La trap non suona più?

La trap è in declino? La domanda è legittima, anche se forse un po’ anacronistica. Nel senso che il dubbio che uno dei generi musicali dominanti – e più discussi – dell’
Lorenzo Cogo, Alberto Dalmasso e Matteo Franceschetti erano partiti con un’idea imprenditoriale e hanno virato su un’altra, sviluppandola. Tre storie di rinascita
Lorenzo Cogo, Alberto Dalmasso e Matteo Franceschetti hanno in comune una cosa, anzi due: il fatto di essere tutti e tre Millenials così come la loro storia professionale di rinascita. Sono partiti con un’idea imprenditoriale e hanno virato su un’altra, sviluppandola. Scorriamo insieme la loro esperienza di successo.
Di che cose parliamo:
Partiamo dallo chef Lorenzo Cogo, classe 1986. La sua è una bella storia professionale: «Il mio cognome fa Cogo, che in dialetto veneto significa “cuoco”. Sono cuoco di terza generazione ed effettivamente non potevo far altro che cucinare. A 20 anni ho deciso di prendere l’aereo e girare il mondo con l’obiettivo di lavorare nei migliori ristoranti. Sono rientrato in Italia all’età di 24 anni, ho aperto il mio primo ristorante e sono riuscito a ottenere la prima stella Michelin, diventando il più giovane chef stellato d’Italia».
Fin qui è storia già nota. Poi, dopo aver avviato un locale in Piazza dei Signori a Vicenza, nel 2024 ha deciso di dedicarsi a una cosa completamente diversa: «Non ero più contento e mi sono detto: “Devo cambiare tutto”». E così ha fatto, fondando la società Wawa che propone zuppe pronte liofilizzata: «Wawa vuole parlare di sostenibilità o, comunque, di minore impatto ambientale possibile, togliendo la cosiddetta “catena del freddo”. La qualità non ha più bisogno del frigorifero. Propongo un prodotto che fa risparmiare tempo ai consumatori e che, allo stesso tempo, porta sulla tavola tutto quello che è il mio know-how».
Dall’innovazione del cibo a quella nell’ambito dei pagamenti. Prima di fondare Satispay nel 2015 con Dario Brignone e Samuele Pinta, Dalmasso – nato nel 1984 e laureatosi in economia a Torino – dette vita a un’azienda di costruzione di impianti fotovoltaici. Furono i primi ricavi ottenuti da questa impresa a permettergli di finanziare l’avvio di Satispay così come un’azienda di nocciole del Piemonte.
Oggi Satispay è un unicorno fintech italiano e a chi gli chiede del futuro risponde: «Mi fa ridere quando, dopo ogni round di finanziamento, mi domandano “Ma allora non vendi? Non ti interessa diventare ricco?”. Come dice Jesús Encinar, fondatore di Idealista, chiedere a un imprenditore quando intende uscire dalla sua azienda è come andare da un tenore di grande successo e chiedergli perché non smette. È quello che gli viene bene: è quello che gli piace fare».
Ultima storia professionale è quella del legale Franceschetti – ferrarese nato nel 1981 e trasferitosi negli Stati Uniti –, che con Massimo Andreasi Bassi e Alexandra Zatarain nel 2014 ha creato l’azienda Eight Sleep, specializzata in “tecnologia intelligente per materassi”, che migliora la qualità della vita attraverso il sonno.
I panni dell’imprenditore, tuttavia, iniziò a vestirli nel 2003 in tutt’altro ambito con la società Imago di foto, scattate sui circuiti di go-kart: «Iniziammo a fare una valanga di soldi, perché facevamo foto e mandavamo un pacchetto di foto stampate a casa, tre settimane dopo, con contrassegno. Se le avessi voluto tenere, avresti mandato i soldi alla nostra azienda. Ho visto un’opportunità: erano i tempi in cui c’erano le prime camere digitali».
Dopo la laurea si trasferisce in America per poi, dopo diversi passaggi intermedi, aprire la società Eight Sleep e dedicarsi al fitness del sonno. Tutto parte nel 2019 con il “pod”, un topper che si posiziona sopra il materasso e che, tramite dei sensori, traccia il sonno. Il passaparola funziona grazie anche all’endorsement da parte di molte celebrità. La sua filosofia? Quella del fondatore di Amazon, Jeff Bezos, il “regret minimization framework”: immaginati a 90 anni, guarda a te oggi e chiediti “Tra X anni, guardando indietro, avrò dei rimpianti per aver preso o non aver preso questa decisione?”.
Proviamo a tirare le somme dopo aver scorso, in sintesi, le vite professionali di Cogo, Dalmasso e Franceschetti. In tutte e tre c’è visione e impegno. E c’è anche una bella massima del campione Alex Zanardi: la vita è come una tazzina di caffè. Ci puoi mettere lo zucchero che vuoi ma, se non giri il cucchiaino, il caffè non diventa dolce.