre che per il business, anche per l’organizzazione. Altrettanto importante è rendersi conto che ogni impresa è un insieme di startup. Il terzo e il quarto punto della mentalità da startupper riguardano l’integrazione dell’imprenditorialità a tutte le funzioni organizzative, nella consapevolezza che l’adozione della logica imprenditoriale porti allo sviluppo di ogni azienda.
Vediamo quali sono i principi su cui si basa la “via della startup”. Il primo consiste nell’innovazione continua a partire dai processi e dagli strumenti, dalla cultura d’impresa e dalle persone. Il secondo principio mira a considerare la startup come un’unità di lavoro all’interno dell’impresa. Il terzo, il quarto e il quinto principio si concentrano sulla funzione mancante ossia sull’imprenditorialità integrata nel tessuto della nostra organizzazione, sulla rifondazione aziendale per continuare a crescere, e infine sul processo di trasformazione continua. Questo processo vale sia per la sperimentazione dei prodotti, dei servizi e dei modelli di business, così come per i processi organizzativi che possano abilitare l’imprenditorialità: «L’impresa – spiega Antonio Ghezzi, docente di corporate entrepreneurship alla business school del Politecnico di Milano – testa e trasforma non solo il suo “business model”, ma anche la sua organizzazione per trovare quello che possiamo definire un product-market-organization fit», ossia un adeguamento tra prodotto, mercato e organizzazione.
Una volta adottati i “principi della startup” occorre individuare gli obiettivi. Possiamo segnarne cinque: creare, anzitutto, opportunità di leadership all’interno della nostra azienda. Parallelamente, dobbiamo ridurre lo spreco di tempo e di energia, creando un sistema per risolvere le sfide in modo veloce e flessibile. Ancora, adottare un sistema di gestione per il nostro sviluppo. Infine, il quarto obiettivo e quinto obiettivo si realizzano consentendo ai nostri team di operare come se fossero startup, trasformando l’intera azienda in un portafoglio di startup.
È il “metodo startup”, utile anche alle aziende già presenti sul mercato.