Si scrive overtourism, si legge crisi climatica

Una scritta recitava “Stop over turismo”, l’altra “Start azione climatica”: sono frasi che si leggevano sugli striscioni con cui gli attivisti per il clima di Extinction
YouTube, TikTok e Instagram contribuiscono in maniera importante alle emissioni di CO2. Le azioni dei giganti del settore digitale per ridurre il danno ambientale rimangono fondamentali. E ognuno di noi può fare la sua parte.
Ci sono attività della vita quotidiana – come l’utilizzo di mezzi di locomozione a combustione fossile o l’accensione dell’aria condizionata – che, notoriamente, sono riconosciute tra quelle a maggior impatto ambientale. Tuttavia, passano quasi inosservate altre abitudini che, invece, contribuiscono in maniera sensibile ad innalzare i livelli di inquinamento. Un esempio? L’utilizzo quotidiano dei dispositivi digitali. Inviare e ricevere e-mail o messaggi su WhatsApp e navigare sui social media come Instagram e TikTok sono attività che, sommate tra di loro, possono avere un impatto significativo sull’ambiente.
Secondo il think tank francese The Shift Project, l’inquinamento derivante dai nostri dispositivi e dalle infrastrutture che sostengono i servizi digitali rappresenta l’8% delle emissioni globali di gas serra (e solo 3 anni fa era la metà). All’interno delle diverse attività, i social, nel loro complesso, hanno un ruolo rilevante.
Se pensate a numeri marginali, vi toccherà ricredervi: secondo i risultati di un recente studio divulgato da Greenly, TikTok inquinerebbe più di tutta la Grecia! Lo studio afferma poi che gli utenti di TikTok hanno anche le seconde più alte emissioni per minuto di utilizzo sui social media, subito dopo YouTube.
Secondo un’analisi del quotidiano inglese The Guardian, un minuto di navigazione su TikTok produrrebbe, infatti, 2,921 grammi di CO2 equivalente. YouTube è al primo posto in questa classifica con 2,923 grammi di CO2 equivalente mentre Instagram sarebbe terza con circa 2,912 grammi. Nel conteggio totale va, però, considerato il tempo di utilizzo di ogni piattaforma e il numero di utenti: sebbene Instagram abbia circa il doppio di iscritti rispetto a Tiktok su quest’ultimo social i fruitori passerebbero molto più tempo a guardare video (45,5 minuti contro 30,6)
Le piattaforme non sono tutte insensibili al proprio impatto ambientale e tra di esse c’è chi tenta di compensare le emissioni prodotte con certificati di energia rinnovabile e/o chi investe in energia rinnovabile e migliorando la propria efficienza operativa come dichiara META. Tuttavia, nonostante l’azienda abbia dichiarato di aver raggiunto la neutralità carbonica dal 2020, non sono mancate critiche da parte di chi ha sottolineato l’aumento dei fabbisogni energetici. A tal proposito, pochi mesi fa META ha annunciato di aver investito nell’energia nucleare per alimentare i data center e l’intelligenza artificiale.
Se le azioni dei giganti del settore digitale rimangono fondamentali, ciò non vuol dire che ognuno di noi non possa fornire il proprio contributo per ridurre la propria impronta ambientale 2.0. Ecco un breve vademecum.
Riconoscere il ruolo che anche le nostre abitudini digitali giocano nel cambiamento climatico è il primo passo per diventare consumatori del web 2.0 più consapevoli e responsabili. Riducendo la nostra impronta digitale, possiamo contribuire a garantire un futuro più sostenibile al nostro pianeta e ai suoi abitanti.