Lavoro e sicurezza le vere priorità della vita

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Lavoro e sicurezza le vere priorità della vita

Perde quota rispetto al passato il “mettere su famiglia”. Le evidenze dell’Osservatorio GenerationShip realizzato da Gruppo Unipol in collaborazione con Kienn fanno emergere un profondo cambiamento nella gerarchia degli obiettivi che si prefiggono gli esponenti della GenZ.

Il declino economico del nostro Paese è all’origine dell’offerta di lavoro riservata alle nuove generazioni: scarsa e mal pagata, secondo i dati dell’Osservatorio Generation Ship 2023. Per molti giovani, soprattutto al Sud, il lavoro non c’è. Dove si trova, soprattutto nel Centro-nord, normalmente è precario, regolato da contratti di stage, a tempo determinato, part-time, a progetto, se non addirittura in nero, in particolare per i lavoratori al primo impiego. Quando finalmente, qualche anno più tardi, la grande maggioranza riesce a conquistare un contratto a tempo indeterminato, lo stipendio è sufficiente solo per vivere. Con tutte le eccezioni del caso, ma il lavoro dei giovani italiani è un lavoro povero.

Le conseguenze della precarietà e dei bassi salari

La conseguenza è un’elevata insoddisfazione verso il proprio lavoro, soprattutto presso i lavoratori più giovani (44% di insoddisfatti dai 16 ai 22 anni, 30% sul totale della Gen Z). I giovani lavoratori hanno reagito a questa situazione con tutti i mezzi a loro disposizione. Durante e dopo la pandemia, ovvero negli ultimi tre anni, il fenomeno ha preso le vesti della great resignation, ovvero di un’escalation di dimissioni senza precedenti, che ha reso critico a molte imprese garantire la continuità produttiva.

La diffusione di questo fenomeno fra i giovani lavoratori è stata imponente. Dall’inizio della pandemia ad oggi tre quarti di essi si sono guardati intorno alla ricerca di un’alternativa (74%), il 57% lo ha cercato attivamente, il 45% ha rifiutato un’offerta ricevuta, infine il 43% l’ha accettata e ha cambiato lavoro. Sono numeri che riflettono da un lato l’attivismo estenuante dei giovani, dall’altro la corsa delle imprese per far fronte al turnover.

Una parte dei giovani ha perso fiducia nel sistema Paese e ha preferito emigrare. In dieci anni mezzo milione di Millennials e Gen Zers, molti dei quali laureati, ha cercato e trovato lavoro all’estero.

Un 2023 di luci ed ombre

Se questa è la fotografia statica, qual è il trend? Cos’è cambiato nell’ultimo anno? Il nostro Osservatorio registra un calo della soddisfazione dei giovani per il proprio lavoro rispetto ad un anno fa (dal 62% al 58%).  Le cause sono probabilmente esogene e dipendono dall’erosione del potere di acquisto delle retribuzioni dovuto all’inflazione (l’indice dei prezzi al consumo ha segnato un + 6.4% su base annua), non compensato da aumenti salariali. Va tenuto presente che l’inflazione sui beni di prima necessità, che costituiscono una quota importante della spesa dei ceti medio-bassi, è stata superiore a quella media, superando il 10%. Non siamo lontani dal vero se stimiamo una perdita del potere di acquisto delle famiglie giovani dell’ordine del 7-8% all’anno. Un salasso ragguardevole per chi fatica a far quadrare i conti. Non stupisce quindi l’ulteriore aumento delle dimissioni dei giovani (da 40% a 43% negli ultimi 2-3 anni), stimolata anche dalla ripresa dell’occupazione che si è verificata nel 2023.

La ripresa occupazionale è verosimilmente alla base anche della brusca frenata della propensione ad emigrare dei giovani italiani nell’ultimo anno (v. da 58% a 46%). E questa è davvero una buona notizia, che accende una piccola luce sullo scenario del lavoro italiano. Speriamo che duri.

Primo laureato in Italia in data analysis applicata alle scienze umane, ha insegnato Tecniche di ricerca psicologica e analisi dei dati presso l’Università di Torino. Ha fondato e attualmente dirige Kkienn Connecting People and Companies, azienda specializzata nella ricerca e consulenza sul cliente. Come direttore di istituti di ricerca, vicepresidente di società di consulenza internazionali (Cap Gemini) e ricercatore ha collaborato con molte delle maggiori imprese del Paese. Scrive per il Corriere della Sera. Per il Gruppo Unipol cura la realizzazione di GenerationShip, l’osservatorio sulle nuove generazioni.