Sei consigli per difenderci dalla plastica
La plastica è presente nella nostra vita quotidiana da oltre settant’anni ed è così fondamentale che la diamo per scontata senza renderci conto della sua pervasività. Secondo
Aumenta l’obesità fra i giovanissimi. Cibo spazzatura e marketing alimentare hanno un ruolo chiave: come individuare i rischi per non cadere in trappola.
Le organizzazioni internazionali che si occupano di cibo e alimentazione da tempo sono impegnate a tutelare la salute dei consumatori e a garantire adeguata conoscenza e diritto all’informazione. L’Ufficio regionale europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha presentato il Rapporto 2022 sull’obesità nella Regione Europea.
Vediamo i punti chiave:
Il rapporto dell’OMS traccia anche un’importante prospettiva e linee guida da seguire per contenere la malattia. È con interventi mirati che sconfinano l’ambito strettamente sanitario per comprendere quello istituzionale, sociale e educativo che si deve combattere l’obesità facendo leva sulla prevenzione e la conoscenza. Nello specifico l’OMS ha enunciato una serie di azioni che già si stanno dimostrando efficaci per ridurre i tassi di sovrappeso. Fra questi l’attuazione di interventi fiscali (come la tassazione delle bevande zuccherate o i sussidi per cibi sani) e restrizioni alla commercializzazione di alimenti malsani per i bambini.
Abbiamo chiesto al dottor Filippo Brocadello di Padova, medico chirurgo specialista in Scienza dell’alimentazione, autore di numerosi articoli sul tema, come nasce questo fenomeno e quali sono le soluzioni.
Perché oggi ci sono così tanti bambini obesi?
«La questione è complessa perché riguarda più aspetti. Da quello genetico, a quello alimentare a quello psicologico. Tuttavia, le abitudini scorrette alimentari spesso si apprendono in famiglia e dai media. Tantissimi bimbi e ragazzini sono abituati fin da piccoli a nutrirsi in ogni momento della giornata con “cibo spazzatura” ad altissima densità calorica come merendine confezionate ricche di zuccheri grassi e altri ingredienti poco salutari e dannosi. Spesso frutta e verdura sono scarsamente presenti nella loro dieta quotidiana e gli orari in cui si nutrono sono irregolari. Ciò deriva anche dallo stile di vita che è cambiato. I genitori lavorano e sono fuori tutto il giorno, non si gioca quasi più all’aperto e quindi aumenta la sedentarietà visto che i videogiochi e il computer hanno quasi del tutto preso il posto e sostituito i giochi di gruppo e di movimento. L’obesità può essere anche la spia di un uso compensatorio di cibo in eccesso, un segnale di disagi psicologici più profondi, come difficoltà scolastiche, rapporti difficoltosi in famiglia o con i compagni».
In famiglia come si può intervenire?
«Il primo passo fondamentale è educare ad uno stile alimentare corretto, vario e sano che coinvolga tutta la famiglia. I bambini infatti imparano osservando. È una vera e propria “educazione alimentare” che dovrebbe essere sempre più diffusa e presente nelle scuole dove si potrebbe insegnare giocando su come coltivare un orto, come preparare i pasti partendo dalla spesa e scegliendo cibi freschi e frutta e verdura di stagione. Educare al gusto del cibo coinvolgendo i giovani significa anche manipolare gli alimenti nei diversi momenti di preparazione (sbucciare, tagliare, pulire, impastare…) Ma significa anche annusarli osservandone i colori che a volte cambiano durante la cottura. È così che si stimolano tutti i sensi. Si deve insegnare a “esplorare” il cibo da più punti di vista come un gioco. L’obiettivo è quello di ampliare le conoscenze del bambino che spesso tenderebbe a cadere nella monotonia e che invece andrebbe sollecitato a scoprire nuovi sapori e nuovi modi di mangiare. L’obiettivo è instaurare un rapporto piacevole e divertente con il cibo che così potrà diventare un vero e proprio alleato per la salute, per l’intera famiglia partendo dai più piccoli».
Quanto incide la pubblicità di prodotti alimentari?
«La pubblicità del cibo spazzatura destinata ai più giovani è invadente e trasmette messaggi non solo fuorvianti ma dannosi e che lo diventano maggiormente quanto più si abbassa l’età del pubblico a cui sono diretti. Anche gli eventi sportivi e musicali sono strumenti adottati dalle aziende che hanno moltiplicato stimoli e sollecitazioni a consumare prodotti durante tutto l’arco della giornata. Spettacoli televisivi popolari zeppi di pubblicità, tattiche di marketing aggressive sui social network. Nessuna autentica protezione, dunque, per i bambini europei. Il fatto è che proprio i giovanissimi under 19 sono facilmente influenzabili e vulnerabili agli effetti del marketing alimentare a causa del loro sviluppo cognitivo ed emotivo immaturo, ma anche per via di altri fattori come l’influenza dei loro coetanei o la elevata e quasi capillare diffusione di questo tipo di messaggi. Questi meccanismi di marketing alimentare inevitabilmente fanno cadere nella trappola e si riflettono su scelte alimentari sbagliate che diventano insidie per la salute. Prodotti ad alto contenuto di grassi, zuccheri e/o sale (HFSS) sapientemente confezionati ma soprattutto diffusi capillarmente in TV, nei media digitali, negli spazi all’aperto e nello sport.
Al momento la strategia europea per i diritti dei bambini è considerata “deludente”, perché non si basa su veri e propri obblighi ma su condotte di tipo volontario. Per questo motivo l’OMS lancia raccomandazioni per limitare il marketing alimentare ai bambini inchiodando le aziende alle loro responsabilità e dimostrando, con dati inequivocabili, che tutto ciò ha un effetto concreto sui consumi dei ragazzi. Si va quindi verso una severa limitazione e graduale abolizione della pubblicità del cibo spazzatura. Partendo da uno studio pubblicato il 5 maggio 2022 sul Journal of Public Health e condotto dai ricercatori dell’Università di Nottingham, anche la Codacons, l’associazione per la difesa e tutela dei diritti dei consumatori) ha lanciato un allarme chiedendo l’intervento dell’Autorità garante per l’infanzia e adolescenza e dell’Antitrust di svolgere controlli per possibile pubblicità occulta nei reality show e nei programmi disponibili sulle piattaforme in streaming spesso rivolti ai giovanissimi».