Siamo pronti alla prossima pandemia?

Lo scorso 14 maggio, in una giornata salutata come storica, la commissione dell’Assemblea Mondiale della Sanità, organo legislativo dell’Organizzazione Mondiale della
Il cambiamento sul posto di lavoro va gestito con l’obiettivo di migliorare il benessere delle persone. In questo modo si abbatte lo stress. Usando testa e corpo.
Nel mondo del lavoro contemporaneo, la parola chiave è benessere. Con ritmi sempre più frenetici e ambienti professionali ad alta pressione, il bisogno di strumenti efficaci per gestire lo stress è cresciuto esponenzialmente. È in questo scenario che fa il suo ingresso la mindfulness in azienda, una pratica che consente ai lavoratori di coltivare consapevolezza e resilienza per affrontare le sfide quotidiane. Il cambiamento non è più solo tecnologico o organizzativo: è umano. E passa dalla testa e dal corpo.
La mindfulness azienda è una pratica che deriva dalla meditazione e che consiste nell’allenare la mente a rimanere nel momento presente, con attenzione e senza giudizio. Si tratta di un percorso di consapevolezza, che consente di osservare pensieri ed emozioni per imparare a rispondere invece che reagire automaticamente agli stimoli.
La mindfulness sul lavoro è diventata un alleato sempre più diffuso per migliorare la qualità della vita nei contesti aziendali. Nata grazie agli studi di Jon Kabat-Zinn, biologo e pioniere del settore, la mindfulness si è trasformata in un protocollo applicabile in contesti clinici, educativi e, appunto, lavorativi. Non a caso, oggi si parla anche di mindfulness aziendale come di una vera e propria leva strategica per gestire il cambiamento e ridurre lo stress.
I vantaggi della mindfulness in azienda sono molteplici. Innanzitutto, aiuta a ridurre lo stress, che secondo secondo l’ottavo Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, presentato nel febbraio del 2025 rappresenta un problema concreto: il 31,8% dei lavoratori dipendenti ha provato sensazioni di esaurimento, di estraneità o comunque sentimenti negativi nei confronti del proprio lavoro, cioè forme di burn-out.
La pratica regolare della mindfulness migliora la concentrazione e sviluppa l’equilibrio emotivo, due qualità fondamentali in un ambiente lavorativo complesso. Come spiega Federica Muzzi, Team Manager Training Department di Randstad HR Solutions, «la richiesta delle imprese è quella di inserire nel proprio staff, persone resilienti che sappiano gestire lo stress e la mindfulness aiuta a raggiungere il risultato». Esempi concreti? Una classica riunione di lavoro in cui la mente si distrae: attraverso la mindfulness, è possibile tornare al presente e migliorare la qualità dell’ascolto e dell’interazione.
Tra gli strumenti utilizzati, figurano esercizi pratici come il controllo del respiro, brevi camminate consapevoli, e la tenuta di un diario delle sensazioni. «Benessere e sviluppo delle competenze chiave delle persone sono due cardini del protocollo che è fatto anche di esercizi da fare a casa, tra cui la tenuta di un diario delle sensazioni che si provano durante il percorso», ha detto Muzzi. L’obiettivo è aumentare la consapevolezza del corpo e delle reazioni emotive, migliorando nel complesso la resilienza individuale.
Grandi aziende internazionali hanno già adottato con successo la mindfulness aziendale. Apple, Microsoft, Nike e Procter & Gamble hanno inserito nei loro programmi di benessere percorsi strutturati basati sul metodo Kabat-Zinn. Anche in Italia realtà come Telecom e UBS stanno implementando protocolli mindfulness per i loro dipendenti.
A promuovere e diffondere la cultura della mindfulness nel nostro Paese ci sono realtà come l’Istituto Italiano di Mindfulness fondato da Fabrizio Didonna a Vicenza e l’Associazione Italiana per la Mindfulness, che organizzano workshop, corsi e divulgazione scientifica sul tema.
Un esempio virtuoso arriva da Randstad, tra i primi ad aver introdotto la mindfulness nei propri programmi formativi. Il team, composto da coach e psicologi, lavora non solo sulla concentrazione ma anche sul work-life balance, ovvero l’equilibrio tra vita privata e lavoro. Un equilibrio che si traduce in maggiore produttività, benessere e senso di appartenenza.
Oltre ai benefici individuali, la mindfulness aziendale ha un impatto diretto sulla cultura organizzativa. Promuove infatti un ambiente più inclusivo, etico e collaborativo. Allenare la consapevolezza nei team significa facilitare la comunicazione, ridurre i conflitti e valorizzare l’empatia.
Come spiega Carolina Traverso nel suo libro Mente calma, cuore aperto (Sperling & Kupfer, 2016), insegnare la mindfulness è un modo per aiutare le persone a “lasciare andare ciò che non fa stare bene”. E questo vale soprattutto sul lavoro, dove il benessere mentale diventa ogni giorno più centrale.
In un mondo in continua trasformazione, la mindfulness sul lavoro non è solo una moda ma una strategia per affrontare il cambiamento in modo resiliente e consapevole. Perché lavorare meglio non significa solo essere più efficienti, ma anche stare bene mentre lo si fa.
*Articolo pubblicato il 21 ottobre 2016 e sottoposto a successive revisioni