UNA DOMANDA ALL’IA - Il quesito che scuote la tabella tattica e le panchine degli stadi: può un’intelligenza artificiale superare l’esperienza, il carisma e l’intuito di un grande allenatore umano?
Risponde l’intelligenza artificiale
L’IA è già parte integrante del mondo dello sport. Uno studio pubblicato ad aprile del 2025 ha evidenziato come l’IA trasformi dati biometrici, videocamere e sensori in feedback in tempo reale per migliorare prestazioni e prevenire infortuni. Le IA ipotizzano carichi d’allenamento, analizzano la biomeccanica e pianificano programmi personalizzati.
Lo “SmartCourt” di PlaySight, strumento utilizzato da NBA, NCAA e USTA, dispone di sistemi video-IA che offrono agli allenatori analisi multi-angolo e statistiche immediate. IntelliGym, un tool “serious game” per migliorare decision-making e visione di gioco, ha dimostrato miglioramenti tangibili nelle prestazioni reali sul campo.
Progetti sperimentali realizzati su una squadra professionistica di calcio della serie A polacca ha analizzato dati GPS confrontando diversi modelli predittivi. Il miglior modello XGBoost ha identificato correttamente il 97,6 % degli infortuni e in 9 casi su 10, quando ha previsto un infortunio, questo si verifica davvero. Atleti coinvolti confermano: l’IA migliora motivazione, efficienza, e prevenzione, pur evidenziando resistenze tecniche e la perdita del “tocco umano”.
Focus sul Cambiamento
L’ingresso dell’IA nello sport non è un’innovazione minore: è un epocale shift verso una mentalità data-driven. Secondo l’Allied Market Research, il mercato globale dell’AI nello sport, da 2,2 miliardi di dollari nel 2022, potrebbe arrivare a 29,7 miliardi entro il 2032. Ecco i principali ambiti di cambiamento e di utilizzo.
- Economia: squadre che investono in tecnologia godono di vantaggi competitivi.
- Mercato del lavoro: figure professionali ibride che combinano sport science, data analyst, AI expert.
- Stili di vita: tute biometriche, coaching digitale, algoritmi motivazionali.
- Etica e privacy: gestione di enormi quantità di dati sensibili, con tutti i rischi connessi.
Sottotemi e Intersezioni
- Tecnologia e salute: l’IA predice infortuni e suggerisce carichi di lavoro ideali.
- Etica: serve trasparenza nei dati e nelle decisioni automatizzate.
- Società: l’IA potrebbe democratizzare l’accesso al coaching di alto livello, ma occorre evitare il digital divide.
- Cultura: l’illusione di sostituire il coaching umano può indebolire il rapporto fiducia-atleta.
- Ambiente: minori spostamenti e allenamenti “smart” riducono l’impronta ecologica.
Visione vs Realtà
- Scenario ottimista. Allenatori ibridi (umani+IA) con analisi avanzate: più vittorie, meno infortuni e atleti più motivati. L’IA potenzia l’intuito umano, anziché rimpiazzarlo.
- Scenario realistico. L’IA diventa supporto consolidato nelle scelte tattiche e organizzative. Il coach resta figura centrale nelle relazioni e gestione gruppo. Investimenti, formazione e regolamentazioni renderanno questo upgrade fattibile.
- Scenario distopico. Over-reliance sull’IA: si perde il cuore del coaching, si potenziano disuguaglianze tra chi può permettersi sistemi avanzati e chi no. Dati usati contro gli atleti, privacy a rischio.
L’IA ha solide fondamenta scientifiche per diventare un coach eccellente in termini analitici e funzionali, ma resta strumento, non sostituto del coach umano.