La società dei poli opposti
L’inondazione di Valencia ha ben evidenziato i pericoli di una gestione territoriale in cui pochissimi erano decisori e concentrati su altri obbiettivi, mentre i molti, e veri co
L’era digitale ha smesso, da tempo, di essere il nostro prossimo futuro per trasformarsi nel quotidiano presente, ma la consapevolezza su ciò che sta accadendo è molto lontana. Maria Grazia Mattei immagina per Changes nuovi modi di vivere.
L’era digitale ha smesso, da tempo, di essere il nostro prossimo futuro per trasformarsi nel quotidiano presente, ma la consapevolezza su ciò che sta accadendo è molto lontana. Maria Grazia Mattei immagina per Changes nuovi modi di vivere.
Non è più eretico pensare alle tecnologie come a una realtà dentro cui ci muoviamo, ma cresce il bisogno di costruzione di senso rispetto alle conseguenze, alle potenzialità o agli effetti collaterali che questo nuovo status quo comporta. Da più di 11 anni, con Meet the Media Guru lavoriamo per liberare la cultura digitale dalla facile equazione che la associa al “tecnologismo”. Per disinnescare l’automatismo ci siamo fatti aiutare da decine di ospiti internazionali come Don Norman, Lawrence Lessig, Carlo Ratti, Lev Manovich, Hiroshi Ishii e molti altri che, dal 2005 ad oggi, hanno scandagliato con noi e la nostra community tendenze e paradigmi emergenti a livello economico, sociale e culturale evidenziando il comune substrato digitale. Lungo il percorso abbiamo ritracciato alcuni “universali” della Digital Age, un possibile set di valori capaci di rispondere alle esigenze emergenti nei prossimi dieci anni, le nostre Future Ways of Living. L’elemento chiave emerso in questo processo di analisi, disseminazione di stimoli e idee e successiva “raccolta” è che una riprogettazione dei nostri sistemi sociali è più che mai necessaria e il decennio 2016-2026 offre lo spazio di innovazione che cerchiamo.
Andiamo verso un futuro dove interoperabilità, trasparenza dell’informazione, accesso globale alla connettività e sistemi di comunicazione avanzati non possono che integrarsi. Grazie al coordinamento garantito dai sistemi tecnologici, i confini giuridici e geografici appaiano sempre meno rilevanti per le nuove generazioni e presto saranno definitivamente superati. Mentre l’accesso alla connettività diventa un vero e proprio diritto umano di base, la sensazione è che cresca a ritmo vertiginoso il disordine digitale. Un effetto collaterale che può essere risolto per mezzo di sistemi e piattaforme avanzate che trasformino lo user in policy maker.
Tutte queste riflessioni si fondano sui Big Data, moli enormi di dati da raccogliere, analizzare e sintetizzare. Sono queste informazioni a costruire le fondamenta di sistemi complessi potenzialmente accessibili a chiunque in qualunque parte del mondo. Parliamo di sistemi di raccolta e mapping di informazioni che permettano di riplasmare il contesto sociale e la realtà con modalità più democratiche e inclusive. Questo processo (se virtuoso) non può che portare a un miglioramento nell’uso dell’energia e delle risorse così come a un potenziamento della produttività e creatività umane. Le nostre Future Ways of Living hanno come obiettivo quello di espandere il concetto di cittadinanza, coinvolgendo i cittadini nel processo di creazione e gestione dei sistemi su cui si regge la società.
Questo insieme di idee e visioni ha portato alla creazione di “imperativi”, un nuovo set di valori in grado di progettare sistemi che rispondano alle nostre vere esigenze in modo adeguato. I prossimi 10 anni ci chiederanno di essere sempre più aperti, creativi, empatici, flessibili e resilienti (e meno chiusi, rigidi, pessimisti, avari, critici). Di fronte a noi c’è la sfida di una serie di paradigmi da ribaltare, siamo pronti a farlo?