Automotive: i vantaggi dell’economia circolare
Tutti noi conosciamo il termine di obsolescenza programmata, ovvero una progettazione finalizzata a far durare un dispositivo soltanto per un certo numero di anni, oppure di operaz
Computer e smartphone rigenerati: cosa sono, come funzionano, perché costano meno e aiutano a ridurre l'impatto ambientale dei device tecnologici.
Fare di più con meno, una frase che sentiamo spesso ripetere, specialmente quando dobbiamo affrontare alcune carenze, come ad esempio quella idrica nei periodi di siccità o quando alcune linee di produzione si fermano per la mancanza di componenti che solitamente devono arrivare dall’estero.
L’espressione però può e dovrebbe valere – anche in periodi di “pace” – per ogni ambito, considerato che ad oggi l’umanità vive scriteriatamente come se avesse a disposizione quasi due Terre. Peraltro, se ogni cittadino terrestre consumasse annualmente come noi italiani, di Pianeti come il nostro ce ne servirebbero quasi tre.
Tra gli apparecchi di cui solitamente non possiamo fare a meno – per il lavoro, lo studio o per le tante applicazioni quotidiane – vi sono i device elettronici quali computer, tablet e smartphone. Negli ultimi anni – complici smart working e didattica a distanza – vi è stato un vero e proprio boom negli acquisti.
A crescere però è stata anche l’attenzione verso i refurbished, ovvero i rigenerati, tanto che ad oggi esistono negozi – online e offline – specializzati in tale tipologia di prodotti o che hanno sezioni intere (o vetrine) dedicate ai device rimessi in circolo.
Il termine inglese refurbished può essere tradotto in italiano con ricondizionato o rinnovato e viene solitamente utilizzato per tutti quegli apparecchi elettrici o elettronici che vengono rimessi in circolo dopo una prima vendita. Potrebbero essere stati ritirati – dal venditore originario o da un terzo – per semplici difetti nel packaging o perché mancavano le istruzioni che dovrebbero essere incluse nella scatola. Altre volte può succedere a causa di difetti estetici o in relazione ad alcuni aspetti che però non intaccano le funzioni principali. In altri casi invece il prodotto è stato utilizzato e magari è stato rivenduto o restituito a seguito di un lungo noleggio o un leasing operativo ma può ancora essere adoperato. L’apparecchio così revisionato, (eventualmente) riparato, testato, igienizzato, con i software aggiornati viene rimesso in circolo con l’etichetta refurbished – ricondizionato.
Oggi è possibile quindi acquistare un apparecchio elettronico come un cellulare, un tablet o un computer di fascia alta ad un prezzo più o meno scontato. Se, ad esempio, il dispositivo avrà solo difetti nel packaging, probabilmente il risparmio sarà minimo, se sarà un pc rigenerato e rimesso in commercio, si potrà avere un modello solitamente costoso ad un prezzo più contenuto. In ogni caso, l’etichettatura che li accompagna è studiata per far capire alle persone che differenza c’è con un prodotto nuovo ma è sempre buona norma – ove non si sia esperti di questa tipologia di beni – chiedere maggiori informazioni al rivenditore.
Tra gli apparecchi inseriti in questa categoria oggi si trova qualsiasi dispositivo elettronico – elettrodomestici inclusi. Rimanendo negli hardware tipicamente da ufficio, potreste trovare in vendita a prezzi scontati anche stampanti, webcam, scanner e ogni altro “aggeggio” alimentato a corrente.
Il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto. Spesso uno smartphone o un personal computer vengono cambiati non perché non più funzionanti ma quando si desidera un modello nuovo (si parla in tali casi di obsolescenza percepita), o senza imperfezioni estetiche date dall’usura o ove si abbia la necessità di avere device con nuove applicazioni o semplicemente perché – come capita in alcune aziende – si prevedono forniture a tempo determinato che vengono sostituite periodicamente.
Fatto sta che vengono accantonati dispositivi che potrebbero ancora essere utili ad altre persone. Rimetterli in circolo sposterà nel tempo il momento in cui questi andranno smaltiti – confidando che a fine vita vengano in ogni caso avviati al recupero delle materie prime seconde come dovrebbe accadere a tutti i RAEE.
Allungare loro la vita vuol dire ridurne l’impronta ambientale diminuendo il fabbisogno della produzione di nuovi apparecchi.
Ricondizionato e usato seguono normative diverse. Un punto fondamentale da sottolineare riguarda il fatto che se acquistate un bene usato da un privato, la garanzia dell’oggetto sarà eventualmente quella residua prevista al momento dell’acquisto originario. Ad esempio, se il laptop aveva due anni di copertura e sono passati 18 mesi, all’acquisto ne residuerà una di sei mesi.
Un apparecchio rigenerato viene rimesso sul mercato “pari al nuovo”, salvo le eventuali difformità che – come abbiamo detto – devono essere dichiarate. Ma, oltre a ciò, ad accompagnare l’acquisto vi è la garanzia minima prevista per legge che è di 12 mesi.
Sarà stata la domanda crescente o una maggior attenzione all’ambiente ma oggi trovare dispositivi rigenerati è davvero molto più semplice rispetto ad alcuni anni fa.
Spesso i negozi di informatica ne rimettono in circolo vari. Vi sono poi i portali specializzati (es. refurbed), ma anche corner di ricondizionati presso i punti vendita delle catene di prodotti elettronici e per l’informatica. Solitamente delle sezioni dedicate sono presenti anche negli e-commerce dei medesimi brand. Potrete, ad esempio, anche navigare tra i ricondizionati di Apple e Amazon.
Non solo rivendita. Sono molti i progetti di chi regala o – specularmente – recupera dispositivi per rimetterli a nuovo e donarli per iniziative di beneficenza. Sono diversi i casi lungo la penisola che incrociano chi voglia disfarsi di un device – come capita alle aziende quando decidono di rinnovare un elevato numero di computer o smartphone – e chi sia disponibile a resettarli e renderli nuovamente funzionanti per donarli a onlus o anche a privati cittadini che ne abbiano bisogno. Un esempio? Durante il Covid molte famiglie hanno avuto la necessità di dotare ogni figlio di un pc o un tablet per poter seguire le lezioni a distanza. Diverse ong si sono quindi attivate per la raccolta e la distribuzione di più dispositivi. Un esempio di solidarietà che fa anche bene all’ambiente.