Mindfulness al lavoro: perché funziona davvero

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Mindfulness al lavoro: perché funziona davvero

Il cambiamento sul posto di lavoro va gestito con l’obiettivo di migliorare il benessere delle persone. In questo modo si abbatte lo stress. Usando testa e corpo.

Nel mondo del lavoro contemporaneo, la parola chiave è benessere. Con ritmi sempre più frenetici e ambienti professionali ad alta pressione, il bisogno di strumenti efficaci per gestire lo stress è cresciuto esponenzialmente. È in questo scenario che fa il suo ingresso la mindfulness in azienda, una pratica che consente ai lavoratori di coltivare consapevolezza e resilienza per affrontare le sfide quotidiane. Il cambiamento non è più solo tecnologico o organizzativo: è umano. E passa dalla testa e dal corpo.

Cos’è la mindfulness in azienda

La mindfulness azienda è una pratica che deriva dalla meditazione e che consiste nell’allenare la mente a rimanere nel momento presente, con attenzione e senza giudizio. Si tratta di un percorso di consapevolezza, che consente di osservare pensieri ed emozioni per imparare a rispondere invece che reagire automaticamente agli stimoli.

La mindfulness sul lavoro è diventata un alleato sempre più diffuso per migliorare la qualità della vita nei contesti aziendali. Nata grazie agli studi di Jon Kabat-Zinn, biologo e pioniere del settore, la mindfulness si è trasformata in un protocollo applicabile in contesti clinici, educativi e, appunto, lavorativi. Non a caso, oggi si parla anche di mindfulness aziendale come di una vera e propria leva strategica per gestire il cambiamento e ridurre lo stress.

Benefici per il benessere dei lavoratori

I vantaggi della mindfulness in azienda sono molteplici. Innanzitutto, aiuta a ridurre lo stress, che secondo secondo l’ottavo Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, presentato nel febbraio del 2025 rappresenta un problema concreto: il 31,8% dei lavoratori dipendenti ha provato sensazioni di esaurimento, di estraneità o comunque sentimenti negativi nei confronti del proprio lavoro, cioè forme di burn-out.

La pratica regolare della mindfulness migliora la concentrazione e sviluppa l’equilibrio emotivo, due qualità fondamentali in un ambiente lavorativo complesso. Come spiega Federica Muzzi, Team Manager Training Department di Randstad HR Solutions, «la richiesta​ delle imprese è quella di inserire nel proprio staff, persone resilienti che sappiano gestire lo stress e la mindfulness aiuta a raggiungere il risultato»​​. Esempi concreti? Una classica riunione di lavoro in cui la mente si distrae: attraverso la mindfulness, è possibile tornare al presente e migliorare la qualità dell’ascolto e dell’interazione.

Tra gli strumenti utilizzati, figurano esercizi pratici come il controllo del respiro, brevi camminate consapevoli, e la tenuta di un diario delle sensazioni. «Benessere​ e sviluppo delle competenze chiave delle persone sono due cardini del protocollo che è fatto anche di esercizi da fare a casa, tra cui la tenuta di un diario delle sensazioni che si provano durante il percorso»​,​ ha detto Muzzi. L’obiettivo è aumentare la consapevolezza del corpo e delle reazioni emotive, migliorando nel complesso la resilienza individuale.

Mindfulness in azienda: le Big che la praticano

Grandi aziende internazionali hanno già adottato con successo la mindfulness aziendale. Apple, Microsoft, Nike e Procter & Gamble hanno inserito nei loro programmi di benessere percorsi strutturati basati sul metodo Kabat-Zinn. Anche in Italia realtà come Telecom e UBS stanno implementando protocolli mindfulness per i loro dipendenti.

A promuovere e diffondere la cultura della mindfulness nel nostro Paese ci sono realtà come l’Istituto Italiano di Mindfulness fondato da Fabrizio Didonna a Vicenza e l’Associazione Italiana per la Mindfulness, che organizzano workshop, corsi e divulgazione scientifica sul tema.

Un esempio virtuoso arriva da Randstad, tra i primi ad aver introdotto la mindfulness nei propri programmi formativi. Il team, composto da coach e psicologi, lavora non solo sulla concentrazione ma anche sul work-life balance, ovvero l’equilibrio tra vita privata e lavoro. Un equilibrio che si traduce in maggiore produttività, benessere e senso di appartenenza.

Mindfulness e cultura aziendale positiva

Oltre ai benefici individuali, la mindfulness aziendale ha un impatto diretto sulla cultura organizzativa. Promuove infatti un ambiente più inclusivo, etico e collaborativo. Allenare la consapevolezza nei team significa facilitare la comunicazione, ridurre i conflitti e valorizzare l’empatia.

Come spiega Carolina Traverso nel suo libro Mente calma, cuore aperto (Sperling & Kupfer, 2016), insegnare la mindfulness è un modo per aiutare le persone a “lasciare andare ciò che non fa stare bene”. E questo vale soprattutto sul lavoro, dove il benessere mentale diventa ogni giorno più centrale.

In un mondo in continua trasformazione, la mindfulness sul lavoro non è solo una moda ma una strategia per affrontare il cambiamento in modo resiliente e consapevole. Perché lavorare meglio non significa solo essere più efficienti, ma anche stare bene mentre lo si fa.

*Articolo pubblicato il 21 ottobre 2016 e sottoposto a successive revisioni

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Sono responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content. Giornalista, appassionata di economia e nuove tecnologie, ho la stessa età di Internet e non riesco​​​ più a vivere senza.