L’industria 4.0 passa dall’HR

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L’industria 4.0 passa dall’HR

Una ricerca Gartner mette la funzione risorse umane al centro dello sviluppo della cultura del digitale all'interno delle aziende. L’Italia è pronta al cambiamento?

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Una ricerca Gartner mette la funzione risorse umane al centro dello sviluppo della cultura del digitale all’interno delle aziende. L’Italia è pronta al cambiamento dovuto alla rivoluzione industriale 4.0?

Nel giro di 5 anni le imprese cambieranno radicalmente organizzazione diventando irriconoscibili rispetto a quelle in cui oggi lavoriamo. Ne sono convinti esperti economisti, docenti di management, dirigenti internazionali e lo studio di Gartner, società di ricerca che batte bandiera a stelle e strisce, conferma. Motore del mutamento radicale la rivoluzione industriale 4.0. E l’Italia non fa eccezione. Una metamorfosi che avrà come protagonisti non solo la digitalizzazione e l’automazione delle nostre imprese, ma anche l’uomo, elemento centrale attorno al quale ruota tutto il cambiamento e la competitività futura delle nostre imprese. Ciò significa che la valorizzazione dei talenti interni alle imprese e la capacità di attrarne dall’esterno diventerà una leva strategica fondamentale per vincere le sfide di un mercato sempre più imprevedibile. 

Secondo gli scenari disegnati dagli esperti di risorse umane e cacciatori di teste alla funzione HR spetterà il compito di sviluppare la cultura del digitale all’interno delle aziende, capire la digital awareness, ovvero la propensione delle persone a lavorare in una logica digitale; riuscire a far operare insieme in modo integrato risorse appartenenti a generazioni diverse, con abilità e culture differenti per creare organizzazioni che fanno del digitale un punto di forza e non un’incognita. 

Largo alla creatività e al pensiero innovativo

Insomma, «All’Hr di nuova generazione viene richiesto un contributo di creatività e di pensiero innovativo», interviene Simonetta Cavasin di Eric Salmon & Partners Italia, società di consulenza specializzata in executive search. «La capacità di uscire dagli schemi sarà il vero elemento distintivo rispetto al ruolo più tradizionale dell’HR. E questo vale sia per chi lavora in aziende orientate al cambiamento, sia per chi opera in imprese più statiche. Visti gli scenari economici imprevedibili e difficilmente pianificabili, la tensione a dare un contributo di pensiero che esca dagli schemi sarà sempre più determinante per gli Hr manager».   

Tradotto in pratica questo significa che «Il direttore delle risorse umane deve essere più orientato al futuro rispetto al presente. Deve conoscere e capire gli obiettivi e le sfide del business aziendale per dare un contributo di pensiero organizzativo, cercando di posizionare le persone giuste nei posti giusti, fornendo loro una adeguata formazione e muovendo la struttura organizzativa in modo più fluido di quanto si sia fatto fino a ora», spiega Cavasin. Essere HR manager all’interno di un’azienda 4.0 significa essere molto competenti su processi, dinamiche e politiche HR. «E la conoscenza del business aziendale è fondamentale per saperlo poi tradurre nella corretta gestione delle persone e dell’organizzazione», completa l’esperta.

Solo 12% delle aziende coinvolge l’Hr manager nel business

Peccato, però, che solo il 12% delle aziende made in Italy coinvolge l’Hr manager attivamente in tutte le fasi del percorso di digitalizzazione, contro un 30% in cui l’Hr partecipa in modo limitato o risponde a esigenze puntuali, e un 40% in cui la funzione Hr non è coinvolta o non esiste. A dirlo è il Report 2018 Industria 4.0 redatto dal Politecnico di Milano. «Questo succede soprattutto nelle Pmi e nelle nostre microimprese che però rappresentano il cuore pulsante della nostra economia», precisa Cavasin. Ma anche per questo tipo di aziende è arrivato il momento di cambiare se vogliono continuare a operare sui mercati. Oggi il cambiamento del business è repentino, un po’ come quello che sta succedendo a livello climatico. Bisogna essere attrezzati e preparati per non farsi spazzare via. «Certo gli Hr manager non sono abituati a muoversi su questi terreni e, soprattutto nelle Pmi, tendono a fare le operazioni che le aziende tradizionalmente affidano a loro: occuparsi dei flussi di assunzioni e licenziamenti, gestire le relazioni industriali etc. Ma essere innovativi significa andare oltre queste mansioni, spinti dalla passione o dalla semplice consapevolezza che, se non si cambia, si rischia di mette a repentaglio la propria figura professionale», completa Cavasin. Per gli Hr manager è arrivato il momento di mettersi in gioco davvero, anche dentro le Pmi. Dopotutto «i manager hanno responsabilità sociali. Questo è il nuovo mindset e vale anche per l’Hr manager, che anche per questo nuovo pensiero, deve essere estremamente sollecitato al cambiamento», conclude l’esperta.   

Ho lavorato per 20 anni nelle redazioni di riviste economiche (Gente Money, Panorama Economy) e digitali (News 3.0). Dal 2015 sono freelance. I temi che riguardano il lavoro e il management sono rimasti la mia passione, anche ora che scrivo per l’Italia dal Mozambico. ​​​