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Il cambiamento sul posto di lavoro va gestito con l’obiettivo di migliorare il benessere delle persone. In questo modo si abbatte lo stress. Usando testa e corpo.
Mindfulness in azienda: il cambiamento sul posto di lavoro va gestito con l’obiettivo di migliorare il benessere delle persone. In questo modo si abbatte lo stress. Usando testa e corpo.
Da qualche tempo nel vocabolario degli economisti ha fatto il suo ingresso il termine resilienza che, secondo la definizione comune, è la capacità di resistere agli urti senza spezzarsi. Per Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea (BCE), la resilienza fa ormai parte della politica monetaria europea, che cerca da anni di domare la crisi e segnare il percorso verso la ripresa, e consente di fare lo slalom tra gli choc che si profilano all’orizzonte ad un ritmo sempre più intenso e irregolare, sfuggendo spesso a ogni previsione. Essere resilienti, per gli psicologi significa essere in grado di superare traumi e dolori più rapidamente e come spiega bene Andrew Zolli, sociologo e futurologo americano, nel suo saggio Resilienza. La scienza di adattarsi ai cambiamenti (Rizzoli, 2014) aiuta ad abbracciare il cambiamento, senza subirlo. Essere resilienti sul posto di lavoro aiuta a migliorare il clima e abbatte lo stress, ma non si nasce così e per raggiungere la consapevolezza delle proprie forze ed essere capaci di fronteggiare situazioni negative e stress occorre un esercizio costante. Per prime lo hanno capito le aziende che devono fare i conti con il quadro dipinto dall’Unione Europea: secondo dati 2015, è stressato in media il 22% dei lavoratori europei e l’Italia si posiziona a un livello più alto della media con il 27%. Ma non solo. Dopo il mal di schiena, il motivo principale per cui oggi in Italia si resta a casa dal lavoro e si produce di meno è lo stress. Lo certifica l’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), agenzia dell’Onu, secondo cui in Europa nel 2015 il 50% dei dipendenti resta a casa per stress (erano il 28% nel 2007) e per il 33% dei capi è il principale problema da risolvere in ufficio.
È il segnale che il cambiamento sul posto di lavoro va gestito con l’obiettivo di migliorare il benessere delle persone. Perché non si tratta solo di lavorare per guadagnare, ma anche di stare bene per poter lavorare meglio. Una strada possibile e sempre più battuta dalle aziende è quella di introdurre percorsi emozionali come benefit. Tra i più innovativi c’è la mindfulness, una particolare forma di meditazione, di cui Jon Kabat-Zinn, biologo e scrittore statunitense, fondatore della Stress Reduction Clinic e del Center for Mindfulness in Medicine, Health Care and Society presso la University of Massachusetts Medical School, è stato un pioniere. Secondo il suo approccio, si deve prestare attenzione al momento presente, senza pregiudizi, per raggiungere la piena consapevolezza del sé. Per arrivare al risultato bastano pochi esercizi pratici da fare durante il giorno: per esempio una camminata, il controllo del respiro, l’analisi di comportamenti istintivi che fanno reagire sempre allo stesso modo di fronte a situazioni critiche. Il metodo ha conquistato Apple, Microsoft, Nike e Procter & Gamble e in Italia Ubs, e Telecom hanno già avviato il protocollo sui loro dipendenti. Punti di riferimento in Italia sono l’Istituto Italiano di Mindfulness fondato a Vicenza da Fabrizio Didonna, che associa i centri più qualificati ad applicare il metodo e fa cultura sul tema attraverso workshop e segnalazioni sempre aggiornate, come anche l’Associazione Italiana per la Mindfulness.
Tra i primi a introdurre in azienda il percorso di Kabat-Zinn c’è Randstad, l’agenzia per il lavoro specializzata nella ricerca e selezione del personale. «Da circa due anni stiamo portando questo metodo nei programmi aziendali», ha detto Federica Muzzi, Team Manager Training Department di Randstad HR Solutions. «La richiesta delle imprese è quella di inserire nel proprio staff, persone resilienti che sappiano gestire lo stress e la mindfulness aiuta a raggiungere il risultato». Ma come funziona davvero? «In primo luogo andiamo a lavorare sulla concentrazione», ha sottolineato Muzzi che porta come esempio una classica riunione di lavoro: a un certo punto si inserisce il pilota automatico, non si ascolta più cosa dicono gli altri, ci si collega allo smartphone e in definitiva cala la concentrazione. Il team di Randstad è composto da coach e psicologi e punta molto anche sul work-life balance, ovvero sull’equilibrio che si può raggiungere tra vita privata e lavorativa sulla strada della resilienza. «Benessere e sviluppo delle competenze chiave delle persone sono due cardini del protocollo che è fatto anche di esercizi da fare a casa, tra cui la tenuta di un diario delle sensazioni che si provano durante il percorso», ha detto Muzzi. La maggior parte dei compiti è fatta per prendere consapevolezza del proprio corpo. Molti degli esercizi formulati secondo i principi della filosofia di Jon Kabat-Zinn si trovano nel manuale Mente calma, cuore aperto (Sperling & Kupfer, 2016) scritto da Carolina Traverso, psicologa e insegnante di mindfulness, che adotta un approccio semplice e molto pratico per imparare a lasciare andare ciò che non fa stare bene. Stress per primo. Sopratutto pensare alla mindfulness in azienda.