Il tempo dei giovani: la generazione che riscrive le regole

Avatar photo
Society 3.0


Il tempo dei giovani: la generazione che riscrive le regole

Millennials e Gen Z non sono una gioventù disillusa, sono capaci di cercare, sperimentare e reinventare. È quanto emerge dall’Osservatorio GenerationShip 2025 di Changes Unipol a cura di Kkienn Connecting People and Companies al centro del nuovo numero di Changes magazine che racconta una generazione inquieta ma resiliente, fragile eppure piena di visione.

Quali sono oggi le vere priorità dei giovani? Quanto pesa la paura – o la curiosità – verso l’intelligenza artificiale? E quanto conta davvero l’equilibrio tra lavoro e vita privata in un’epoca che sembra non conoscere più confini tra i due mondi?
Le risposte arrivano dall’Osservatorio GenerationShip 2025, la ricerca che Changes Unipol dedica ogni anno alle nuove generazioni insieme a Kkienn, l’istituto di ricerca che da anni accompagna Unipol in questo percorso di ascolto e di analisi. Un’indagine che racconta non solo un cambiamento di percezione, ma un autentico mutamento di paradigma: quello di una generazione che, dopo anni di incertezza, torna a guardare avanti.
Per la prima volta dal 2022, infatti, si vedono segnali incoraggianti nella fascia tra i 16 e i 35 anni: cresce la soddisfazione per il lavoro, diminuisce la voglia di emigrare e riaffiora un interesse autentico per la politica e per l’Europa. È il ritratto di una gioventù inquieta ma vitale, consapevole dei propri limiti e al tempo stesso pronta a reinventarsi.
Restano, certo, le sfide aperte. Le giovani donne continuano a sentirsi penalizzate nel mondo del lavoro e molti ragazzi rimandano ancora l’idea di una famiglia, vista come un traguardo economicamente troppo distante. Ma dietro questa prudenza c’è una nuova scala di valori: le priorità oggi si chiamano lavoro, formazione, sicurezza economica e risparmio. Matrimonio, figli e casa passano in secondo piano, non per disillusione, ma per scelta consapevole. La libertà di costruire il proprio percorso vale più della corsa a un modello imposto.
Nel frattempo, il rapporto con il lavoro cambia in profondità. Le nuove generazioni non cercano solo un impiego: cercano un equilibrio. Il principio che si afferma con forza è che il lavoro deve essere compatibile con la vita, non il contrario. Non è pigrizia né fuga dalla responsabilità: è l’affermazione del diritto al tempo, alla cura di sé, all’identità personale. È la richiesta di un modello sostenibile anche sul piano umano.
E poi c’è la tecnologia, l’intelligenza artificiale che divide tra speranza e timore. Se da un lato spaventa per il suo potere di sostituzione, dall’altro affascina come strumento di crescita e libertà. I giovani non la rifiutano: la osservano, la mettono alla prova, cercano di capirla. Più che una minaccia, la vivono come una sfida culturale da governare con competenza e spirito critico.
Sul piano sociale e politico, il quadro è altrettanto interessante: cresce la fiducia nei valori democratici e nell’idea di Europa come casa comune, mentre la partecipazione si manifesta in forme nuove, fluide, spesso lontane dai partiti ma radicate nel volontariato, nella sostenibilità, nella cittadinanza attiva. È un impegno diverso, ma non meno autentico.
Insomma, i giovani italiani del 2025 non sono una generazione smarrita. Sono una generazione in cammino, che naviga in acque incerte ma non ha smesso di remare. Una generazione che, pur consapevole delle proprie fragilità, sceglie di non rinunciare al futuro.
Non è più il tempo delle formule preconfezionate: è il tempo dei giovani, il tempo di chi esplora, si adatta e reinventa. Di chi, pur vivendo in un periodo complesso, continua a credere che cambiare le regole – e riscriverle insieme – sia ancora possibile.
E voi? Vi riconoscete in questa fotografia?

Nella sezione Magazine ed eventi puoi sfogliare il magazine Changes Il tempo dei giovani

Foto: Gabriella Clare Marino/Unsplash

Avatar photo

Dalle redazioni alle media relations, in ogni caso sempre con l’attenzione focalizzata sulle notizie. Fernando Vacarini ha iniziato come giornalista collaborando con il quotidiano La Repubblica dove si è occupato della redazione di articoli per il dorso economico Affari&Finanza. Ha scritto inoltre per Mf Milano Finanza e Panorama Economy, e dal 2004 è passato dalle redazioni alla comunicazione corporate, prima come Responsabile ufficio stampa Financial services di Allianz, incarico che ha ricoperto per quasi due anni, e poi come Coordinatore ufficio stampa di Gruppo. In seguito ha ricoperto il ruolo di Vice capo ufficio stampa corporate in Generali. A fine 2007 entra nel Gruppo Cariparma Crédit Agricole come Responsabile relazioni con i Media di quello che presto diventerà uno dei principali gruppi bancari nazionali. Nel dicembre 2013 ritorna nel settore assicurativo assumendo l’incarico di Responsabile relazione con i media del Gruppo Unipol e delle sue controllate. In questa posizione si dedica anche allo sviluppo della comunicazione digitale portando l’azienda a muovere i suoi primi passi verso il mondo dei social network e degli influencer online in ottica corporate con l’obiettivo di migliorare la reputazione del Gruppo.