Pedalando verso il benessere
Continua il viaggio di Grammenos Mastrojeni alla ricerca di soluzioni che possono condurci con i nostri comportamenti verso una felicità sostenibile. Abbiamo esplorato il tema del
Cosa cercano gli italiani su Internet quando si parla di sostenibilità (e su cosa ne dovrebbero sapere di più). Quali sono i trend di crescita delle espressioni chiave?
Lo facciamo più o meno tutti: quando non sappiamo qualcosa, quando vogliamo approfondire un argomento o quando cerchiamo un fondamento ad una nostra teoria, ricorriamo ad un motore di ricerca per tentare di ottenere subito una risposta e soddisfare, in questo modo, i nostri dubbi.
Se parliamo di sostenibilità, cosa viene cercato più spesso? Quali sono i trend di crescita delle espressioni chiave? A fornire una risposta ci ha pensato ad aprile Alphabet che ha diffuso i dati dei trend raccolti da Google. Da queste informazioni siamo partiti per scoprire su cosa gli italiani avrebbero bisogno di maggiore (in)formazione in particolar modo quando si parla di cambiamenti climatici, rifiuti e auto elettriche.
I quesiti che hanno fatto registrare il maggior incremento nel primo bimestre 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono
Se, da un lato, leggendo le domande, le persone più attente ai temi ambientali potrebbero alzare il sopracciglio con aria di sufficienza d’altro canto, risulta evidente come sia necessario continuare ad informare il pubblico su questi temi. Prendendo spunto da questi dati abbiamo utilizzato un software Seo per capire quali siano le parole correlate e quindi anche cosa pensino gli italiani quando cliccano “invio” nel motore di ricerca. Pur se le correlazioni possono cambiare nel tempo o a seconda delle stagioni, emergono comunque informazioni interessanti.
Nelle ricerche su “riscaldamento globale”, fra le prime 10 keyword correlate, la gran parte si focalizza sulle cause di questo fenomeno. Tuttavia, all’ottavo posto, si trova l’abbinamento con il nome di uno scienziato negazionista (non un climatologo, lo specifichiamo) e alla nona posizione si attesta la ricerca “il riscaldamento globale non esiste”. Diverse sono poi le ricerche effettuate per sapere quali azioni vanno compiute per ridurre la febbre del Pianeta. Vi è infine chi cerca risposte su quali possano essere le “conseguenze” del riscaldamento.
Se utilizziamo la query “cambiamenti climatici”, le informazioni tendenzialmente sono simili, ma nella Top 10 appare l’accoppiata con Greta Thunberg.
Nel caso di “dieta sostenibile” c’è innanzitutto chi si interroga sul significato di tale concetto, chi cerca conferme su quella Mediterranea, chi è alla ricerca di esempi e chi si informa sulla piramide alimentare. Sotto la voce “impatto ambientale” tra le keyword correlate emerge anche la voglia di avere maggiori informazioni sugli allevamenti intensivi.
Considerato che uno dei maggiori problemi che affligge il nostro Paese è legato alla mobilità, abbiamo anche indagato sulle curiosità ricercate dagli italiani sulle “auto elettriche”. Le informazioni correlate riguardano i costi, la presenza di incentivi, i tempi di ricarica e le colonnine (ovvero postazioni) ove fare il pieno di kw.
Gli italiani, probabilmente per questioni economiche, sono sempre più attenti ai consumi energetici. Analizzando le query legate a “quanto consuma...”, molte domande riguardano la climatizzazione e quindi condizionatori, climatizzatori e deumidificatori. Tuttavia troviamo anche ricerche su frigoriferi, lampadine, ventilatori e forni elettrici: è quindi evidente che è in crescita la consapevolezza sull’impatto che gli oggetti di uso comune hanno sulla bolletta elettrica. A tal riguardo, per trovare le risposte ai vostri dubbi, vi sarà certamente utile l’opuscolo “Scegli bene, scegli in classe A” lanciato dalla rete Civico 5.0 che spiega come leggere l’etichetta energetica di un apparecchio elettrico in modo che i consumi non rimangano un mistero. Permetteteci un suggerimento: il miglior modo è usarli in maniera efficiente e quindi tenerli spenti quando non servono. La tecnologia può essere una valida alleata, ma non potrà mai sostituirsi del tutto all’assunzione di atteggiamenti responsabili e sostenibili.
Un lungo elenco di richieste è quello legato al conferimento dei diversi tipi di scarti domestici. Anche se, anno dopo anno, cresce la voglia degli italiani di fare una corretta raccolta differenziata, purtroppo spesso vengono commessi errori in buona fede (in questo caso si parla di wish cycling gettando rifiuti nel contenitore sbagliato. Gli errori possono dipendere dal sistema di raccolta che cambia di città in città e, in alcuni casi, addirittura da un quartiere all’altro all’interno del medesimo comune. Può poi accadere che, erroneamente, si crede che un materiale sia associabile ad altri. Tra le query, infatti, si trova quella di coloro i quali si chiedono dove vada buttato un piatto di ceramica (che erroneamente molti gettano col vetro!) o lo scontrino (peraltro differenziando, nelle keyword, se nella sua composizione sia presente o meno il bisfenolo) o il cartone della pizza (che, se ancora pulito, potrà andare nella carta, altrimenti va gettato nell’umido). Sul tetrapak i dubbi partono dal modo corretto in cui si scrive tale parola per poi giungere all’esatta modalità di conferimento. Analoghe domande poi riguardano anche il polistirolo, il legno e i tappi di sughero.
Per trovare le risposte esatte a questi dubbi si possono consultare le guide fornite dalle aziende che si occupano della raccolta dei rifiuti o ci si può avvalere di app come Junker che guidano le persone passo passo o meglio rifiuto rifiuto.
Sicuramente porsi domande aiuta a ridurre la percentuale di errore che, ad oggi, è spesso ancora troppo alta (segno che c’è tanto ancora da fare per informare correttamente).
Ad esempio, leggendo i dati del Rapporto 2021 Coreve in relazione alla raccolta del vetro, sappiamo che nel 2020 lo scarto tra il vetro raccolto e quello effettivamente riciclato – e quindi trasformato in nuovi prodotti – è stato il 10,6%. “Purtroppo però – si legge nel documento – la qualità media della raccolta è ancora in calo: troppi gli oggetti di ceramica, pyrex e cristallo, ma soprattutto sacchetti, finiscono nella campana del vetro”.
Un altro – purtroppo – classico errore riguarda la raccolta differenziata effettuata con il sacchetto errato (quello di plastica per l’umido o il conferimento del vetro all’interno di una shopper).
Dagli esempi delle ricerche riportati emerge quindi che la strada per una conoscenza delle migliori pratiche ambientali sia ancora in parte da percorrere, ma, al contempo, che googlando si impara (sperando di non incappare in fake news…).