In Italia manca una cultura dei consumi

Society 3.0


In Italia manca una cultura dei consumi

Il cambiamento dei nostri comportamenti può regalarci un risparmio energetico del 20% dei consumi. Perché le nostre azioni sono importanti.

Non passa giorno che sui media non si parli di (caro) energia. Alcune soluzioni sono strutturali, altre… possono essere compiute in tempi talmente brevi da incidere già sulla prossima bolletta. Di cosa parliamo? Di come partendo dalle nostre azioni quotidiane, si possa incidere sensibilmente sul risparmio energetico.

L’efficienza energetica di un edificio dipende da una serie di fattori come la classe energetica dell’immobile, le tecnologie adottate (pensiamo ai differenti modelli di elettrodomestici, ai sistemi di automazione per il regolamento dell’utilizzo delle apparecchiature o ai termostati intelligenti), ma non solo: i nostri comportamenti possono influenzare in maniera significativa gli importi delle nostre bollette energetiche.

Modificando le nostre abitudini e il comportamento che teniamo negli edifici nei quali viviamo e lavoriamo, è infatti possibile sfruttare un potenziale di risparmio energetico rimasto ancora inutilizzato. A sottolineare questo importante assunto è l’istituto di ricerca Cordis della Commissione Europea

Perché è importante fare cultura sui consumi energetici

Per favorire il risparmio energetico è necessario promuovere campagne di sensibilizzazione che consentano alle persone di comprendere come le nostre azioni possono incidere o meno sull’utilizzo ottimale dell’energia.

Uno dei passaggi fondamentali è rendere l’energia concreta. Quante persone riescono a “tradurre” una bolletta? Quante sanno se consuma più energia un lampadario a led lasciato colpevolmente acceso o la televisione? Se incide più il consumo orario di un climatizzatore o quello giornaliero del frigo? Quanto consuma il phon? Quanto la ricarica di uno smartphone?

Convincere le persone a adottare scelte che consentano di ottenere un efficace risparmio energetico e ambientale comporta, infatti, la necessità di far comprendere alle persone l’importanza delle proprie azioni anche in termini di metri cubi (nel caso di gas) e di kilowatt (per ciò che concerne la bolletta elettrica).

Proprio a questi temi, nel 2017, è stato dedicato il report Cambiamento comportamentale ed efficienza energetica redatto dagli Stati Generali dell’Efficienza Energetica. Come riportato nell’abstract del documento – scaricabile gratuitamente – «(…) il cambiamento comportamentale intende contribuire al raggiungimento di un maggior risparmio energetico e una riduzione delle emissioni climalteranti, affiancando il cambiamento tecnologico (cioè l’innovazione tecnica nei processi produttivi, nei prodotti e dispositivi)».

L’uso più consapevole delle tecnologie ed il cambiamento culturale, secondo l’UE e l’Agenzia Internazionale per l’Energia, possono comportare un incremento dell’efficienza energetica con risparmi tangibili che possono variare, in media, dal 5 al 20% dei consumi e che quindi consentono di ottenere un significativo risparmio delle emissioni climalteranti correlate alla produzione energetica.

Il cervello mette il pilota automatico

Non è facile cambiare i propri comportamenti perché, paradossalmente, il cervello resiste ai nostri tentativi. Per essere efficiente e poter gestire le 35.000 decisioni che ognuno di noi prende ogni giorno, il cervello crea una routine e buona parte delle nostre azioni avvengono in maniera automatica. «Lasciamo la luce accesa perché pensiamo di dover tornare in quella stanza o per velocizzare i nostri spostamenti all’interno dell’ambiente domestico. Per disattivare questo ‘pilota automatico’ c’è bisogno di impegno, tempo e costanza perché, in ogni momento, potremmo ricadere nella routine come avviene per altri comportamenti scorretti come il fumo, il consumo eccessivo di cibo o la sedentarietà».  

A spiegarci questi meccanismi è Antonio Disi, ricercatore dell’ENEA e architetto del comportamento che, attraverso i risultati delle ricerche sul “behaviour change” e la creatività, progetta prodotti e servizi capaci di influenzare positivamente gli individui e aiutarli a risparmiare energia nella propria vita quotidiana, anche attraverso semplici gesti.

Cambiamento comportamentale ed efficienza energetica

Una guida importante per delineare i diversi programmi incentrati sul cambiamento comportamentale è quella pubblicata nel 2016 dall’ American council for an energy efficient economy (ACEE) che delinea tre macrocategorie principali (suddivise poi in sottocategorie più specifiche): l’informazione, l’interazione sociale e la formazione e l’educazione.

Un esempio del primo gruppo – rientrante nella sottocategoria dei resoconti di energia domestica Red (le altre due sono Feedback in tempo reale e Revisione del consumo energetico) – è quello di programmi che operano sul principio di confronto tra feedback e norme sociali in cui gli utenti finali ricevono resoconti periodici attraverso i quali confrontano i loro consumi energetici (elettricità, gas, o entrambi) con quelli di 100 abitazioni simili poste nella stessa zona di residenza. Il risultato? Le persone tendono a ridurre il proprio consumo di energia per allinearsi a quello dei propri vicini!

“Giochi e competizioni” e “Gruppi sociali identificati” sono le due sottocategorie di “interazione sociale”. È noto, infatti, come la competizione possa spingere a raggiungere livelli più alti di performance al fine di superare quelli già raggiunti da altri individui o da altri gruppi. L’utilizzo di giochi, poi, sfrutta anche la leva del divertimento. Per i gruppi social identificati si propongono innovative strategie di sensibilizzazione rivolte a comunità sociali identificate. Tali programmi spesso sommano più strategie al proprio interno (per es.: incentivi economici, competizioni, installazioni dirette di tecnologia efficiente, dispositivi di feedback).

I Programmi di educazione ed informazione cognitivi sono, a loro volta, ripartiti in “Gestione strategica dell’energia” e “Formazione e istruzione”. Tra i primi rientrano i programmi nei quali le utilities lavorano insieme ai propri clienti (ad esempio industrie o attività commerciali) al fine di formare manager dell’energia che sappiano intraprendere e promuovere politiche di cambiamenti comportamentali tra il personale al fine di ridurre i consumi generali. Nel secondo sottoinsieme, invece, rientrano i programmi che si svolgono in strutture quali scuole o università e si pongono l’obiettivo di formare e sensibilizzare gli studenti circa i temi dell’efficienza energetica.

Quando il behaviour change diventa risparmio energetico

«Negli ultimi dieci anni le mie esperienze in questo campo sono state tantissime e vanno dalla pianificazione di campagne di comunicazione istituzionali dedicate all’efficienza energetica, come Italia in Classe A, fino alla messa a punto di strumenti pensati per energy manager e amministratori di condominio o anche all’ideazione e la produzione, insieme al giornalista Marco Gisotti, di una web serie in cui abbiamo raccontato, in maniera semplice e divertente, come è possibile risparmiare energia» ci spiega Disi a cui abbiamo chiesto di raccontarci un paio di casi per poter comprendere in concreto come il binomio tra behaviour change ed efficienza energetica possa portare risultati concreti.

«La prima che vale la pena di ricordare è stata un’azione di Guerrilla marketing dal titolo Se queste mura potessero parlare di energia’, realizzata insieme ad alcuni studenti de la Sapienza di Roma con i quali ho preparato delle installazioni sul risparmio energetico da proiettare sulle facciate dei palazzi di Roma. Con un furgoncino, di notte, abbiamo girato la Capitale, fermandoci nei punti più frequentati dai giovani e realizzando le proiezioni a cui sono seguite discussioni sul tema nei pub e nelle pizzerie».

«La seconda – prosegue Disi – invece, è You Change You Save, un set di 33 carte pensato per aiutare chiunque debba affrontare la sfida del cambiamento comportamentale in ogni contesto (industria, terziario, casa, scuola, etc.). Le carte sono un ausilio per creare un percorso che va dall’analisi di uno o più comportamenti, all’identificazione degli obiettivi di cambiamento fino alla definizione di efficaci strategie da attuare».

Come ci ha spiegato il ricercatore Enea, tali «esperienze hanno dimostrato quanto la componente umana sia fondamentale nel cambiamento verso un diverso modello energetico. La tecnologia rappresenta un ausilio indispensabile perché è connaturata alla nostra specie ma l’utilizzo efficiente della stessa ha un legame diretto con il nostro comportamento».   

Specializzata su temi ambientali e sui new media. Co-ideatrice del premio Top Green Influencer. È co-fondatrice della FIMA e fa parte del comitato organizzatore del Festival del Giornalismo Ambientale. Nel comitato promotore del Green Drop Award, premio collaterale alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2018 ha vinto il prestigioso Macchianera Internet Awards per l'impegno nella divulgazione dei temi legati all'economia circolare. Moderatrice e speaker in molteplici eventi, svolge, inoltre, attività di formazione e docenza sulle materie legate al web 2.0 e sulla comunicazione ambientale.